Il patto non è del tutto naufragato ma di cert ora la strada è molto più irta: il sistema a modello tedesco di legge elettorale per le prossime Elezioni Politiche ancora non vede la luce dopo il caos dell’emendamento a voto segreto passato oggi contro il parere della stessa Commissione Affari Costituzionali. Dopo la riunione della Segreteria Pd al Nazareno, convocata d’urgenza da Matteo Renzi, il portavoce Richetti avvisa i cronisti: «M5S ha dimostrato un’inaffidabilità patologica. Ora affrontiamo le amministrative e la prossima settimana decideremo che cosa fare». Poco dopo con un voto alla Camera proposto dal Pd, viene accordato che il testo della legge elettorale ritorni alla Commissione dalla prossima settimana, dunque dopo il primo turno delle Comunali 2017.



Ma gli strascichi della rottura sono ancora pesantissimi: a Fanpage.it il deputato del Pd, Emanuele Fiano, conferma che il M5s non ha mai sollevato alcuna obiezione rispetto al sistema elettorale in Trentino Alto Adige, la pietra dello scandalo nell’emendamento Biancofiore. «Il loro cambiamento di parere in Aula è il calpestamento di un accordo politico. È un punto imprescindibile, la SVP faceva parte di un accordo, la legge con questo testo non può andare avanti», spiega il relatore del Tedeschellum. (agg. di Niccolò Magnani)



https://twitter.com/emanuelefiano/status/872748727475240962/photo/1

Dopo la bagarre per il voto segreto alla Camera che ha visto andare sotto il patto di maggioranza sulla legge elettorale, ora il sistema tedesco e l’accordo tra Lega, M5s, Pd e Forza Italia pare essere ufficialmente finito. Anzi “morto”, come dice Emanuele Fiano relatore della proposta di legge elettorale “condivisa”: «La legge elettorale è morta». Con un tweet poco dopo è lo stesso Fiano a mostrare la “prova” con tanto di foto che dimostra il disguido tecnico avvenuto per pochi secondi e per cui i “franchi tiratori” che hanno votato contro il patto si sono resi palesi. «I #cinquestelle fanno fallire la #LeggeElettorale. Per pochi secondi il voto è stato palese, loro hanno votato a favore questa è la prova», scrive su Twitter il deputato dem.



Seduta sospesa, si riaggiorna tutto dopo le 15 quando tutti i principali partiti del “patto” avranno riunito le loro segreterie per decidere il da farsi. «Per noi non ci sono le condizioni per andare avanti, il Movimento 5 stelle ha ucciso la legge elettorale», scrive Guerini (Pd), mentre i Cinque Stelle puntano il dito contro i franchi tiratori interni allo stesso Partito Democratico. Insomma, è molto alta la probabilità di un’ennesimo passo falso del Parlamento che proprio non riesce ad essere “condiviso”. (agg. di Niccolò Magnani)

Siamo forse alla rottura definitiva: i prodromi sulla legge elettorale e sull’accordo a 4 costruito faticosamente nei giorni scorsi rischia di saltare definitivamente in questi minuti, con un emendamento a firma Micaela Biancofiore (Forza Italia) che di fatto emendava la legge elettorale contro l’accordo uscito dalla Commissione Affari Costituzionali. La maggioranza a quel punto è andata sotto, con il patto Pd, M5s, Lega e Fi che non hanno retto la prova del primo voto segreto. Franchi tiratori dunque di nuovo presenti e attivi per far saltare il banco, con 270 Sì e 256 No a quell’emendamento che ora rischia seriamente di far cadere tutto l’accordo generale. Dopo il voto, bagarre in auto: prima Ettore Rosato, Pd, accusa i Cinque Stelle di non rispettare i patti, «Oggi il M5S ha dimostrato che la sua parola non vale nulla. La legge elettorale va fatta».

