Matteo Salvini è l’attuale leader del centrodestra: a certificarlo sia gli elettri Cdx ma anche, seppur di poca distanza con Berlusconi, l’elettorato italiano intervistato dai sondaggi di Ixè. Il futuro del centrodestra e il risultato alle prossime elezioni politiche sembrano passare a doppio nodo da chi sarà il vero leader che cercherà di unire un elettorato sfilacciato e deluso da anni di promesse semi-mantenute. Per battere Pd e M5s, secondo l’elettorato italiano dovrà essere il segretario della Lega a riunire la coalizione, con il 30% della fiducia, seguito da Silvio Berlusconi al 29%, Giorgia Meloni al 10%, “nessuno di questi” (un Papa straniero, ndr) al 24%. Stando sul fronte degli elettori solo del centrodestra, Salvini cresce fino al 43%, con Berlusconi al 39% e Meloni sempre al 10%, mentre cala e di molto il dato su un eventuale “papa straniero” alla guida delle forze legate al centrodestra. (agg. di Niccolò Magnani)



AMATORI, PD SUPERA M5S NELLE INTENZIONI DI VOTO

I sondaggi elettorali politici condotti da Alessandro Amadori per Affari Italiani mostrano le nuove intenzioni di voto per i principali partiti italiani, qualora si tenessero domani le Elezioni Politiche per la nuova Legislatura. Pd renziano davanti al Movimento 5 Stelle con l’ennesimo “sorpasso” e controsorpasso, con il 28% davanti al 27% dei grillini: il centrodestra con tutti gli effettivi resta sempre sopra il 30%, con una differenza formale importante tra i principali leader in corsa per la candidatura della prossima Primavera. Lega di Salvini al 15%, Forza Italia di Berlusconi invece ferma al 13%, mentre resta ancora sul 5% la forza di destra guidata da Giorgia Meloni. E il resto della sinistra extra Renzi? Complessivamente il sondaggio mostra un 7%, distribuito tra il 4% di map, 2% di Sinistra Italiana e l’1% di Campo Progressista. (agg. di Niccolò Magnani)



PIEPOLI, CLASSIFICA FIDUCIA MINISTRI

Gli ultimi sondaggi politici elettorali non hanno approfondito solo la questione relativa alle intenzioni di voto, ma hanno anche affrontato il tema della fiducia suscitata dai ministri dell’attuale governo. La classifica è stata stilata dall’istituto Piepoli, secondo cui in vetta c’è Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali e Turismo con il 55%. Segue Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture e Trasporto, mentre il 50% della fiducia vantano Maurizio Martina (Agricoltura), Domenico Minniti (Interno) e Pier Carlo Padoan (Economia). Agli ultimi posti di questa speciale classifica Andrea Orlando, al dicastero della Giustizia, e Roberta Pinotti, ministro della Difesa, con il 45%; fanalino di coda Anna Finocchiaro, ai rapporti col Parlamento, al 41%. Per quanto riguarda, invece, le intenzioni di voto, in piena estate Partito Democratico e Movimento 5 Stelle erano molto vicini: i dem al 29%, i grillini al 28,5%. Sarà interessante capire l’evoluzione di questo testa a testa. Si parlava anche di un duello tra Forza Italia e Lega Nord, con il partito di Matteo Salvini in leggero vantaggio: 13,5% sul 13% attestato al partito di Silvio Berlusconi.



WINPOLL, COME FINIRA’ IL REFERENDUM DI VENETO E LOMBARDIA?

Il 22 ottobre i cittadini di Veneto e Lombardia si recheranno alle urne per esprimersi sul tema del referendum sull’autonomia nelle rispettive regioni. A tal proposito risulta particolarmente interessanti i sondaggi politici elettorali: Winpoll Srls lo ha realizzato per Libero, indagando sulle intenzioni dei cittadini chiamati alle urne. Il primo dato è confortante: la maggior parte dei veneti e lombardi è a conoscenza del referendum. Il 68% degli intervistati ha assicurato di esserne a conoscenza, mentre il 23% lo era vagamente. Solo il 9% ha rivelato di non saperne nulla. Ma quanti andranno a votare? Il 49% è sicuro di recarsi alle urne, mentre il 17% è incerto, ma proiettato per il voto. L’11% sicuramente non andrà a votare, il 9% probabilmente no, mentre il 14% semplicemente non sa se andrà a votare. Il sondaggio in questione ha poi indagato sul voto tra chi andrà sicuramente a votare: il 94% voterà per l’autonomia della propria regione, solo il 6% voterà il No.