IPSOS, INTENZIONI DI VOTO: CENTRODESTRA AVANTI MA PERDE 12 DEPUTATI
La campagna elettorale entra nel vivo e i sondaggi politici acquisiscono sempre più importanza per analizzare le intenzioni di voto. Lo scenario che sta emergendo però non scioglie i dubbi sulla possibile maggioranza di governo, ma dall’ultima rilevazione di Nando Pagnoncelli di Ipsos Italia per il Corriere della Sera sono emersi piccoli scostamenti rispetto ad un mese fa. Il primo soggetto politico è il Movimento 5 Stelle con il 28,7% e un incremento del 0,5%, mentre il Pd scende al 23,1% (- 0,2%). Il centrodestra unito però si conferma in testa con il 35,9% delle preferenze, se sommiamo i consensi di Forza Italia (16,5%), Lega (13,8%), Fratelli d’Italia (4,7%) e le altre liste raccolte nel simbolo Noi per l’Italia (0,9%). Il centrosinistra unito, invece, raggiunge il 27,5% con Civica popolare all’1,8%, Insieme all’1,4% e, a patto che la lista di Emma Bonino entri in coalizione, +Europa all’1,2%, oltre ovviamente al sopracitato Pd. Sulle base di questi risultati il centrodestra otterrebbe 269 seggi (-12 rispetto a dicembre), 169 il Movimento 5 Stelle (+11), 152 il centrosinistra (+1) e Liberi e Uguali stabile a quota 27. La coalizione in vantaggio risulta ancora distante (47 seggi) dalla maggioranza assoluta di 316 deputati. (agg. di Silvana Palazzo)
SWG, GLI ASTENUTI GUARDANO A DESTRA
Seguendo il particolare sondaggio prodotto da Swg si può osservare un dato piuttosto interessante: è stato infatti chiesto a coloro che si dichiararono indecisi/astenuti nelle ultime stime elettorali di dicembre, verso quale leader e partito di riferimento si sentono più “interessati” i suddetti critici dell’attuale politica italiana. Ebbene, ovviamente il primo ad essere “preferito” è nessuno, con il 56%: dato prevedibile visto che si parla di potenziali astenuti, ma l’elemento che più desta attenzione è il primo leader verso cui si sentono orientati. È Silvio Berlusconi, con il 15% davanti a Matteo Renzi al 9%, Luigi Di Maio all’8%, Matteo Salvini al 7% e tutti gli altri sotto il 5% delle scelte. Insomma, il leader di Forza Destra ottiene ancora capacità attrattiva, dopo tutti questi anni e dopo i tanti “recuperi” effettuati nelle scorse elezioni politiche della Seconda Repubblica: è ancora lui quello più “guardato” da chi al momento non vorrebbe esprimere un voto.
EMG, INTENZIONI DI VOTO: CENTRODESTRA DAVANTI MA SENZA MAGGIORANZA
Al momento il centrodestra è saldamente in testa anche negli ultimi sondaggi elettorali di questi giorni, forniti da Emg Acqua per la Rai, eppure manca sempre la maggioranza e la “possibile” certezza di un voto che consegni a quella coalizione il governo del Paese. Di certo, stanno meglio di Pd e M5s in termini di numeri, ma Berlusconi, Salvini e Meloni – oltre che gestire le guerre intestine inevitabili più si avvicinano gli appuntamenti delle Elezioni 2018 – devono ancora recuperare altri voti per poter avere l’incarico il giorno dopo il voto del 4 marzo. In termini numerici, ecco la situazione odierna: centrodestra al 36,1%, con Forza Italia al 14,8, Lega di Salvini al 13,6%, Meloni con FdI al 5,5% e la quarta gamba Noi con l’Italia-Udc al 2,2% nazionale. Di contro, Renzi cala come Pd (14,1%) ma cresce come coalizione e addirittura arriva di poco sopra il Movimento 5 Stelle (fermo al 28,2%, anche se prima lista nel Paese): nel nuovo centrosinistra troviamo infatti oltre ai dem, Insieme (Verdi, Civici, Socialisti) all’1,5%, Più Europa Bonino all’1,4% e Civica Popolare della Lorenzin all’1% su scala nazionale. Chiudiamo con la sinistra extra Pd, ovvero Liberi e Uguali con Pietro Grasso: 5,6%, ancora troppo poco.
IPSOS, MARONI NON SI RICANDIDA MA AD OGGI VINCEREBBE
Nei sondaggi politici espressi in questi giorni da Ipsos – prima della notizia “bomba” della mancata ricandidatura di Roberto Maroni al secondo mandato in Regione Lombardia – veniva chiesto quale candidato Governatore tra i tre finora in corsa avrebbe più possibilità nel consenso elettorale. Ebbene, ad oggi, sarebbe ancora il candidato della centrodestra a vincere la tornata elettorale con il 43% dei risultati, mentre Giorgio Gori per il centrosinistra prenderebbe il 37% e Dario Violi (M5s) al momento resterebbe fuori dai giochi con il 20%. Incerti il 12%, astensione al 25% e instabilità comunque presente, a maggior ragione dopo che Maroni per motivi al momento ancora non rivelati (probabilmente in testa c’è un possibile Ministero o meglio Palazzo Chigi nell’eventualità di un centrodestra vincente alle Politiche del 4 marzo prossimo, al netto delle forti smentite sia di Berlusconi che di Salvini) ha deciso di “abbandonare” la competizione lasciando Lega e Forza Italia a dover decidere un nome. Ieri Attilio Fontana (già sindaco di Varese per la Lega di Salvini) è stato il nominato prescelto, “battendo” proprio con un sondaggio commissionato a Ghisleri la “diretta rivale” Mariastella Gelmini (Fi).