Di contro, Toninelli e tutti i grillini si ribellano e al grido di “libertà, libertà” attaccano a loro volta il Pd con i loro franchi tiratori. Insomma, una scena da fine della Prima Repubblica, con un tutti contro tutti che non aiuta il Paese e di fatto lascia al momento l’incertezza più totale sull’immediato futuro della legge elettorale e dello stesso Governo. (agg. di Niccolò Magnani)

Non si comincia benissimo neanche oggi in aula alla Camera con le votazioni sugli emendamenti che prosegue tra lotte, critiche e forti polemiche tra i 4 partiti che appoggiano le Legge Elettorale con Sistema tedesco (Pd, Lega, M5s e Forza Italia) e le forze fuori dall’accordo, specie Ap che resta una mina vagante essendo nel Governo ma tagliato fuori dall’accordo sul nuovo sistema di voto. Litigano tutti e con il primo emendamento La Russa sulla preferenze bocciato si rischia di nuovo il caos. I grillini infatti vorrebbero puntare su voto disgiunto e preferenze (che non fanno parte del Tedeschellum) e dopo la bocciatura di qualche minuto fa in Aula, si potrebbe arrivare ad un nuovo scontro tra i principali due partiti nel Paese. «Se un Parlamento, dopo i richiami del capo dello Stato e della Corte costituzionale, non riesce a fare una legge elettorale, ci vuole un bel coraggio a dire che la legislatura deve continuare», spiega questa mattina Matteo Richetti nella rassegna stampa Pd a #OreNove.

Il governo rischia di cadere dunque se non si passa l’accordo sulla legge elettorale e la colpa, stando alle parole di Richetti, sarebbe solo del M5s: «Il M5s la legge l’ha già votata in commissione, non è che vale meno. E’ una sede istituzionale – rimarca -, non eravamo al bar io e Di Maio a dire che ci piace il tedesco”. “Ora si mette la consultazione in mezzo – conclude il ragionamento il consigliere principale di Renzi – speriamo anche per loro che tutto vada per il meglio». (agg. di Niccolò Magnani)

Era forse prevedibile, ma le prime votazioni per la Legge Elettorale da approvare col sistema simil-tedesco alla Camera stanno facendo registrare già i primi elementi di puro caos. Decine di franchi tiratori, tanti assenti e molte incertezze che fanno pensare come l’accordo sul tema fra i grandi partiti, che pareva blindato, è tutt’altro che inattaccabile. Tanto che il Movimento 5 Stelle ha deciso già il primo dietrofront: il leader Beppe Grillo aveva richiamato all’ordine gli iscritti, affermando come il Movimento si fosse già espresso a favore della legge elettorale e che dunque non c’erano altre decisioni da prendere. E’ bastata una giornata di votazioni per far tornare in ballo la questione, con Grillo che ha affermato come il Movimento 5 Stelle affronterà una nuova votazione online per far decidere gli iscritti se votare o meno la legge elettorale e capire quali modifiche eventualmente apportare.

Il leader del Movimento 5 Stelle ha parlato ad un comizio a favore del candidato Sindaco di Palermo, Ugo Forello. E le parole di Beppe Grillo non fanno trasparire di certo fiducia riguardo alla possibilità che l’accordo con PD e Centro-destra sulla legge elettorale possa andare in porto: Grillo ha affermato come gli esponenti del Movimento 5 Stelle possano sbagliare e a volte essere tacciati persino di incompetenza, ma mai di falsità o di disonestà, mantenendo sempre una grande coerenza di fondo. Il terreno in cui si muove la votazione sulla legge elettorale è stato definito da Grillo “una fossa piena di serpenti”, affermando come i franchi tiratori facciano parte tutti delle altre forze politiche e di come il Movimento 5 Stelle abbia le idee più che chiare sulla questione. E Grillo si è detto convinto che i franchi tiratori faranno affossare questa legge, con il pericolo di andare dunque presto a nuove elezioni senza essere riusciti a trovare un accordo tra le parti.

Ma chi sono i franchi tiratori? Dopo le votazioni alla Camera sugli emendamenti della legge elettorale nella giornata di mercoledì 7 giugno, le parti politiche in causa si interrogano su chi stia facendo il gioco sporco, un atteggiamento che potrebbe non permettere l’approvazione della legge e il passaggio diretto al cosiddetto “Rosatellum”, che comporterebbe criteri molto più stretti e soglie di sbarramento più alte nella scelta del nuovo parlamento. Tra parlamentari assenti e in missione, i franchi tiratori nel gruppo del Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega Nord sarebbero ben 72. 12 sarebbero anche del Movimento 5 Stelle, nonostante l’affermazione perentoria di Beppe Grillo sul fatto che i franchi tiratori non vengano dal Movimento. Ci sono dubbii riguardo al Partito Democratico ma anche sulla nuova corrente MdP, che starebbe votando in massa contro gli emendamenti chiave. E lo specchio del “Rosatellum” per la legge elettorale si fa sempre più concreto.