“Questo fa il M5s: dare l’opportunità a chiunque di farsi Stato ed occuparsi della cosa pubblica”. E Twitter si scatena: chi le chiama buffonarie M5s, chi scrive “Di Maio contro nessuno: un bel derby”. Ieri sono scaduti i termini per la presentazione delle candidature alle primarie a 5 Stelle. Hanno fatto un passo indietro big pentastellati come Di Battista, Nicola Morra, Roberto Fico, rimangono sette controfigure di contorno, la più nota delle quali è la senatrice Elena Fattori. Il peggiore schiaffo ai vertici viene dallo sfidante Vincenzo Cicchetti, consigliere comunale a Riccione per M5s: “Io sono rimasto legato a quell’idea di movimento che aveva Grillo nel 2011 — ha spiegato Cicchetti —. Me la raccontò quando lo riaccompagnai a Bologna dopo un suo comizio a Rimini. Mi parlò di meritocrazia, uno vale uno e tutte quelle cose che in questi anni sono state messe da parte perché il leaderismo attuale è lo stesso degli altri partiti che abbiamo sempre criticato”. “La candidatura di Di Maio è il miglior risultato della finta democrazia che c’è in M5s. La Casaleggio Associati comanda, il movimento risponde” commenta Mauro Suttora, inviato di Oggi. Suttora, ex grillino, segue le vicende del mondo pentastellato fin dai suoi inizi. 



Sembra che Grillo si farà da parte perché il candidato premier sarà anche il capo politico del movimento. Lei ci crede?

Figurarsi. Sono almeno tre anni che si continua a dire che Grillo si fa da parte. Grillo vorrebbe fare un passo indietro, ma non può farlo, anzi, ieri sera (domenica, ndr) è stato costretto a fare un passo avanti, perché la maggioranza dei parlamentari grillini non sopporta Di Maio. Questa è la verità che nessuno di loro osa dire apertamente.



Forse perché vorrebbero essere al suo posto.

Perché hanno capito che è smodatamente ambizioso e che la sua corsa solitaria va contro la filosofia portante del movimento, che è nato anche per dire no ai personalismi della politica italiana. Non si può, dopo aver tuonato per dieci anni contro Berlusconi e il suo partito padronale, e poi contro Renzi, fare esattamente lo stesso. C’è da dire che da questo punto di vista Di Maio è tecnicamente perfetto: potrebbe fare carriera in qualsiasi partito perché è il classico democristiano.

Un insulto.

Per me no, per i grillini sì. Il peggiore.



Di Maio le ricorda più Renzi o Berlusconi?

Ha la lingua sciolta e il cervello fino di entrambi. Con l’aggravante — o il pregio — di avere dici anni in meno di Renzi e cinquanta in meno di Berlusconi. 

Si parla di prove sotterranee di intesa tra Salvini e Grillo in vista del dopo elezioni. E’ possibile?

Secondo me no. Soltanto il no all’euro e un vago sovranismo accomunano M5s alla Lega, con la differenza che la Lega ha una sua ideologia, ormai più o meno elaborata, e dei princìpi, sbagliati o giusti che siano, mentre M5s ne è del tutto sprovvisto. La Casaleggio Associati segue i sondaggi e decide. Ha visto che ora fa comodo essere contro i migranti e quindi è contro i migranti. E così via.

Idem per la moneta unica e le regole Ue.

Su euro e Ue si sono viste le montagne russe: nel 2014 i grillini si presentarono alle europee dicendo che volevano dare battaglia contro il fiscal compact e contemporaneamente raccolsero le firme per un referendum sull’euro che già sapevano che non si sarebbe mai potuto fare. Dopo il dietrofront di Tsipras, quando è sembrato chiaro che la Ue avrebbe tenuto, hanno messo il referendum in cantina. 

E adesso?

Dipende dalla situazione economica. Se le cose andranno bene, non faranno alcunché. Se invece, per ipotesi, dovesse avere un exploit il partito xenofobo e antieuropeo in Germania (AfD, ndr), tornerebbero a tuonare contro Ue ed euro.

Perché Casaleggio jr ha scelto di puntare su Di Maio?

Nell’aprile scorso, quando è morto Gianroberto, Di Maio ha stretto un patto con il figlio Davide facendogli capire che se si voleva il potere serviva un volto istituzionale, spendibile nei salotti. Davide Casaleggio, che queste logiche le capisce perché è un bocconiano, non ha avuto difficoltà a convincersene e a puntare tutto su di lui.

Da chi è fatta oggi la base di M5s?

Direi che la maggioranza è più di sinistra che di destra. Nel sovranismo del movimento si trova un po’ di tutto, ma prevale la vecchia matrice ex No global.

Chi vincerà in Sicilia?

Fino a poco tempo M5s era favorito. Oggi il disastro di Roma e la finta elezione di Di Maio potrebbero avvantaggiare il centrodestra. Vedremo.

Insomma alla fine avremo un Di Maio che sembrerà autonomo, invece prenderà ordini da Grillo e Casaleggio.

Attenzione, Grillo e Casaleggio non sono uniti. Casaleggio sostiene Di Maio, mentre Grillo ha un’anima più movimentista ed è più vicino agli “ortodossi”, nei quali si rispecchia la maggioranza degli eletti e degli attivisti, che sono tutti anti-establishment. Ma voteranno Di Maio per disciplina.

Grillo però è andato a Roma in extremis per riportare gli ortodossi alla ragione.

Al contrario: non è come si legge in giro. Voleva che Fico si candidasse per evitare la figuraccia di un plebiscito.

Allora che cos’è cambiato? Con chi sta Grillo?

Ha capito che per contare bisogna legarsi ai poteri forti. Sta con la piazza, ma voterà Di Maio.

(Federico Ferraù)