Stando al report stilato dai sondaggi dell’Istituto Piepoli sulla situazione legate alle prossime elezioni, c’è una generale (e rinnovata) fiducia nel governo Gentiloni, fino a qualche mese fa in calo secondo tutti i sondaggi politici. Secondo gli elettori intervistati infatti il 43% è convinto che il governo Gentiloni arriverà fino a fine legislatura, ovvero nella Primavera del 2018; l’ipotesi paventata di un voto anticipato ormai sembra una speranza ridotta al lumicino, a cui credono ancora il 22% degli intervistati. Per un altro 22% invece le elezioni potrebbero arrivare ad inizio 2018, con lo scioglimento delle Camere entro dicembre; solo il 13% dice di non sapere, dunque confermando una generale idea abbastanza chiara su cosa succederà nei prossimi mesi nella vita politica nazionale. E i partiti (con i loro segretari) lo sapranno anche loro?
Nei sondaggi politici prodotti da Ixè sulla situazione politica attuale dopo le Elezioni Comunali si scorge una una domanda interessante che mira a valutare la percezione e fiducia personale nei leader politici maggiori in questo momento. Entrato con la fama di uno “yes-man”, Paolo Gentiloni si sta dimostrando all’altezza del ruolo, stando agli elettori, visto che ogni mese cresce di qualche punticino nella fiducia stimata degli elettori di ogni partito. Alla domanda “quale fiducia ha nei senti leader politici”, si scorge come Gentiloni abbia abbondantemente seminato l’amico-rivale interno al Pd, Matteo Renzi, in calo invece dopo il flop alle Amministrative. 34% per il premier, 28% per il segretario dem e Movimento 5 Stelle, almeno sulla fiducia personale, ampiamente battuto. Luigi Di Maio al 20%, superato da Salvini al 23% dopo l’ottimo boom delle Comunali di due settimane fa. Male Meloni invece in calo al 17%, raggiunta da Silvio Berlusconi in salita invece, con Beppe Grillo in caduta libera al 15% e fuori al momento dall’agone politico
Prima la finale di Champions con la tragedia di piazza San Carlo, poi i tafferugli in centro con la “movida” torinese e alcuni centri sociali; per la città di Torino i sondaggi politici sull’operato del sindaco Appendino sono nel giro di due mesi peggiorati in maniera improvvisa. A novembre il sindaco grillino è stata eletta primo cittadino più amato d’Italia, e ora però si parla già di dimissioni. Le critiche sono piovute dopo la gestione poco felice della calca di piazza San Carlo con un morto, 1500 feriti e un’immagine nazionale e internazionale della città di Torino non certo scintillante. Ebbene, secondo i sondaggi pubblicati da Piepoli si scopre che le maggiori critiche degli elettori al sindaco Appendino la pongono sullo stesso piano dell’altra “celebre sindaca” a Roma, Virginia Raggi: due donne, due grilline, e molte polemiche. Secondo il 35% degli elettori delusi da Chiara Appendino, il sindaco dovrebbe dimettersi perché avrebbe dovuto prevedere una situazione di emergenza; per il 32% invece il sindaco Appennino non è stimata e non si è dimostrata all’altezza al di là della triste vicenda della finale di Champions.
Per il 29% invece quanto avvenuto in quella piazza è di prima responsabilità del sindaco Appendino e per questo dovrebbe dimterrersi; le critiche su Piazza San Carlo probabilmente finiranno a breve, ma bisognerà vedere se vi sarà una reazione positiva o se la situazione rimarrà “stagnante” come avvenuto per mesi nella giunta M5s di Roma Capitale.