Si può essere omosessuali e di destra? All’apparenza no perché i due termini, si sa, divergono alla radice, ma la storia di Alice Weidel ha detto esattamente il contrario. La giovane leader dell’AFD (Alternativa per la Germania) è però riuscita a coniugare il suo essere lesbica con un partito che dalla sua fondazione, avvenuta nel 2013, è sempre stato un forte sostenitore della famiglia tradizionale oltre che euroscettico e smaccatamente xenofobo. Come ci è riuscita? Arriviamoci piano piano. Nata il 6 febbraio del 1979 a Gutersloh, Alice Weidel si è da subito dimostrata come una delle menti più brillanti della sua nazione, avendo ottenuto una laurea in business administration e un dottorato di ricerca nel 2011. Il suo essere al di sopra degli altri l’ha portata a lavorare per veri e propri giganti del settore come Allianz, Bank of China e Goldman Sachs. Nel 2013, però, ecco che arriva finalmente la tanto agognata occasione politica: nasce Alternativa per la Germania e la Weidel vi aderisce subito con convinzione. Appena due anni dopo, nel 2015, la giovane economista diventa membro del consiglio nazionale per il partito, iniziando così la sua scalata al vertice.
DICHIARATAMENTE OMOSESSUALE
Come già anticipato, Alice Weidel è un politico di destra dichiaratamente omosessuale. Dopo anni e anni di continua curiosità da parte dei media circa il suo orientamento sessuale, la donna ha dovuto finalmente cedere le armi e fare il più tradizionale dei coming out. La Weidel convive, infatti, con Sarah Bossard, una cittadina svizzera che però ha i suoi natali nel lontano Sri Lanka. Le due donne vivono insieme in Svizzera (e precisamente a Biel) dove assieme crescono ben due figli adottivi. Incassato il coming out, comunque, la domanda è sembrata sorgere spontanea: come coniugare l’attaccamento della destra alla famiglia tradizionale (padre, madre, figli) con il suo orientamento sessulae? La Weidel, interrogata sulla scottante questione, ha aggirato l’ostacolo in modo formale ed elegante, asserendo che ‘a scuola i bambini devono pensare a imparare le scienze, il tedesco e la matematica’, estromettendo, di fatto tutta le questione LGBT e transgender. Una risposta elegante, come dicevamo, ma che non ricucisce appieno le contraddizioni che aleggiano intorno alla sua figura e al suo partito, che sta diventando sempre più una reale alternativa ad Angela Merkel.
L’AFD PROTEGGE GLI OMOSESSUALI
Almeno inizialmente, l’Alternativa per la Germania aveva fondato tutta la sua politica sull’euroscetticismo. Con l’andare del tempo, però, e con gli scarsi risultati (un misero 5% di preferenze agli esordi), il partito decise di cambiare prospettiva e di indirizzarsi verso un orientamento xenofobo. In particolare, furono presi di mira gli stranieri provenienti dall’Islam, di certo più radicali ed estremi dei nazionalisti di destra per ciò che concerne il mondo della famiglia tradizionale. In questa situazione di ‘attacco degli stranieri’ alla Germania, Alice Weidel e il suo partito si sono posti addirittura come difensori degli omosessuali rispetto agli stranieri islamisti. Una concezione contorta ma effettivamente tangibile inserita in una situazione paradossale, che cavalca l’onda delle xenofobia e si pone con ‘un piede in due scarpe’. Se la linea del partito avrà successo è ancora tutto da verificare, ma è chiaro che la Weidel si pone come una figura di leader carismatica da seguire con attenzione e da prendere con le molle. Una contraddizione in essere ma, a conti fatti, vincente.