SONDAGGI POLITICI. Curiosamente, spiega Roberto Weber presidente dell’istituto di sondaggi Ixè, in un momento così importante come la scelta del candidato leader durante un convegno nazionale, il Movimento 5 Stelle è riuscito a perdere oltre un punto percentuale, passando dal 27,6 al 26,4%: “Questo è successo principalmente per l’annuncio di Grillo, riconosciuto fino a oggi come il rappresentante unico del movimento, che si è chiamato fuori. Era il leader ombrello sotto a cui stavano i leader minori, senza di lui gli elettori si sentono in crisi”. Questo, sempre secondo Weber, ha portato il Pd a rafforzarsi leggermente (dal 25,6% al 25,9%) cominciando a raccogliere i grillini scontenti. E intanto il centrodestra aumenta considerevolmente, soprattutto Forza Italia che dal 14,6 arriva al 15,6% e Fratelli d’Italia che passano dal 4,4 al 5%. “Questo perché il centrodestra sembra per gli italiani l’unica forza capace di rispondere a una delle emergenze più sentite e cioè quella dell’immigrazione”.
Stando ai sondaggi quanto vale oggi Di Maio dopo la sua nomina? Vale più o meno del M5s?
Dati singoli su Di Maio non ne abbiamo, ma abbiamo rilevato la perdita di più di un punto percentuale del movimento.
Come mai?
E’ un fatto anomalo perché normalmente quando si vive un momento importante come la nomina del candidato leader si assiste a un rafforzamento, qui invece è successo il contrario.
Colpa delle lotte interne fra Di Maio, Di Battista e Fico?
Anche quello sicuramente, ma soprattutto dipende dal fatto che il M5s è sempre stato identificato come il movimento di Grillo. Era il “lider maximo” che sotto il suo grande ombrello teneva i leader minori. Teniamo poi conto che nei nostri sondaggi Di Battista arrivava sempre davanti a Di Maio. Chiuso questo ombrello, non essendoci più un leader unificante come lui, si assiste adesso ad alcuni scossoni perché in molti sono scontenti della scelta di uno piuttosto che di un altro.
Nonostante questi scossoni si può dire dai sondaggi che Di Maio sarà votato da tutti i grillini?
Non esistono più gli zoccoli duri e gli elettori che si muovono come masse rispetto alla chiamata dei partiti. Nel M5s l’ortodossia conta ancor meno e ancor meno l’identità, i 5 stelle sono sempre stati una forza politica che si nutriva degli insuccessi degli altri, per cui nel momento in cui il centrodestra ritrova una forza, il Pd con Gentiloni sembra aver ritrovato un equilibrio di governo, i 5 stelle soffrono la mancanza di insuccessi altrui.
In uno scontro virtuale fra Di Maio e Gentiloni, chi gode di più gradimento?
E’ un paragone ingrato che non si può fare. Gentiloni è un altro tipo di figura, i due sono incomparabili: uno leader di un movimento, l’altro presidente del Consiglio e appartenente a un partito di cui è leader Renzi. E’ vero che questo governo scontenta e divide meno gli italiani di quanto faceva il governo Renzi e questo recupero di fiducia grazie al lavoro e allo stile di Gentiloni avvantaggia il Pd, che ha recuperato un poco togliendo ossigeno proprio ai 5 stelle.
Secondo i sondaggi Renzi è in calo? O in risalita?
Il suo indice di fiducia e ancora in discesa anche se ha rallentato. Renzi era un leader a cui tutti, anche gli avversari, avrebbero dato un 7, oggi invece o piace molto a una parte prevalente del Pd, o non piace per nulla. Gentiloni piace tra il 6 e il 7, ma la media più alta è quella di Renzi.
Com’è la situazione in Sicilia?
Al momento si dice che Musumeci sia il favorito, anche se siamo molto lontani da un clima elettorale tra i cittadini.
Quali sono i temi che in questo momento interessano di più gli italiani e chi tra i partiti dà la risposta migliore?
Abbiamo visto crescere il tema dell’immigrazione, circa un terzo degli italiani lo mette tra i principali problemi dell’Italia dietro il tema del lavoro e della crescita economica. Prima era molto più in basso. Su questo tema, benché i giudizi su Minniti siano positivi, il centrodestra, ed è per questo che è in forte crescita, sembra offrire le risposte più convincenti agli italiani. L’immigrazione comunque diventerà il tema portante della campagna elettorale.