Non si placano le polemiche politiche il giorno dopo dello “show” lanciato da Silvio Berlusconi nel pomeriggio domenicale: dopo aver accusato i grillini di non sapere lavorare e di essere sottoposti ad una sorta di setta comandata da un “vecchio comico”, arriva la piccata risposta del Movimento 5 Stelle con le parole di Danilo Toninelli. «Berlusconi è ossessionato da noi, non fa altro che pensare a noi e denigrarci con notizie fasulle, è un vero disinformatore ma pare non perdere la sua vis comica. L’ex cavaliere, condannato e incandidabile, infatti, afferma che il MoVimento 5 Stelle porterebbe il Paese al disastro. E questo lo dice chi ha già portato l’Italia al disastro», ha spiegato il capogruppo M5s in Commissione Affari Costituzionali e membro forte del “direttivo” Di Maio. «Abbiamo dimenticato cosa è stato il suo governare fino al 2011? Berlusconi ha già portato l’Italia a un passo dalla bancarotta, per questo è stato costretto alle dimissioni con le seguenti manifestazioni di giubilo dei cittadini. Berlusconi è una certezza: ha già fallito, ha già portato il Paese sull’orlo del baratro». La sfida è sempre di più Berlusconi-M5s e Salvini-Renzi, con le dinamiche che continuano ad intrecciarsi e che potrebbero far intuire qualche scenario non utopico la mattina dopo il voto del 4 marzo. 
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LA GUERRA A DI MAIO

La guerra a Luigi Di Maio è lanciata: il Movimento 5 Stelle è il nemico numero 1 per Silvio Berlusconi che da Domenica Live ha scelto di porre la sua campagna elettorale con la “svolta” anche a livello d’immagine. Non ci sono foto infatti sul manifesto elettorale, scelta di tornare alle origini del 2001 quando nella clamorosa vittoria in recupero del Cav non ci furono foto ma solo slogan, brevi e corti. Come spiega il nuovo stratega della comunicazione di Forza Italia, Antonio Palmieri, «Spazio, dunque, allo slogan. “Onestà, esperienza, saggezza”, accanto all’annunciatissimo “Berlusconi presidente”. La necessità è quella di far conoscere il simbolo che è nuovo, a maggior ragione visto che la campagna elettorale è molto corta», spiega al Tempo il “guru” scelto da Berlusconi. «Il M5s è una setta e sono peggio dei comunisti nel ’94»: quanto detto ieri da Silvio nel “cortile di casa” a Domenica Live viene ribadito con forza anche dalle scelte di immagine e di “marketing” per questa campagna elettorale. «Loro si sono appropriati della parola onestà, noi ce la riprendiamo. Per noi è un prerequisito della politica. La nostra storia è fatta da persone che hanno sempre dato grande prova di sé, a partire dal nostro leader: abbiamo voluto effettuare un attacco frontale sui competitor su una caratteristica rispetto alla quale si sono intestati un monopolio che non esiste», conclude Palmieri. 



“NON VOTARE È COME SUICIDARSI’

Un commento finale Silvio Berlusconi lo ha voluto lanciare a Domenica Live ed è roboante come i vecchi tempi, quasi choc: «non andare a votare il 4 marzo è come suicidarsi». I leader azzurro ha così voluto rimarcare con forza il motivo per cui secondo lui non ha alcun senso porre l’astensione a questa tornata elettorale, davanti al “pericolo” a Cinque Stelle che attende l’Italia nei prossimi mesi. Una “setta” che rischia di portare il Paese al collasso, secondo Berlusconi, che così intende puntare tutti i suoi sforzi contro i grillini in una campagna elettorale sempre più bizzarra e senza grandi contenuti “realistici” promossi. Intanto arrivano le prime reazioni alle parole lasciate durante Domenica Live, e Matteo Renzi brucia tutti per il tempismo: «Berlusconi ha detto che firmare il trattato di Dublino è stato un errore di “Renzi e della sinistra”. Da quel momento i migranti che arrivano in Italia, vanno gestiti dall’Italia, da sola. Un solo dettaglio: quel trattato non l’ho firmato io. L’ha firmato lui, nel 2003». 




