SONDAGGI. Lo ius soli non ha spaccato solo il Parlamento, ma ha spaccato in due il popolo italiano: a dire così è uno dei massimi sondaggisti italiani, Roberto Weber. Per Weber, se fino a poco tempo fa i sostenitori dello ius soli erano leggermente in vantaggio, oggi siamo alla spaccatura netta in due parti, “colpa anche del Movimento 5 stelle e della sua confusione in materia” spiega. Entrando nel merito dei singoli partiti, i sondaggi di Weber confermano l’assoluto stato di grazia di Gentiloni rispetto a un Renzi sempre più in discesa.
Ius soli: gli italiani con chi stanno?
Spaccati pure loro in due come lo è il Parlamento. Ci sono in giro diversi sondaggi in parte contradditori, ma la realtà è che siamo a un 50 e 50, qualcuno dà il 52% ai favorevoli, ma non significa nulla in concreto. La cosa interessante è che non era così fino a poco tempo fa.
Come era la situazione?
I sostenitori dello ius soli erano la maggioranza piuttosto netta.
Come si spiega allora nei sondaggi il cambiamento di opinione sul tema?
La vera colpa è dei mass media, una colpa non indifferente.
In che senso?
L’audience oggi si ottiene parlando di questi argomenti: niente migranti e niente ius soli significa niente audience, questo è un primo dato sicuro. C’è poi la sensazione che anche Minniti, che pure alcune misure di contenimento le ha prese, su questo terreno non riesca a intervenire. Infine c’è la confusione che viene dai vertici 5 stelle che sullo ius soli non hanno una posizione chiara, a differenza della Lega che su migranti e ius soli è sempre stata chiarissima.
Ma lei ritiene che i grillini non sappiano decidere di testa propria su argomenti come questi?
L’elettorato 5 stelle è mosso da compattezza non indifferente, una cosa che anche io fino a poco tempo fa non credev. E’ molto ricettivo rispetto all’orientamento dei vertici, a differenza di quelli del Pd che vanno un po’ da tutte le parti.
A proposito di Pd e sondaggi, Gentiloni è sempre su?
E’ sempre avanti, noi lo avevamo già registrato in primavera, nelle nostre misurazioni che sono sempre più strette degli altri, Gentiloni era al 33% e Renzi al 25. Adesso Renzi è sceso ancora, lo scarto è molto netto fra i due.
Perché? Qual è il suo segreto?
Io lo definisco “fattibilità silenziosa”, si dà da fare senza mettersi in mostra. Poi è un moderato e piace alla gente.
Secondo lei Gentiloni sarebbe in grado di attrarre voti dagli altri partiti?
Se fosse il candidato ufficiale del Pd sicuramente, lo farebbe eccome. Ma non lo sarà mai, perché quel ruolo Renzi, che ha vinto le primarie, non lo molla di sicuro.
Salvini e Berlusconi: chi vale di più e perché?
Salvini è molto più gradito, cavalca la sua posizione con decisa radicalità, non ha mai ceduto un centimetro. Per Berlusconi c’è una dimensione nostalgia molto forte ma non so quanto possa tradursi in voti.
Eppure in molti lo danno in risalita.
Forza Italia lo è sicuramente, se teniamo conto che due anni fa era al 9% e adesso è al 12-13%. Ma Salvini corrisponde molto di più al sentimento popolare, è al 14-15% e stacca Berlusconi. Comunque loro sanno fare politica, si ricompattano di sicuro e sarà una coalizione molto forte quella di centrodestra. Sono fortissimi al nord con un vantaggio incolmabile da parte del Pd, sono riusciti a piazzarsi anche nelle regioni rosse e sono competitivi al sud. Se in Sicilia va come pensiamo, vince il centrodestra.
Il che vuol dire che il Pd perde in Sicilia e a livello nazionale, giusto?
Il Pd perde sicuramente. Personalmente tra centrodestra e 5 stelle penso vinceranno i primi. Il Pd tiene solo dove ha governatori molto forti, cioè Puglia e Campania.