Se n’è andato uno dei protagonisti della politica sarda degli ultimi 50 anni, quel Doddore Meloni che da purosangue indipendentista per i 4 Mori ha cercato di spingere e molto per arrivare alla “devolution” in salsa sarda. È morto due giorni fa mentre stava procedendo all’ennesimo sciopero della fame iniziato in carcere dove stava scontando alcune condanne per reti fiscali. Dopo un malore, è stato ricoverato all’ospedale di Cagliari ma purtroppo non ce l’ha fatta e ora la procura cagliaritana ha disposto l’autopsia per capire se effettivamente le cause della morte siano da imputare al lungo digiuno a cui si era sottoposto. Salvatore Meloni detto Doddore, per chi ha avuto un minimo di praticità in vicende legate alla Sardegna non ha potuto non imbattersi nel suo nome: leader del movimento Meris in domu nostrà (Padroni in casa nostra) e Paris (Partidu indipendentista sardu), Doddore ha dato vita alle più forti spinte separatiste nella sua Sardegna e per questo è stato a lungo osteggiato dalle autorità dello Stato italiano; per esempio quando nel 2 settembre del 2008 si è autoproclamato presidente della Repubblica di Malu Entu, con la storica occupazione dell’Isola di Mal di ventre avvenuta il 26 agosto, a largo delle coste Oristanesi.



Oppure quanto molti più anni indietro, nel 1981, diede vita al complotto con altre dieci persone dell’indipendentismo sardo. Da lì venne incarcerato per 9 anni mentre più di recente era tornato in galera ma per motivi fiscali: una vita passata a scontrarsi con la politica per la “sua” politica, da semplice autotrasportatore negli anni Sessanta ad anarchico per ispirazione, oltre che “discepolo” a distanza del suo idolo indipendentista irlandese Bobby Sands tanto da sognare di voler morire proprio come lui durante uno sciopero della fame per la propria terra. Così è avvenuto, con la politica sarda che ora ne piange la scomparsa, non senza polemiche: «Sono scosso dalla notizia della morte di Doddore, dal suo sacrificio estremo», commenta il segretario regionale del partito dei sardi Frannciscu Sedda.



Il deputato Mdp Michele Piras attacca invece duramente, «quegli organi dello stato che lo hanno lasciato morire in carcere. Una rabbia immensa, perché si sono colpevolmente sottovalutate le condizioni di salute di un uomo di 74 anni, perché si sono ignorati gli appelli di amici, familiari, avvocati e perché è morta la pietà». Un’icona della politica sarda e un’icona di quella terra, con una fine però ingloriosa e quelle accuse di evasione fiscale che solo in parte ne hanno offuscato la “stella” indipendentista.

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