Ignazio Marino condannato per gli scontrini: l’ex sindaco di Roma è stato sanzionato per due anni in Appello perché ritenuto colpevole nel caso delle spese pazze che con la carta di Credito del Comune avrebbe fatto nei primi mesi passati al Campidoglio. Il politico è stato invece assolto per il reato di truffa. Come riporta Il Sole 24 Ore, l’avvocato Musco ha commentato: “La responsabilità di Marino è inesistente”. Sottolinea poi il legale di Ignazio Marino: “si ha l’impressione, leggendo l’atto di appello, che la procura consideri il sindaco della Capitale d’Italia, una sorta burocrate che lavora a tempo per cene. Marino è riuscito a far guadagnare alla Capitale somme ben superiori alle modeste spese di rappresentanza sostenute”. In conclusione, una battuta sul lavoro svolto dal suo cliente: “in soli 28 mesi da sindaco ha dimostrato come si potesse cambiare il volto di una città”. (Agg. Massimo Balsamo)



MARINO CONDANNATO A 2 ANNI

Alla fine il commento di Ignazio Marino arriva, dopo qualche ora dalla condanna in Appello, ed è profondamente critico verso la decisione della Corte di Roma: «a Corte di Appello di Roma oggi condanna l’intera attività di rappresentanza del Sindaco della Città Eterna. In pratica i giudici sostengono che in 28 mesi di attività, il Sindaco non abbia mai organizzato cene di rappresentanza ma solo incontri privati. Un dato che contrasta con la più ovvia realtà e la logica più elementare», inizia così la durissima nota che i legali dell’ex sindaco di Roma poche ore dopo l’altrettanto dura condanna ricevuta in Appello. «Non posso non pensare – prosegue Ignazio Marino – che si tratti di una sentenza dal sapore politico proprio nel momento in cui si avvicinano due importanti scadenze elettorali per il Paese e per la Regione Lazio. Sono amareggiato anche se tranquillo con la mia coscienza perché so di non aver mai speso 1 euro pubblico per fini privati. Con lo Studio Musco continuerò la mia battaglia per la verità e la giustizia in Cassazione». Un attacco grave che mette al centro un problema politico che avrebbe in qualche modo “condizionato” i giudici della Corte di Appello della sezione romana. Farà ovviamente ricorso e nelle prossime ore si dovrebbero conoscere anche i dettagli dei tempi e dei modi scelti dallo stesso Marino. 



LA CONDANNA IN APPELLO

Era stato assolto in primo grado ma in Appello i giudici lo hanno condannato a due anni: stiamo ovviamente parlando di Ignazio Marino, medico chirurgo ed ex sindaco di Roma prima delle dimissioni e del nuovo corso al Campidoglio a marca Raggi. È stato condannato perché ritenuto colpevole sul “bizzarro” caso degli scontrini, ovvero per le spese pazze che con la carta di credito del Comune l’allora sindaco avrebbe fatto nei primi mesi passati al Campidoglio. I reati che sono rimasti ascritti per l’ex dem Marino (da allora in rotta costante con il Partito Democratico, in special modo con il segretario Matteo Renzi che non lo ha mai difeso realmente, ndr) sono peculato e falso, mentre è stato assolto per truffa sui presunti pagamenti irregolari a un dipendente della sua Onlus Imagine. Quanto riportato oggi dall’Ansa dunque riapre la polemica “sugli scontrini” che era divenuta di carattere nazionale nei giorni di “fuoco” contro il sindaco della Capitale più discusso della storia (prima dell’attuale corso grillino). «L’allora primo cittadino avrebbe pagato delle cene, per un totale di tredicimila euro, con la carta di credito del Campidoglio ad amici e parenti», ha scritto la Procura, secondo la quale 36 di quelle 54 cene sarebbero avvenute in giorni festivi o prefestivi.



“NO COMMENT” FUORI DALL’AULA

Non ha voluto commentare davanti ai giornalisti fuori dal Tribunale l’ex sindaco di Roma: ha lasciato gli uffici del tribunale, scuro in volto per una sentenza che forse non si aspettava dopo l’assoluzione in primo grado. Anche perché Marino è stato condannato dalla Corte di Appello di Roma anche al risarcimento dei danni nei confronti del Comune di Roma, «che si era costituito parte civile, risarcimento che sarà liquidato in separata sede di fronte al tribunale civile». Per questo motivo al medico politico è stata comminata anche l’interdizione temporanea dai pubblici uffici per la durata dell’intera condanna di due anni per peculato e falso. Marino è stato invece assolto pienamente dall’accusa di truffa per alcune certificazioni redatte tra il 2012 e il 2014 su compensi riferiti a prestazioni «fornite da collaboratori fittizi, con presunta truffa ai danni dell’Inps di circa seimila euro». Per i pm c’erano gli elementi per poterlo condannare, ma secondo i giudici di secondo grado invece tali “elementi” sono insufficienti e Marino non meritava la condanna, venendo così assolto definitivamente per questo reato.