Anziché combattere l’Isis, gli Stati Uniti aiutano i terroristi: l’accusa pesante arriva dall’Iran, che ha annunciato di avere le prove di quanto sostiene. Il comandante dell’aviazione e dei pasdaran Amir Ali Hadzizade ieri all’agenzia IRIB ha spiegato che il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica dell’Iran è riuscito negli ultimi anni a infiltrarsi in alcuni centri di comando americani, riuscendo così a ottenere le prove sul sostegno Usa allo Stato Islamico. «Abbiamo scoperto chi spiano, chi colpiscono, chi lasciano passare e come sostengono lo Stato Islamico», ha dichiarato Hadzizade. Se le accuse si rivelassero concrete, sarebbe un grosso scandalo per gli Stati Uniti. Ma il comandante aspetta l’autorizzazione per pubblicare le prove del sostegno americano all’Isis e questo fa aumentare i dubbi sull’autenticità delle prove in questione. Le minacce per la verità sono cominciate alla fine di giugno, quando Hamid Reza Moghadam Far, consigliere del comandante dei pasdaran, in un’intervista con RT aveva annunciato che avrebbero pubblicato le prove.
“USA FORNISCONO ARMI E ASSISTENZA MEDICA ALL’ISIS”
All’Iran non serve una bomba per piegare gli Stati Uniti: sarebbe sufficiente la pubblicazione di alcune prove che svelerebbero il sostegno americano all’Isis. «È una grande vergogna», il commento di Amir Ali Hadzizade ai microfoni di IRIB. Qualche dettaglio sulle prove in questione lo ha rivelato tempo fa Hamid Reza Moghadam Far, il quale ha spiegato che c’è «un piano mediatico» per la loro rivelazione. In cosa consistono queste prove? Non si tratta di documenti, quindi niente testi scritti: le prove «coprono attività sul campo, incluse postazioni dove viene fornito aiuto al Daesh». Hamid Reza Moghadam Far parla di prove «sulla fornitura di armi, assistenza logistica e medica» all’Isis che sono in grado di dimostrare che gli Stati Uniti, nonostante guidino una colazione in Siria e Iraq contro l’Isis, non stanno combattendo il terrorismo, ma anzi lo stanno sostenendo. Dichiarazioni pesanti quelle di Amir Ali Hadzizade e Hamid Reza Moghadam Far, ora si attende una replica da Washington.