«L’alleanza intesa come un cartello elettorale anche se non si ha nulla in comune, insomma quella che noi chiamiamo accozzaglia, non ci interessa. Per noi non rappresenta un sistema con cui amministrare l’Italia. Noi andiamo soli e io credo che, siccome prenderemo molti voti, quando Mattarella ci darà l’incarico ci presenteremo davanti alle Camere dicendo che vogliamo fare alcune cose, come l’aumento delle pensioni minime, e vediamo gli altri cosa dicono», ha spiegato un Alessandro Di Battista elegante e insolitamente moderato davanti al pubblico di casa Berlusconi. Si scalda sui vitalizi e sul gioco d’azzardo, promettendo una “rivoluzione a Cinque Stelle” e ottenendo l’alzarsi festante del pubblico – con Barbara D’Urso anche lei “insolitamente” pacata. «Noi i vitalizi li aboliamo per davvero, a differenza di questi partiti che i soldi per rinnovare ogni volta li trovano», attacca Dibba. Il carismatico leader grillino conferma che non si candida, «Avevo deciso nel 2014 di non ricandidarmi. Per il M5s si può fare politica anche fuori dalla istituzioni e voglio dimostrare che non siamo attaccati alle poltrone», e sopratutto difende il suo Movimento contro gli attacchi di Berlusconi e Forza Italia: «Noi non facciamo parte di nessuna setta, ma piuttosto che espatriare come fanno tanti giovani ci rimbocchiamo le maniche. Siamo persone perbene e di nessuna setta al contrario di quello che dice Berlusconi». Verso la fine della puntata, Di Battista riesce nell’impresa di far aprire i “tre regali” portati alla D’Urso: un libro sui progetti fatti da Dibba in passato, l’elenco di tutti i deputati in Parlamento con relative professioni prima di entrare in politica – è un’altra risposta alle critiche feroci lanciate dal Cav una settimana fa sempre a Domenica Live – e la foto di due ragazzi che hanno aperto un bar “grazie” ai soldi risparmiati dagli stipendi dei Parlamentari M5s riconsegnati allo Stato. «Di Battista si è portato i regali da solo…», commenta sarcastica Barbarella davanti ad un Dibba comunque a suo agio, anche se forse troppo poco “pungente” rispetto al solito.
I TRE REGALI PER BARBARA D’URSO
«Non facciamo parte di nessuna setta e non siamo incapaci o trogloditi: il presidente Berlusconi ci dipinge così.. il suo nome posso dirlo o mi casca un faro addosso?». Esordio show di Alessandro Di Battista – elegantissimo ed altissimo – negli studi di Barbara D’Urso nell’ultima parte della trasmissione che vede l’approfondimento politico verso le Elezioni 2018. Inizio col “giallo” con il buon Dibba che consegna «tre regali per te Barbara, sono tre verità», con la padrona di casa spiazzata che però non intende aprirli subito per non fare uno “sgarbo” rispetto a quanto avvenuto una settimana fa con Berlusconi: «con il presidente i regali li avevo aperti in un secondo momento», spiega la D’Urso, con Di Battista che replica, «ma noi non abbiamo nulla da nascondere, siamo trasparenti e vogliamo donarti questi tre regali». Accordo fatto: si apriranno verso la seconda parte dell’intervista, così da far felici tutti. Si parte poi con il tema dei vaccini: «non è vero che sono contro i vaccini. Abbiamo come M5s votato contro decreto Lorenzin, ma non perché non crediamo nei vaccini. Se obiettivo è massima copertura nazionale, si possono avere idee diverse per questa direzione e l’obbligo non sempre permette il raggiungimento di questa copertura. Campagne di sensibilizzazione e accompagnamento genitori possono essere strade diverse e noi le sosteniamo: ma almeno basta col dire che noi siamo contro i vaccini, non è vero».
LA PRIMA VOLTA DALLA D’URSO
Non si candida eppure anche per queste Elezioni 2018 Alessandro Di Battista è uno dei volti centrali del Movimento 5 Stelle: oggi addirittura accade l’impensabile solo qualche anno fa, con il buon “Dibba” che sarà ospite per una Barbara D’Urso intervista a Domenica Live. Lui e Di Maio fino a qualche anno fa, su stretta direttiva di Beppe Grillo, sfuggivano la tv e specialmente le “tradizionali” trasmissioni popolari di Mediaset perché “dovevano imparare a non rimanere inglobati dal piccolo schermo”. Ecco, il tempo è cambiato e per conquistare ancora più voti, ora il leader “carismatico” dei grillini si presenta nella tana del nemico Berlusconi che solo una settimana fa accusava, proprio di fronte alla D’Urso, i grillini di essere «incapaci, senza lavoro e pericolosi come una setta». Con un video lanciato su Instagram poche ora fa, si vede Alessandro Di Battista con la compagna Sahra e il piccolo figlio Andrea da poco nato: «Siamo sul treno, stiamo andando a Milano. Oggi sono ospite della Barbara D’Urso, speriamo di convincere qualche berlusconiano. Spero di portare la nostra voce, speriamo! Siamo forti!».
IL TOUR “PROVOCATORIO” DI DIBBA
Di Battista presenterà i punti principali del programma M5s, nel giorno in cui al Villaggio Rousseau di Pescara il capo politico Luigi Di Maio e Davide Casaleggio diranno i nomi dei candidati alle prossime politiche del 4 marzo. Ma sopratutto parlerà per la prima volta davanti alla D’Urso che spazierà negli argomenti fino, sicuramente, a toccare la sua toccante esperienza da novello papà raccontata nel bel libro scritto negli ultimi mesi. Nel video si vede a fianco di Sahra e figlioletto ma non è detto che anche loro ci saranno in studio per intervenire durante l’intervista. Ieri durante un incontro a sostegno di Roberta Lombardi per le Regionali del Lazio, lo stesso Dibba ha spiegato ancora meglio il suo intervento di oggi a Domenica Live: «Prima non andavamo in televisione perché dovevamo studiare, ora l’abbiamo fatto e siamo dovunque. Domenica andrò da Barbara D’urso, ci devo andare perché pensano che siamo trogloditi con la clava». Che del resto il tour elettorale di Di Battista fosse alquanto “provocatorio” già lo si era capito guardando i luoghi dove parlerà il giovane “trascinatore” di fole grilline: «Io il primo febbraio parto in tour, farò un comizio ad Arcore, uno a Rignano sull’Arno e uno a Laterina, l’ultimo che farò. L’obiettivo, da non candidato è fare arrivare il più possibile consensi al M5S». Insomma in casa di Berlusconi, di Renzi e della ex ministro Maria Elena Boschi. Non si candiderà in Parlamento, come ha più volte ripetuto, ma il suo impegno nel Movimento resta in primissima fila.