Dopo le pesanti accuse del premier Paolo Gentiloni, la sindaca di Roma Virginia Raggi ha replicato chiedendo più poteri per governare la città e meno chiacchiere prima delle elezioni politiche. Sulla stessa lunghezza d’onda Paolo Ferrara, il capogruppo M5s di Roma: «Gentiloni faccia il premier, non campagna elettorale. La loro efficienza a governare sono i 13 miliardi di debito lasciati. Le dichiarazioni di Gentiloni sono vergognose», ha scritto su Facebook. Ferrara si è poi chiesto se l’efficienza di cui ha parlato Gentiloni fosse quella dimostrata negli scorsi decenni dai governi Pd: «Quell’efficienza che ha portato Roma ad avere 13 miliardi di debito? Il premier la smetta di fare campagna elettorale. Anzi non perda tempo e nomini la Sindaca commissario del debito di Roma». Il confronto comunque poteva essere diretto, visto che Virginia Raggi era stata invitata alla Costituente per Roma, organizzata al Tempio di Adriano. La sindaca era stata invitata, ma per impegni istituzionali ha fatto sapere di non poter partecipare. (agg. di Silvana Palazzo)



LA SINDACA REPLICA: “CHIACCHIERE PRIMA DEL VOTO”

Non è tardata ad arrivare la replica di Virginia Raggi alle dichiarazioni di Paolo Gentiloni al lancio della Costituente per Roma. «Siamo in campagna elettorale, quindi ricomincia a valere il principio secondo il quale “vince” chi urla, offende e attacca l’avversario con buona pace dei programmi», così la sindaca di Roma, invitando poi il premier a impegnarsi sui decreti attuativi della legge per Roma Capitale. «Ho chiesto più volte al premier che l’esecutivo si adoperasse finalmente per attuare la legge. Il governo non ha mai risposto». Per Virginia Raggi la vera prospettiva di lungo periodo è avere «poteri» per governare, quei poteri «che hanno tutte le altre grandi capitali d’Europa», quindi «non chiacchiere prima del voto». Nel mirino della sindaca capitolina anche Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico, che ha parlato di “declino Capitale”. Ha infatti parlato di «una proficua collaborazione» con alcuni ministri, «non “urlata” in tv e giornali, che ha portato a buoni risultati per i cittadini». (agg. di Silvana Palazzo)



CALENDA E GENTILONI VS VIRGINIA RAGGI

Si sono riuniti questo pomeriggio nella Capitale al Tempio di Adriano, radunati da Roberto Giachetti per l’evento “Costituente per Roma”, il Premier Gentiloni e alcuni ministri e importanti figure della società romana. E l’attacco al Sindaco Raggi e alla gestione a Cinque Stelle della Capitale è partito praticamente subito: «Noi siamo il governo e non possiamo non avere uno spirito di collaborazione su Roma anche se talvolta questo aiuto è stato accolto con sospettosa riluttanza», spiega Gentiloni che per una volta si sbilancia in una critica pubblica molto forte per la controparte politica. Secondo il Presidente del Consiglio i rapporti tra il Governo e il Comune sono tutt’altro che positivi e una colpa importante della sindaca, per il premier, è abbastanza evidente. «Il governo c’è, apprezza lo sforzo per dare alla città un respiro lungo e sollecita tutti ad avere per Roma l’ambizione universale che questa città merita»: secondo Gentiloni il governo è impegnato da tempo per provare a dare risposte alla crisi che a Roma è stagnante da anni (con amministrazioni di centrodestra, centrosinistra e ora Movimento 5 Stelle), ma «noi siamo il governo e non possiamo non avere lo spirito di collaborazione», lasciando intuire che invece dall’altra parte del tavolo, molto spesso, quello stesso spirito manca. Risuonano e non poco le stizzite accuse che in questi mesi il Ministro Carlo Calenda ha mandato contro il Campidoglio reo, secondo il responsabile del dicastero per lo Sviluppo Economico, di non voler prendere sul serio la crisi della città e di voler soprattutto provare ad andare oltre le “consuete dinamiche di lotta politica”.



L’ATTACCO DEL MINISTRO CALENDA

E Calenda, per marcare questo punto, è intervenuto anche lui oggi alla Costituente per Roma: «Io sono anche per istituzionalizzare il tavolo per Roma, io ci credo ancora ma i segnali finora non sono incoraggianti: io non ho un processo di lavoro, io materiamente non ho una controparte. Le risposte della sindaca sono ‘non vengo, forse mando qualcuno, non posso fare la delibera…». Per Calenda la richiesta è sempre la stessa: «cara Virginia Raggi, partecipa in prima persona mettendoci capitale politico e di lavoro. Altrimenti passa il cadavere della capitale molto prima di quello di chi la sta gestendo», sottolinea molto duramente il ministro. In un secondo momento ha poi aggiunto davanti alla platea del Tempio di Adriano come la crisi di Roma sia anche una crisi di struttura industriale e di specializzazione settoriale. «Le capitali, però, sono un pezzo del tessuto economico fondamentale per lo sviluppo. Se manca Roma manca una porzione significativa del tessuto economico nazionale», conclude Calenda. Irritata e immediata la reazione dei Cinque Stelle romani, affidate al post su Facebook di Paolo Ferrara (capogruppo M5s in Campidoglio): «Gentiloni faccia il premier, non campagna elettorale. La loro efficienza a governare sono i 13 miliardi di debito lasciati. Le dichiarazioni di Gentiloni sono vergognose. L’efficienza di cui parla è per caso quella dimostrata negli scorsi decenni dai governi Pd? Quell’efficienza che ha portato Roma ad avere 13 miliardi di debito? Il premier la smetta di fare campagna elettorale. Anzi non perda tempo e nomini la Sindaca commissario del debito di Roma».

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