«L’Ue ha il vento in poppa, la ripresa economica aiuta il rilancio economico»: inizia così il discorso sullo Stato dell’Unione che il Presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker ha tenuto fino a pochi istanti fa al Parlamento di Strasburgo. Circa un’ora di monologo con diversi punti toccati e un via libera alla nuova stagione di ripresa “stabile” dell’Europa, maggiore agli Stati Uniti nell’ultimo anno. «L’economia riprende in ogni Paese e si estende. Sono stati creati 8 milioni di nuovi posti di lavoro e 230 milioni di europei lavorano, più di quanti fossero prima della crisi. Ora è il momento di costruire una Unione europea più integrata con l’occhio al 2025», sono le parole di Juncker che intendono così rilanciare il fronte politico a partire da quello economico. In questo senso, suscitando non pochi brusii e critiche già in aula, il Presidente della Commissione Ue mentre lodava la crescita dell’Eurozona ha rilanciato, «per il futuro il fondo Esm deve gradualmente diventare un fondo monetario europeo e serve un ministro europeo dell’economia e delle finanze per promuovere le riforme strutturali». Per Juncker negli Stati membri devono a loro volta ricevere queste riforme utili e coordinate dal Ministro dell’Economia Ue, in modo da avere in mano tutti gli strumenti quando uno stato membro rischia la recessione o l’instabilità finanziaria.
VACCINI E MIGRANTI, IL CASO “ITALIANO”
Ma è sulla questione immigrazione che, come sempre più evidente ormai, l’Europa si gioca la faccia e il suo stesso futuro: «non possiamo parlare di migrazione senza pagare tributo all’Italia per la sua generosità. Nel Mediterraneo l’Italia ha salvato l’onore dell’Europa. Dobbiamo mettere fine con la massima urgenza alle condizioni di accoglienza in Libia dei migranti, che sono scandalose e per le quali sono rimasto atterrito». Il discorso sullo Stato dell’Unione punta e molto sul fronte migranti, con i “valori” dell’Europa riaffermati nell’accoglienza – «”L’Europa non è una fortezza, è e resterà il continente della solidarietà per quelli che hanno bisogno di un rifugio» – ma allo stesso tempo bisogna trovare una soluzione che non gravi sulle spalle già fragili di Italia e Grecia. «Dobbiamo intensificare considerevolmente i nostri sforzi e le nostre azioni sui rimpatri dei migranti che non hanno diritto di restare in Ue. E’ solo così che l’Europa potrà dare prova di solidarietà nei confronti dei profughi che hanno veramente bisogno», ha spiegato Juncker anche se non ha stabilito con nettezza, ad esempio, il numero di quote obbligatorie per ogni Paese Ue sull’accoglienza di migranti. Sempre come “caso italiano”, Juncker ha citato anche la difficile situazione dei vaccini: «Non è pensabile che nell’Ue muoiano ancora bambini di malattie evitabili. In Romania e in Italia dovrebbero avere accesso alle vaccinazioni senza se e senza ma. Appoggiamo le misure nazionali di vaccinazione».
TURCHIA FUORI UE
Un ultimo punto molto interessante rilanciato dal Presidente della Commissione Europea riguarda il sempreverde caso della Turchia con l’adesione all’Europea richiesta ormai anni fa e che ultimamente ha subito un deciso processo di frenata dopo le note vicende non esattamente “democratiche” del semi-regime di Erdogan. «Il mancato rispetto dello Stato di diritto esclude l’adesione della Turchia all’Ue nel prossimo futuro. Ankara si allontana a passi da gigante da molto tempo», ha spiegato ancora Juncker. «L’Ue – ha detto il Presidente – conterà più di 27 membri ma tutti gli Stati che vorranno aderire dovranno mettere in primo piano lo stato di diritto». Passaggio laconico anche sulla Brexit e sull’addio della Gran Bretagna dall’Ue: «un momento triste e tragico. Lo rimpiangeremo sempre e voi lo rimpiangerete presto».