Sul caso Consip interviene “a gamba tesa” il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone che conferma ancora una volta la sua volontà di “liquidare” l’inchiesta a mera montatura giornalistica. In una intervista a tutto campo stamane su Radio Capital (a Circo Massimo, con Jean Paul Bellotto e Massimo Giannini), Cantone riprende tutti gli ultimi sviluppi del caso che coinvolge numerosi elementi di Stato, Forze dell’Ordine e mondo dell’imprenditoria italiana: «Troppe volte ci siamo aspettati bombe atomiche che invece erano tric– trac. L’inchiesta finora ha prodotto pochi fatti e tantissime illazioni», spiega il presidente dell’AntiCorruzione che prova così a “diminuire” la portata dello scandalo Consip. «C’è un fatto certo: c’è un’ipotesi di corruzione per cui un impiegato di medio livello ha patteggiato e un imprenditore che è in attesa di giudizio. Tutto il resto è fuga di notizie. Sappiamo che ci sono politici, appartenenti alle forze dell’ordine che magari non sanno di essere iscritti o hanno ricevuto, ma neanche credo tutti, un’informazione di garanzia. Sappiamo che c’è un’indagine sull’indagine»: l’intera vicenda prodotta su e per Matteo Renzi invece, secondo Cantone, è solo frutto di fughe di notizie e poco altro. Ridimensionamento completo? Pare così a leggere anche la sua considerazione sull’ultimissimo filone aperto sull’inchiesta Consip, dopo le parole del pm Musti al Consiglio Superiore di Magistratura. «Intorno alla vicenda c’è una cortina fumogena che ha come unico effetto quello di creare una situazione spiacevole di immagine per la magistratura», sostiene ancora Cantone.
“COMPLOTTO POSSIBILE, MA È PRESTO PER DIRLO”
Il Pd a più riprese ha insistito in questi mesi sul termine “complotto” creato ad arte per cercare di togliere consensi e abbattere la figura politica di Matteo Renzi – anche se lo stesso segretario ha fatto un passo indietro spiegando su Facebook, «Non amo il vittimismo. Non mi convince chi si piange addosso, chi ha sempre un alibi, chi vive di fantasie. Per questo sulla vicenda Consip non ho mai pronunciato parole quali golpe o complotto. Ho sempre detto una cosa diversa: pieno rispetto delle istituzioni, sempre. Ci sono delle “coincidenze». A ben vedere, le parole di Cantone sull’intera vicenda Consip vanno verso una sorta di “cambio di tendenza”, con un magistrato molto importante come il Presidente Anac che riflette sull’arma a doppio taglio che le inchieste di grande clamore politico provocano proprio sulla stessa magistratura. «Nell’inchiesta partita dall’appalto vinto dal gruppo Romeo, è teoricamente possibile che vi sia stata una ricostruzione complottistica. Ma io sono laico e rispetto a tale ipotesi voglio aspettare. Una cosa però è certa: questa vicenda sta facendo male all’immagine della magistratura che alla fine pagherà il prezzo più alto». Dopo le recenti parole di Di Pietro sugli errori della stessa magistratura, lui compreso, durante Mani Pulite, alle riflessioni di Cantone su Consip: che il “vento” stia davvero cambiando?