De Benedetti informato da Renzi sul decreto banche Popolari: nuove polemiche coinvolgono il leader del Partito Democratico con le intercettazioni tra l’Ingegnere ed il broker Bolengo. La notizia ha riscaldato l’ambiente politico, con il candidato premier del Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio che ha colto la palla al balzo per scagliarsi contro Renzi: “E’ uno scandalo sapere che il premier, allora Matteo Renzi, mentre stava per fare un decreto legge in 25 minuti che azzerava i risparmi dei risparmiatori, chiamava De Benedetti per dirgli che stava per fare il dl e quello attacca, chiama i suoi e dice: stanno per fare il decreto legge, comprate le azioni”, riporta L’Ansa. Di Maio continua, annunciando battaglia: “Se questo è il modello del Pd, di coloro che dovevano esser la sinistra, io quel modello lo combatterò con tutte le mie forze. Non vanno votati, quei signori al massimo possiamo mandarli all’opposizione ma io sarei per mandarli a casa”. (Agg. Massimo Balsamo)



DE BENEDETTI-RENZI: LA RICOSTRUZIONE

“Compra, compra, Renzi mi ha detto che il decreto passerà”: a parlare è l’Ingegnere Carlo De Benedetti, maxi patron di Repubblica, Olivetti e del Gruppo Espresso e un tempo tessera “n.1” del Partito Democratico. Si riferisce al decreto sulle banche Popolari e lo fa con un broker in borsa, tal Gianluca Bolengo, secondo le intercettazioni pubblicate da La Stampa questa mattina in prima pagina (e riprese da tutti i media nazionali). A meno di tre mesi dalle Elezioni esce dunque una possibile “nuova grana” per Renzi, già impegnato in una difficile campagna elettorale ad inseguimento di M5s e Centrodestra: agli atti della Commissione parlamentare sulle banche dunque una conversazione tra Carlo De Benedetti e Gianluca Bolengo, banker di Intermonte sim, mette sul chi va là l’opinione pubblica sulla gestione del settore banche, ancora una volta dopo il “caso Boschi” su Banca Etruria. «Quindi volevo capire una cosa… salgono le Popolari?», chiede De Benedetti, «Sì su questo, se passa un decreto fatto bene, salgono», conferma Bolengo e quindi ancora l’Ingegnere, «Passa, ho parlato con Renzi ieri, passa».



Insomma, Renzi avrebbe dato le “assicurazioni” giuste sul decreto quattro giorni prima della sua emissione. «C’era persino un’agenzia fuori sul fatto che quella riforma si sarebbe fatta», minimizza il segretario del Pd che reputa assurdo poter sindacare su un qualcosa che non ha il benché minimo segno di reato (e qui sotto spieghiamo il perché, ndr). «Quattro giorni dopo, il 20 gennaio 2015, il Consiglio dei ministri approverà il decreto che impone alle Popolari di trasformarsi in società per azioni, tempo 18 mesi», spiega Repubblica nel segnalare che proprio in quei giorni De Benedetti con la sua Romed ha comprato titoli delle Popolari per 5 milioni di euro (tramite la Intermonte sim), realizzando una plusvalenza di 600 mila euro.



MA PER LA PROCURA NON C’È REATO

Renzi, De Benedetti e anche il vice direttore generale di Bankitalia, Fabio Panetta, nel giugno del 2016 sono stati sentiti dalla Procura di Roma che poi ha presentato una richiesta di archiviazione del caso per «mancanza di reato». In Procura infatti De Benedetti dichiara di non aver appreso nessuna informazione “price sensitive”, ma «soltanto genericamente di un intervento sulle Popolari in un tempo indeterminato, per volontà del governo». Secondo quanto spiegano le carte in mano a La Stampa, sia Renzi che Panetta hanno poi confermato che all’imminente riforma delle banche Popolari « dedicarono cenni del tutto generici e che non fu riferito a De Benedetti nulla di specifico sui tempi e sullo strumento giuridico dell’intervento».

Per i pm non ci sono reati visto che su De Benedetti non ci sono prove che sapesse la data di emissione e neanche la specificità di quel decreto. «L’Ingegnere non può quindi essere accusato di aver omesso a Bankitalia il possesso delle informazioni», si legge nelle carte pubblicate. In termini giudiziari, in attesa che il gip (da due anni) decida se accogliere o meno la richiesta dei pm, deve anche esprimersi la Commissione Banche di Casini iniziata prima delle Elezioni e che continuerà dopo il 4 marzo appena vi sarà un governo a Palazzo Chigi.