Parlamentarie M5s nel caos? Non per Luigi Di Maio. Il candidato premier del Movimento 5 Stelle smentisce: «Non è vero che il sistema è andato in tilt. Abbiamo fatto una selezione ferrea di chi si poteva candidare. Non siamo una navicella che porta chiunque in Parlamento», ha dichiarato ai microfoni di Radio 24. Di Maio ha poi attaccato la stampa per il modo in cui ha parlato delle Parlamentarie pentastellate: «Ogni volta leggo sui giornali caos, incapacità. Peccato che poi quando i partiti fanno le primarie e si comprano le tessere, nessuno lo scrive mai…». Infine, ha dichiarato che gli aspiranti parlamentari che si sono autocandidati erano diecimila e «sono stati selezionati in maniera ferrea». Ma su Twitter non si ferma la richiesta #annullatetutto. Infatti, come riportato dal Sole 24 Ore, è già partito il primo ricorso d’urgenza da parte degli esclusi: lo ha presentato il giornalista Antonello Troya al comitato elettorale M5s e al tribunale di Paola chiedendo i motivi della sua esclusione. (agg. di Silvana Palazzo)



VERSO PROROGA VOTO, LA RIVOLTA DEGLI ESCLUSI

Le Parlamentarie del Movimento 5 Stelle avevano scadenza questa sera alle ore 21: già, il tempo verbale (e il nostro titolo) già vi fa capire l’antifona che puntualmente si ripresenta nei voti online del partito che si candida a guidare il Paese per i prossimi 5 anni. Il blog di Beppe Grillo e il sistema che gestisce tutte le votazioni dei grillini, Rousseau (in mano alla Casaleggio & Associati) sono in tilt da ore e non raggiungibili da tutti gli utenti. Per questo motivo, come già previsto dagli stessi vertici M5s negli scorsi giorni, vi saranno delle proroghe per le “code virtuali” fino a domani 18 gennaio, dalle ore 10 alle 14. Per gli iscritti alla nuova associazione M5S – quella con indicati Luigi Di Maio come capo politico e Beppe Grillo come garante – sarà possibile esprimere fino tre preferenze nel proprio collegio plurinominale della Camera e tre per quello del Senato. In questo modo vengono composti i cosiddetti “listini bloccati” da presentare alle Elezioni del 4 marzo prossimo premiando i più votati online: vip e meno vip, parlamentari e finanche Luigi Di Maio stesso, si sono sottoposti al giudizio della rete per esprimere tutti i prossimi candidati alle urne, mentre per i collegi uninominali la base M5s è al lavoro per decidere i nomi da presentare alla volta della scadenza imposta dal Viminale (entro il 29 gennaio, ndr). Ecco, però la piattaforma funziona con il contagocce e la proroga resta di fatto quasi inevitabile ad un’ora e mezzo dalla teorica chiusura delle Parlamentarie.



LA RIVOLTA DEGLI ESCLUSI

«Votare su Rousseau è roba da fanta-horror»; «Qualcuno mi sa dire come mai nella circoscrizioni di Roma, per la Camera, circa il 10% di profili risultano vuoti, o senza foto o senza cv o entrambi?»; «È normale che ci siano tutte queste difficoltà per votare?». Sono solo alcuni dei commenti degli iscritti M5s che starebbero cercando di votare alle Parlamentarie e si trovano invece davanti a difficoltà considerevoli, posto che come sempre accade nelle votazioni del Movimento i tempi sono strettissimi e con comunicazioni non esattamente “largamente” anticipate. Ma i problemi non riguardano solo il voto, ma proprio la candidatura stessa: non sono pochi infatti i nomi “esclusi” e che si sono ritrovati non inseriti nelle liste votabili online in queste Parlamentarie. Il tutto è frutto della nuova regola della Casaleggio che assegna al figlio del fondatore e Luigi Di Maio la possibilità di “selezionare” le candidature e arrivare all’esclusione per svariati motivazioni. «Se sono stato escluso per le mie esternazioni non in linea me lo devono dire e la chiudiamo qui. Io non sono mai stato fedele a nessuno e sono fiero di essere una persona libera e incontrollabile»: così spiega a Huffington Post il deputato M5s Francesco Cariello, “tagliato” ufficialmente per motivi di carichi penali pendenti, ma probabilmente rimasto fuori proprio per la sua linea non proprio conforme alla nuova base grillina. «La condanna è il motivo della mia esclusione? Macché, sappiamo perché mi hanno escluso. E non me lo hanno neanche detto prima, se l’avessero fatto, avrei io rinunciato alla candidatura». Come lui anche altri parlamentari non si sono ritrovati nelle liste: senza essere avvisati e senza ancora un motivo “officiale”. «La presentazione della candidatura, dicono, rappresentava una “disponibilità” ma comunque doveva essere vagliata dal Movimento», spiega lo staff M5s, che però non fa altro che rinfocolare la polemica invece che spegnerla.

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