Rivelazione del segreto di ufficio sul caso Consip: questa è la nuova accusa al maggiore del Noe, Gianpaolo Scafarto. La procura di Roma, come riportato da La Stampa, domani la contesterà all’ex capitano, promosso quest’estate a maggiore, quando si troverà davanti ai pm. L’ufficiale è già sotto inchiesta per cinque falsi e una rivelazione del segreto d’ufficio verso l’Aise, il Servizio Segreto estero. Secondo la procura di Roma, l’investigatore, accusato di aver manipolato un’informativa Consip per «incastrare Tiziano Renzi», avrebbe passato informazioni a un giornalista de La Verità, Giacomo Amadori. La maxi inchiesta conta 11 indagati, già destinatari di proroga indagini, tra cui il ministro Luca Lotti, Tiziano Renzi e i generali Tullio Del Sette, comandante generale dell’Arma, ed Emanuele Saltalamacchia, comandante della Legione Toscana.
LE ALTRE CONTESTAZIONI
Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Mario Palazzi hanno contestato a Gianpaolo Scafarto come falsi l’attribuzione all’imprenditore Romeo di una frase che indicava il generale Fabrizio Ferragina, ex della Finanza considerato vicino ai servizi, come fonte di informazioni confidenziali riferite dall’imprenditore napoletano al suo ex consulente Italo Bocchino. «Mi ha detto che è uno vicino a Matteo Renzi, uno del “Giglio Magico”, e che dalle intercettazioni emerge che il ministro Lotti parla bene di me». Nella telefonata del 27 settembre scorso, intercettata dal Noe, Romeo e Bocchino non parlato del generale Ferragina, ma di De Pasquale, un faccendiere vicino a Romeo. Le altre contestazioni riguardano la frase attribuita erroneamente a Romeo su un incontro con Tiziano Renzi, padre dell’ex premier, che invece è stata pronunciata dall’ex AN Italo Bocchino; si aggiungono alla lista i numerosi errori su un presunto, e mai provato, coinvolgimento dei Servizi Segreti. Nelle prossime settimane i pm romani potrebbero invece chiedere l’archiviazione per la posizione del colonnello Alessandro Sessa,a cui invece è contestato il reato di depistaggio.