Sempre dai sondaggi Emg Acqua traiamo questa altrettanto interessanti analisi riguardo i numeri che ad oggi ci sarebbero alla Camera se si andasse a votare subito: le stime, legate alle intenzioni di voto, mostrano ancora una volta che il “morbo” della mancanza di maggioranza è ancora tutt’altro che sconfitto. Con le discussioni su una eventuale nuova legge elettorale nei prossimi mesi, al momento il sistema di voto “proporzionale” con soglia di sbarramento al 3% porta un risultato unico. L’unica vera maggioranza stabile che ci sarebbe ad oggi alla Camera dei Deputati è di natura sovransta (oltre che alquanto improbabile come coalizione) e populista, ovvero con Lega, Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia. Insieme prenderebbero 336 seggi, dunque maggioranza conquistata: tutte le altre coalizioni continuano a non avere i numeri per governare, ne il centrosinistra “puro” (197), né quello allargato ad Alternativa Popolare (200), ma neanche le Larghe Intese Renzi-Berlusconi ad oggi vedono una maggioranza con “soli” 286 seggi. Da ultimo, il centrodestra pur avanti nei sondaggi non riuscirebbe a conquistare il Governo con solo Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, rimanendo con 231 seggi a disposizione.



AFFARI ITALIANI, ELEZIONI SICILIA: IL TRANELLO A BERLUSCONI

Sempre sul fronte delle Elezioni Regionali in Sicilia, i sondaggi politici diffusi all’interno degli ambienti di centrodestra vedono un caso singolare: giocando d’anticipo su Berlusconi, Salvini e Meloni hanno trovato un leader che al momento convince eccome gli elettori intervistati finora dai vari centri di sondaggistica nazionale. In particolare, secondo i dati diffusi da Affari Italiani, il candidato di Lega-Noi con Salvini e Fratelli d’Italia Nello Musumeci sta doppiando il possibile candidato voluto da Silvio Berlusconi, Gaetano Armao. Il leader dei Siciliani Indignati, gradito dal leader azzurro, si attesta tra il 12 e il 14%, mentre il forte candidato di destra ad oggi batterebbe tutti alle urne siciliane, con un 30% che di fatto doppia lo stesso Armao. Un ticket possibile tra i due sarebbe la scelta più logica, ma i diretti interessati non sembrano ancora del tutto convinto e per questo si cercherà con il prossimo vertice a tre fra Forza Italia, Lega e Fdi si cercherà di condurre in porto l’operazione “ticket” Musumeci-Armao.



PIEPOLI, FUTURO PREMIER: DI MAIO LEADER… TRA I LEADER

È Luigi Di Maio il più probabile futuro premier per il Governo italiano dopo le urne della prossima Primavera, o almeno questo è il risultato dei sondaggi pubblicati da Piepoli nella giornata di ieri: il giovane leader mandato da Grillo, nonostante una non altissima fiducia e consenso personale, al momento batte i rispettivi rivali di centrodestra, centrosinistra e centro. Renzi, Berlusconi e Alfano vengono così schiantati dal giovane M5s, passato pochi giorni fa “abbastanza” indenne dalla prova di maturità del Forum di Cernobbio, passando per i vari temi più intensi della politica ed economia attuali. Il 24% sceglierebbe infatti Di Maio come prossimo premier, mentre solo il 17% darebbe le “chiavi” d’Italia a Matteo Renzi, e il 12% al leader azzurro Silvio Berlusconi. Da ultimo, Angelino Alfano e i centristi in caduta libera, non supera il 3%: dato interessante, per l’opzione “nessuno dei quattro” il conteggio sale vertiginosamente con un 44% di consenso. 



FERRARI NASI, CRISI UE: ANCORA FIDUCIA NEGLI STATI UNITI D’EUROPA

Secondo un dato interessante sviluppato dai sondaggi di Ferrari Nasi per il quotidiano Libero, l’Europa e le sue contraddizioni vengono messi in discussione, con l’elettorato intervistato che prova a dare la sua “lettura” con conseguente soluzione ai tanti problemi presenti nell’Europa di oggi. Immigrazione, terrorismo, difesa militare, crisi economica e scambi commerciali: il grande “imbuto” europeo accoglie una serie di soluzioni mese a punto e proposte ai vari intervistati, con questi esiti. Il 36% ritiene che “bisogna arrivare appena possibile ad una sorta di Stati Uniti d’Europa con leggi comuni e governo comuni”: la costituzione di una maggiore federazione “batte” ad oggi l’euroscetticismo che propone “un sistema con stati indipendenti ma con la politica estera e difesa militare in comune” (33%). Il 10% invece ritiene che la situazione deve rimanere “come ora, con gli stati membri indipendenti e legati principalmente da facilitazioni commerciali”. Da ultimo, solo il 9% seguirebbe la proposta di Salvini e Grillo di uscire dall’Euro e dall’Unione Europea per i troppi problemi riscontranti in questi difficili anni di unità.