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CESSIONE MILAN E REDDITO DIGNITÀ

Una seconda parte ancora spumeggiante – nonostante qualche “strafalcione” sui “carabinieri inglesi” e “i premi nobili” invece che Nobel – per Berlusconi in diretta a Canale 5: reddito di dignità, problema immigrazione e anche cessione del Milan. «Un reddito di dignità: se le entrate mensili di una famiglia sono sotto l’importo di una certa dignità, allora non sono più i cittadini che devono dare allo Stato ma è il contrario», spiega l’ex Cav a Domenica Live, aggiungendo che l’equazione “meno tasse su famiglie, imprese e lavoro” è quella in grado di fare in modo che le «famiglie possano consumare di più, le imprese produrre di più e si possa creare più lavoro. Una situazione che garantirebbe anche più entrate e fare sì che lo Stato possa quindi aiutare i cittadini rimasti indietro. Bisogna applicare certe formule di governo, e al governo non devono andare politici di professione ma persone capaci che abbiano dimostrato di saper raggiungere risultati difficili». Il problema degli immigrati tocca un argomento fortemente “salviniano”, con Berlusconi che attacca i governo di centrosinistra: «Bisogna intervenire con l’Ue, che deve essere costretta da noi a stipulare trattati con tutti i Paesi costieri e di origine dei migranti e procedere a riportare i migranti indietro. E’ un problema serio che dobbiamo affrontare innanzitutto fermando i migranti alla fonte». La conclusione sulla “scottante” vicenda del Milan e la sua cessione, Berlusconi chiarisce una volta per tutte: «Tutte le volte che ci sono campagne elettorali e che si profila una mia vittoria, se ne inventano di tutti i colori. Questa volta – spiega il leader di Forza Italia – se ne sono inventata una che è stata prontamente smentita dalla procura. Il fatto che si sia profittato della vendita del Milan per portare in Italia capitali che erano fuori dal paese non è corrispondente al vero, ma farlo sarebbe da persone senza intelligenza».

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“M5S? UNA SETTA COMANDATA DA UN VECCHIO

«Il Movimento 5 Stelle è una setta comandata da un ex comico e dal figlio sconosciuto del suo socio fondatore; sono un pericolo per il Paese»: Silvio Berlusconi carico e super illuminato (per una volta più di Barbara D’Urso, ndr) negli studi di Domenica Live. Un programma elettorale sciorinato senza grandi svarioni, rispetto al recente passato, ma con un unico nemico contro: non è Renzi, snobbato ormai, ma Beppe Grillo e Luigi Di Maio: «siamo ad un caso molto vicino al 1994: allora scesi in campo perché altrimenti il partito comunista dopo Tangentopoli e Mani Pulite sarebbe andato al potere. Solo mia discesa in campo evitò tutto questo». Oggi il pericolo è ovviamente il M5s: «è una forza ribellista, populista e pauperista, più pericolosa dei post-comunisti di allora, non hanno mai lavorato e guardano a chi lavora con grande invidia. Un odio continuo verso i produttori di benessere di questo paese: difficile chiamarlo partito ma è una setta che prende ordine dal vecchio comico e dal figlio sconosciuto del socio, cambiano sempre parere e credo che porteranno il Paese allo sfascio se vinceranno». Poi si torna sui punti “tecnici” e dunque la cantilena ritorna: flat tax, «piano rivoluzionario per abbassare le tasse come in Hong Kong, c’è una unica aliquota pari o inferiore a quella più bassa ovvero il 23% in Italia, e la dichiarazione dei redditi sarà di una unica pagina, semplice e diretta», e ovviamente pensioni con la conferma delle “minime a 1000euro!” e reddito di dignità. 

