Ius soli e “Rosatellum bis”: sono due le leggi in programma del Governo a maggioranza Pd – tra l’altro le due maggiormente in discussione di questi ultimi mesi – che “rischiano” di avere conseguenze importanti sul rapporto delicato tra la popolazione italiana e le comunità islamiche presenti anche da diversi anni nel nostro territorio. La legge sulla cittadinanza ai figli di immigrati residenti nel nostro Paese, insieme alla nuova legge elettorale, hanno scatenato l’allarme dei due quotidiani “Il Tempo” e “Libero”: in particolare il quotidiano di Roma con un reportage ieri sull’edizione cartacea ha svelato come molti musulmani sui social network starebbero “festeggiando” le due nuove leggi in cantiere del Governo. Il motivo? «Lo sbarramento del 3%, dicono, sarebbe superabile perché i musulmani aventi diritto al voto sono circa 1 milione (tra convertiti italiani e immigrati). Ma se passa lo Ius soli, allora sì che si può fare il colpaccio e magari realizzare il sogno di un partito islamico in Parlamento», spiega il collega Francesco Mustacchio su Il Tempo, riportando alcuni pensieri e commenti di italiani islamici sui forum e sui social network a riguardo. L’improvvisa accelerazione del Parlamento su queste due delicate tematiche – dovuta sostanzialmente per l’avvicinarsi della fine legislatura – avrebbe scaldato gli animi di alcuni musulmani pronti anche a giocarsi, chissà, in politica nei prossimi anni quando il numero di circa 2milioni di islamici abiteranno stabilmente nel nostro Paese.
UN PARTITO ISLAMICO È FANTAPOLITICA?
Ma dunque si può ipotizzare un prossimo partito “islamico” che possa competere con le altre forze politiche italiane, o stiamo parlando di pura e mera fantapolitica? Le ali più di destra vedono come una minaccia proprio queste due leggi del Governo Gentiloni per un duplice motivo: da un lato, come abbiamo visto, per la possibilità di aumentare in futuro il numero di cittadini italiani, dunque con diritto di voto, con origini islamiche, dall’altro il Partito Democratico in questo momento rappresenterebbe l’unica forza politica vista dai musulmani come attenta alle loro prerogative e battaglie. La situazione ovviamente non è così limpida e chiarita già in partenza: parlare di un partito islamico significa indicare una comunione di intenti sociali e politici in tutta la comunità musulmana, ma così non è innanzitutto. In secondo luogo, al momento il pericolo denunciato da Il Tempo resta una possibilità ancora lontana nel tempo, con la difficile se non quasi impossibile presenza di un “burattinaio” che ordina le fila del progetto, come del resto ammesso anche dal collega del quotidiano romano. Ciò che però esiste è un tentativo, questo sì presentissimo e vero, della creazione dell’assemblea costituente islamica (qui un focus dedicato): «L’obiettivo della Costituente non è fondare un partito; se poi una volta eletta l’assemblea volesse costituirsi in altra maniera per incidere di più dal punto di vista politico, sarà appunto l’assemblea a deciderlo. Tutto è possibile. Non posso escluderlo a priori», aveva spiegato a luglio in una intervista a Today il responsabile del progetto, Hamza Piccardo. Una porta aperta, non ancora spalancata, ma che con queste due ultime leggi in discussione in Parlamento (tutt’altro che già decise/approvate, ndr) potrebbe divenire ancora più “aperta” ad un prossimo futuro politico per un “presunto” partito con ispirazione islamica.