S.P.Q.P., sono pazzi questi… politici. Apriamo con una battuta per far capire subito che sarà l’unica inserita in questo articolo. Tutto quello che leggete è vero, e partiamo dall’antefatto: Michela Vittoria Brambilla sta presentando in questi giorni il Movimento Animalista italiano, il primo partito che intende guardare ai diritti degli animali, di tutti, cercando di trovare una fetta di elettorato italiano che possa poi convergere sul centrodestra alle prossime urne nel 2018. Ecco, oggi arriva una intervista su Libero della stessa Brambilla che, assieme a Silvio Berlusconi, sono i due principali testimonial del Movimento animalista: sentite il passaggio forse centrale delle sue dichiarazioni, non sono “bufale” o “fake news”, pura verità. «Io sono stata la prima a portare un cane in Parlamento. Sarebbe una rivoluzione candidare un animale nella nostra lista». Nella presentazione a Milano al Palazzo dal Verme in questo pomeriggio di fine estate, la Brambilla rilancia anche su cacciatori e programma politica: «istituzione di un servizio veterinario pubblico e contestazione per l’ assorbimento del Corpo Forestale nei carabinieri», per cominciare. E poi ancora, questa volta contro la caccia, «è categoria vecchia e nemica dell’ambiente a cui dovrebbe essere imposta una visita medica annuale appena superati i 60 anni – afferma la leader del neo Movimento – inoltre si dovrebbe rendere illegale la caccia nei fine settimana: non si capisce perché non possiamo goderci il verde senza il rischio di vederci sparare addosso».
BERLUSCONI, I SONDAGGI E LA “CRISI” POLITICA”
Bene, il dado è tratto. Il nulla in politica elevato all’ennesima potenza dopo questa dichiarazione certamente “provocatoria” da parte della Brambilla ma che rappresenta il senso di una politica che lentamente – anzi, velocemente – sta perdendo sempre di più il contatto con la realtà. Un suo collega, ed ex Sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, ha replicato subito oggi provandola a buttare sull’ironia-cinica: «sarebbe una rivoluzione candidate un animale? Meno di quanto credi Michela…». Ma in tanti stanno già fantasticando, e vi anticipiamo il commento: «ma con tanti cani e maiali in politica visti in questi anni, un animale “puro” sarebbe anche meglio», oppure, «meglio loro che un’incapace», o ancora quel sondaggio anche oggi rilanciato da Berlusconi (ci chiediamo a questo punto da dove li prenda, ndr), «Secondo alcuni sondaggi, complice l’anonimato, ho verificato che il 72% delle signore preferisce il proprio cagnolino al proprio coniuge». Un mondo alla rovescia, un mondo senza più formazione politica: o meglio, senza più una costante formazione culturale e sociale che possa trasferire quell’introduzione alla realtà, anche politica, così necessaria per poter sviluppare la propria umanità senza ideologia e senza idiozie. «Sono una grandissima amante degli animali, ho rispetto per Michela Brambilla, ma in un’Italia in cui non ci si occupa neanche delle persone, immaginare che ci sia un partito che si occupa solo degli animali mi sembra un po’ riduttivo»: le parole della collega di coalizione Giorgia Meloni suonano come un campanello d’allarme che, a prescindere dalle fedi politiche, riflettono e centrano esattamente il problema in maniera seria. Ci chiediamo, un cane (o chi per esso) potrebbe esercitare questa stessa riflessione in un futuro prossimo immaginato dalla Brambilla?
Michela Brambilla: “Sarebbe una rivoluzione candidare un animale nella nostra lista”. Meno di quanto credi, Michela…
— Enrico Zanetti (@enrico_zanetti) 17 settembre 2017