C’è rimasto male Matteo per le parole di elogio spese da Silvio Berlusconi nei confronti del presidente del Consiglio in carica Paolo Gentiloni. Una nuova grana per il centrodestra quindi? Con Meloni e Salvini pronti a gridare all’inciucio?
Attenti però, perché non è il Matteo “de Milan” quello che l’ha presa peggio; ma l’altro Matteo! Addirittura arrivando ad urlare ai suoi collaboratori: “dopo tutto quello che ho fatto per lui! Io l’ho resuscitato. Io ho fatto fuori i comunisti dal Pd e lui mi ringrazia così…”.
A parlare, anzi ad urlare in questo modo è Matteo Renzi. Furibondo per la strategia di campagna elettorale del cavaliere che semplicemente si prefigge di ignorarlo e di spostare l’attenzione sui 5 Stelle, relegando il segretario Pd al ruolo di comprimario. Dell’uomo che si è autoisolato condannandosi alla marginalità.
Matteo non ci sta. E da giorni è attaccato al telefono nel tentativo di ritornare interlocutore privilegiato dell’uomo di Arcore.
Ma da quelle parti non ci sentono e più che ribadire che non intendono occuparsi delle questioni interne degli altri partiti altro non concedono. Sono finiti i tempi del “l’unico leader in Italia è Renzi”, appunto, di berlusconiana memoria. Non solo il vecchio re si è ripreso lo scettro e non intende mollarlo, ma dicono i bene informati che consideri Renzi come un ragazzo fortunato quanto maldestro. Uno che ha vinto tutto alla lotteria della politica e tutto ha sprecato in poco tempo per voler strafare.
Il telefono intanto continua a squillare. “Volevo fare al presidente gli auguri di Natale… volevo augurare a Silvio buon 2018…”. Ma a Villa San Martino gli unici numeri presi in considerazione in questo momento sono quelli delle percentuali della coalizione di centrodestra sfornati dall’onnipresente Alessandra Ghisleri.
Tutto il resto può aspettare. Fino al 4 marzo 2018. E il telefono resta muto.