Addio al veleno di Bruno Rota all’Atac: il manager si è scagliato contro l’amministrazione Raggi. Si è aperto a Roma un vero e proprio caso politico: dopo aver sottolineato le difficoltà finanziarie dell’azienda, aveva provato a farla rinascere, ma il suo piano non è mai diventato ufficiale e il tentennamento del Movimento 5 Stelle lo ha spinto alle dimissioni. Rota sostiene di averle protocollate il 21 luglio, ma la versione di Atac è differente: le deleghe sarebbero stare ritirate il 27 giugno dall’amministratore unico, Manuel Fantasia. L’idea di essere “silurato” da dimesso non piace affatto a Bruno Rota: «È pazzesco, ma come si fa, questi sono dei delinquenti, è scandaloso. Io le dimissioni formali le ho date il 21 luglio e la Raggi mi ha chiesto di restare e di soprassedere, almeno per portare a termine gli adempimenti più importanti. Nell’ultimo mese, verbalmente, le avevo già date più volte le dimissioni», ha dichiarato al Corriere della Sera.



La grave tensione finanziaria in Atac richiedeva per Bruno Rota misure drastiche. Senza il riconoscimento di questa situazione non se l’è sentita di restare. «Era troppo pericoloso. E poi si ingannava la gente», ha dichiarato l’ex direttore generale di Atac. Del rapporto con la sindaca Virginia Raggi ha parlato invece a La Stampa: «Se mi ha sostenuto? Sì, fino a tre giorni fa. Invitandomi più volte a considerare la mia decisione. Ma non avevo le motivazioni per continuare, pagavo un prezzo personale troppo alto, avevo dei rischi anche personali. Sono incensurato, voglio restare tale». Nel frattempo è stato protagonista anche del botta e risposta col consigliere Enrico Stefàno, accusato di presunte raccomandazioni. Probabilmente Rota sarà ascoltato in Commissione per chiarire fondatezza e provenienza delle sue accuse sulle presunte raccomandazioni pentastellate. «Più che di dirigenti da cacciare, lui e non solo lui, mi hanno parlato di giovani da promuovere. Velocemente. Nomi noti. Sempre i soliti», aveva scritto su Facebook. Accuse respinte dal consigliere, che non ha mai ricevuto le scuse dall’ex dg Atac.

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