BERLUSCONI A DOMENICA LIVE

Silvio Berlusconi oggi pomeriggio alle ore 17 sarà in diretta a Domenica Live nello studio di Barbara D’Urso per continuare il suo tour di campagna elettorale verso le Elezioni 2018 del prossimo 4 marzo: lo ha detto lui stesso in un avviso sui social preceduto dalla presentazione ufficiale del primo manifesto elettorale che vedremo nelle città a partire dai prossimi giorni. «Ecco il nostro primo manifesto per questa campagna elettorale. Nei prossimi giorni sarà visibile nelle città. Nel frattempo, aiutaci a farlo vedere anche online! Grazie per il tuo sostegno»: nel manifesto si leggono tre parole in maiuscolo, i “tre caratteri” della campagna di ritorno di Berlusconi alle Politiche. Onestà, esperienza, saggezza: con questi tre punti il leader di Forza Italia punta tutto sulla sfida contro i populismi del M5s (e in maniera minore anche contro i rivali interni della Lega) e i fallimenti del centrosinistra, come più volte ripetuto da Berlusconi in questi ultimi giorni di interventi. La leadership interna da un lato – con gli scontri su Legge Fornero, Job’s Act e candidature in Lombardia e a livello nazionale – e la sfida ai giudici dall’altro – «So per certo che Davigo è stato a Genova, a casa di Grillo, per tre volte. E so che hanno stretto l’ accordo per fare il governo, con otto magistrati come ministri» – metterà di nuovo Silvio al centro della sfida politicia-mediatica, ancora una volta e nonostante il 2018 in cui siamo.

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IL CASO MILAN E L’ATTACCO AI CINQUE STELLE

«Mi rivolgo a chi pensa di non votare. Sapete cosa accadrebbe a voi e alle vostre famiglie se vincessero i Cinquestelle», chiedeva Berlusconi l’altro giorno a Porta a Porta e siamo certi lo riproporrà anche oggi come spunto iniziale della sua lunga “prolusione” negli studi di Domenica Live. Da Grillo a Di Maio, l’attacco del Cav è diretto ormai con costanza contro la “Casaleggio Associati in politica” provando così a prendere il ruolo di anti-populismo a Renzi e al centrosinistra. «Non penserete che – se vincessero – lascerebbero il giocattolo a quel ragazzotto che non prenderei nemmeno come fattorino nelle mie aziende, vero? Dietro c’ è altro». L’ipotesi di D’Avigo e dei magistrati che dicevamo prima resta uno degli attacchi più spinosi messi in campo da Berlusconi, vista anche l’ira di risposta del magistrato e degli stessi grillini, pronti a querelarlo. Ma negli ultimi giorni la mente di Berlusconi deve affrontare un altro difficile “problema” legato al Milan, e non per questioni sportive: lo scoop della Stampa che ipotizza un reato di riciclaggio come ombra alla cessione ai cinesi della società rossonera ha suscitato un vero terremoto mediatico e giornalistico, anche se finora la Procura di Milano stessa ha negato qualsiasi coinvolgimento di Berlusconi in ambito giudiziario per la cessione del Milan.

Durissima la presa di posizione di Mediaset e Marina Berlusconi anticipano l’ospitata forse ripara-guai proprio negli studi “di casa” a Cologno Monzese: « L’uscita dei due quotidiani, in piena campagna elettorale, l’enorme spazio e i toni riservati ad una notizia che era già stata segnalata come falsa e che falsa è stata confermata dalla Procura della Repubblica, non lasciano dubbi sulle reali intenzioni di questa operazione. Condotta peraltro, sarà un caso?, proprio nei giorni in cui Carlo De Benedetti è sulle prime pagine per presunte vicende di insider trading.“La Stampa” e il “Secolo XIX” stamane hanno davvero scritto una pessima pagina di giornalismo. Un giornalismo che, impegnato nella sacrosanta guerra contro le fake news, non merita di vedere la propria autorevolezza mortificata da chi, in redazione, utilizza notizie false per logiche di parte. L’antiberlusconismo acceca ancora fino a questo punto».

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