Nell’intricata selva della politica italiana appare senza speranza il tentativo della Nazione di sollevarsi dalla propria condizione di crisi. Il grande poeta cristiano Dante comincia il suo Inferno citando tre belve che sbarrano il passo del suo cammino e del cammino di una Italia che ancora non c’era verso il bene: una lonza, un leone ed una lupa. Come quelle tre fiere, i campioni del consenso del momento — Berlusconi, Renzi e Grillo — rischiano in virtù delle loro caratteristiche personali di intralciare non poco il riscatto del nostro paese ed il conseguimento del bene comune. 



La lonza rappresentava la lussuria ed al netto delle fissazioni di varie procure, Silvio Berlusconi è apparso troppe volte nella sue esperienze di governo “in tutt’altre faccende affaccendato”. E più di una volta ha messo in difficoltà per “quisquilie” i suoi esecutivi. Oggi pare più saggio, ma molti elettori non si fidano più. 



Esattamente come quelli che diffidano della superbia del leone Renzi. Un politico carismatico come pochi ma che vive solo del suo io. E che a distanza di mesi dal fallimento flagrante del suo governo insiste a blaterare di mirabolanti riforme realizzate ma che nessuno ha visto. 

Ed infine Grillo — la lupa — non solo perché governa ormai Roma seppure in un caos calmo. La lupa nell’opera dantesca simboleggia l’avarizia: forse il comico genovese potrebbe essere il primo a stabilire per legge quella che lui chiama la “decrescita felice”. Povertà per decreto insomma, nell’illusione di fermare i mali portati dallo sviluppo industriale e dalla globalizzazione dei mercati. Lussuria, superbia, avarizia. Berlusconi, Renzi, Grillo. 



È troppo pretendere che almeno uno fra questi, smessi i panni del fenomeno da baraccone che dice tutto ed il contrario di tutto, si preoccupi finalmente del popolo? Dei timori e delle delusioni che lo tengono lontano dalle urne? Delle condizioni che un governo deve promuovere per garantire la convivenza civile ed il benessere della gente? È troppo pretendere che smettano di ritenere che dare una classe dirigente al paese è cosa ben diversa dal fare un casting?

Dante Alighieri arrivò ad ipotizzare che un “veltro” cioè un levriero disperdesse le belve e riportasse pace e giustizia. Come deve fare chi ha l’incombenza del governo. Ma è difficile oggi in italia e dopo la delusione di Mario Monti e dei suoi tecnici immaginare che sorga dal nulla un nuovo e virtuoso protagonista della politica. Meglio accontentarsi che le tre fiere di dantesca memoria facciano tesoro degli errori commessi e delle occasioni sprecate per mettersi per una volta, sul serio, al servizio dell’Italia.