Stando ai sondaggi pubblicati da Emg Acqua, un dato su tutti dovrà essere sempre più tenuto in considerazione specie se non dovesse cambiare la legge elettorale vigente: lo sbarramento per i partiti e la soglia al 3% alla Camera. Ad oggi, infatti, con quelle regole chi rischia di rimanere fuori dal Parlamento dalla prossima Legislatura? Su tutti, è Alternativa Popolare che rischia di “saltare un turno” passando dal Governo direttamente fuori da Camera e Senato: il 2,3% attuale, anche con l’ingresso di altri piccoli movimenti centristi vede difficile il superamento della soglia, a meno che non cambino strategia nei prossimi mesi. A rischio anche Sinistra Italiana, 2,1%, Mdp (2,8%) e Campo Progressista all’1,9%: per la sinistra però, una volta ufficializzata la candidatura di Giuliano Pisapia come leader federativo anti-Renzi, potrebbe crearsi un cartello che dunque porterebbe in dote qualche voto in più, quasi certamente, del 3% e riuscendo così ad entrare in Parlamento. Nessuno problema invece per Fratelli d’Italia, con lo stabile 4,5-5% il partito della Meloni risulta quasi sicuro di staccare il “ticket” anche alla prossima legislatura.
TECNÈ, INTENZIONI DI VOTO: SALVINI L’UNICO CHE CRESCE
Le intenzioni di voto presentate nei nuovi sondaggi politici elettorali di Tecné danno un impatto importante specie nel confronto con le stesse analisi compiute a giugno, subito dopo il voto delle Amministrative 2017. Il risultato è abbastanza importante, visto che tutti i partiti – se si eccettua la Lega Nord di Matteo Salvini – sono in calo e in alcuni casi anche piuttosto preoccupante. Le vicende di Ue, migranti, pensioni e riforme hanno dato una piega “negativa” praticamente a tutte le compagini politiche, ripetiamo, tranne per la Lega che invece sale e si dimostra il partito più in “forma”, sempre secondo i sondaggi Tecné. M5s avanti a tutti ancora in settembre, ma con ben -08% rispetto a giugno: 27,6% davanti al 25,6% del Pd che perde in maniera clamorosa ben 2 punti percentuali in vista delle prossime elezioni politiche. Dietro gli altri, con la Lega Nord che passa da un 13,6% ad un buon 15,1%, seguita dal ritorno di Berlusconi che rimane attestato sul 14,6%, in lieve rialzo rispetto a giugno. Per Fratelli d’Italia, il 4,4% è praticamente lo stesso di due mesi fa, mentre i partiti di centro (Ap) e della Sinitra non danno segnali di consensi particolarmente positivi. Alfano con il 2,2%, Articolo 1 con il 4% (ma ha perso lo 0.6%) e Sinistra Italiana al 2,5% sono gli ultimi partiti sondati assieme a Campo Progressista di Pisapia che per ora non sfonda a livello elettorale (anche se, parola di Bersani, sarà il candidato ufficiale della sinistra anti-Pd alle prossime urne nel 2018).
IPSOS, PRIMARIE CENTRODESTRA: BERLUSCONI SU TUTTI
Seguendo gli altri risultati dei sondaggi Ipsos si scopre anche nel dettaglio come potrebbero oggi finire le Primarie del Centrodestra, qualora effettivamente vengano fatte nei prossimi mesi pre-Elezioni 2018. L’istituto di sondaggistica ha posto agli intervistati queste 6 opzioni per la leadership: Silvio Berlusconi, Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Giovanni Toti, Luca Zaia e il classico “non lo so”. Ebbene, a livello di partiti tra Forza Italia non c’è praticamente partita con Berlusconi leader al 79%, Salvini e Meloni al 3%, Toti al 10% e Zaia senza voti. Per gli elettori della Lega risultato ovviamente ribaltato, con Salvini al 73%, l’ex Cav al 6%, Meloni e Toti al 4% e il governatore del Veneto con un buon 11%. Fratelli d’Italia? Meloni ovviamente leader con il 75% dei voti, Berlusconi al 12%, Salvini con un bassissimo 3%, Toti all’8% e Zaia con il misero 1%. Ma riassumendo il tutto, si può vedere come ad oggi per gli elettori del centrodestra in una ipotetica primaria di coalizione, il risultato vede ancora il “vecchio” deus ex machina ancora in vetta: Berlusconi raccoglierebbe il 39%, Salvini il 32%, Meloni il 14%, Toti il 7% e Zaia solo il 3% (“non lo so” si ferma al 3%).