INDEX, LE PROMESSE ELETTORALI: QUALI SONO LE PIÙ CREDIBILI?

In questi primi giorni di campagna elettorale di “promesse” ne abbiamo viste già parecchie: i sondaggi di Index hanno tentato di capire quali tra le principali promesse elettorali fatte da Renzi, Berlusconi, Salvini, Di Maio e compagnia sono più credibili e realizzabili, e quali invece molto meno. Ebbene, si scopre che il 6,9% degli elettori intervistati ritengono “realizzabile” la promessa di riduzione delle tasse, un po’ la madre di tutte le promesse elettorali ad ogni appuntamento alle urne nazionali. Segue, e molto distante, l’abolizione della Legge Fornero proposta da Lega (ma Berlusconi in coalizione non è d’accordo) e Movimento 5 Stelle, col 3,5%. Al terzo posto la promessa di Renzi sull’abolizione graduale del canone Rai vede un 3,3% di possibile realizzazione, seguito poi dalla proposta principe dei Cinque Stelle sul reddito di cittadinanza per tutti (al 2,1% e quindi non molto credibile). Chiude la “sparata” sul milione di posti di lavoro nuovi (un Berlusconi revival) con solo lo 0,3% di credibilità elettorale. 



IPSOS, SIMULAZIONE ROSATELLUM BIS: CENTRODESTRA IN TESTA

Secondo i sondaggi prodotti e pubblicati il 18 gennaio da Ipsos, le intenzioni di voto “simulate” con il Rosatellum Bis, l’attuale legge elettorale, mostrano una situazione piuttosto complessa che al momento non darebbe nessuna maggioranza nel Paese. Nella simulazione dei seggi conquistabili alla Camera, il risultato dell’indagine Ipsos dà al centrodestra il vantaggio netto alle urne con la conquista complessiva di 269 seggi, contro i 169 del Movimento 5 Stelle, i 152 del centrosinistra e i 27 di Liberi e Uguali. Scendendo nelle pieghe delle analisi si scorge che di quei 269, 134 sono garantiti alla coalizione che ha raggiunto la firma del programma a Palazzo Grazioli per il solo “maggioritario”, mentre sul proporzionale vengono raccolti 68 seggi da Berlusconi, 51 da Salvini e 16 da Fratelli d’Italia. 52 sono i seggi del maggioritario grillino, mentre 117 quelli vinti con il proporzionale; per il Pd invece sono 107 i seggi conquistati in teoria, con 45 raccolti invece dal maggioritario.



DEMOPOLIS, LE INTENZIONI DI VOTO: SALVINI IN CALO, LEU SUPERA FDI

Silvio Berlusconi aumenta consensi più di Matteo Salvini e il Partito Democratico non vive certo il suo miglior periodo elettorale: i sondaggi tenuti da Demopolis verso le Elezioni del 4 marzo prossimo danno questi principali “esiti”, oltre al confermato primo posto tra le liste singole per il Movimento 5 Stelle. Il 29,2% ad oggi voterebbe i Cinque Stelle alle urne, un consenso che cresce nonostante gaffe e “scivoloni” su varie tematiche (dai vaccini fino alla gestione del Comune di Roma). Dietro invece Renzi perde ancora e si ritrova al 23,5%: meglio Forza Italia della Lega (15,6% contro il 13,8% di un Salvini in calo). Per quanto riguarda i piccoli partiti, ancora non sfondano gli ex Pd di Liberi e Uguali (Mdp, Sinistra Italiana e Possibile) con il 6,5%, comunque davanti a Fratelli d’Italia con il 5% e le altre piccole liste dei due opposti schieramenti. Coalizione di Centrosinistra (Civica Popolare, +Europa, Insieme, SVP) raccoglie il 3,5% mentre le altre liste di Centrodestra (Noi con l’Italia, UDC) prenderebbero l’1,9% su scala nazionale.



WINPOLL, REGIONALI LAZIO: IN TESTA NICOLA ZINGARETTI

Non solo Lombardia e non solo Elezioni Politiche nazionali nel futuro del 4 marzo 2018: la Regione Lazio è chiamata a rinnovare il Consiglio Regionale e ovviamente anche il suo Governatore e al momento, secondo i sondaggi distribuiti da Winpoll Scenari Politici sarebbe ancora in vantaggio il ricandidato Nicola Zingaretti sostenuto dal Pd e forse anche da Liberi e Uguali (ma Grasso, come per la Lombardia, deve ancora decidere se fare l’apparentamento con Renzi oppure no). In termini numerici, la sfida per un Zingaretti 2.0 vede un 37,6% di consensi, un buon margine di vantaggio su Roberta Lombardi (la nemica storica di Virginia Raggi, ndr) del Movimento 5 Stelle con il 29,3%. Il centrodestra si conferma non in ottima salute nel Lazio con il 21,5% del candidato possibile ma ancora non confermato Maurizio Gasparri, che assomma i voti di Forza Italia, Lega Nord e della capofila in questa regione Fratelli d’Italia.