Pesanti dichiarazioni dell’ex ministro Cécile Kyenge, che ai microfoni di Radio Cusano Campus ha risposto alle esternazioni di Matteo Salvini, col leader della Lega che aveva dichiarato: “La Lega, come ormai agli italiani è evidente, è l’unico argine al razzismo.” L’ex ministro non sembra però essere d’accordo: “Salvini può benissimo affermare che gli italiani non sono razzisti e io l’ho sempre ribadito dal primo giorno in cui sono stata duramente presa di mira da molte persone. Il punto è: la Lega è un partito razzista o no? Lo è. Le parole di Attilio Fontana rievocano altri periodi e istigano all’odio razziale. Salvini ha preso le difese Fontana. Se si difendono i propri iscritti che portano avanti un’ideologia da cancellare nel nostro Paese, allora quel partito ne condivide anche le idee. E non è da oggi che la Lega si trova a sostenere persone che fanno dichiarazioni del genere. Mi auguro che Forza Italia prenda nettamente una posizione sul tema, formando una coalizione elettorale con la Lega. E sul tema del razzismo la Lega è campione.” (agg. di Fabio Belli)



TOSI: “IO EPURATO DAL SEGRETARIO”

Non si placano le polemiche interne ed esterne alla Lega in questo primo scorcio di campagna elettorale con Matteo Salvini che oltre ai sondaggi in calo vede la forte concorrenza interna di un Silvio Berlusconi rivitalizzato dall’avvicinarsi delle Elezioni. Dopo Maroni e il ricorso presentato da un candidato di Gianni Fava, ora è l’ex leghista Flavio Tosi ad attaccare senza remore il suo ex segretario Salvini: «mi ha eliminato. La Liga veneta da sempre “schiava” dei lumbard», è il senso forte dell’intervista rilasciata al Mattino di Padova quest’oggi. L’ex sindaco di Verona e fondatore di “Fare!” confessa tutta la sua acredine politica contro Salvini e manda un messaggio importante a tutti i non-salviniani ancora interni alla Lega: «Bisogna rileggere la storia della Liga per capire che il comportamento di Salvini è coerente: ogni volta che in Veneto abbiamo rivendicato l’autonomia dalla Lega Lombarda abbiamo fatto la stessa fine: siamo stati epurati. Io sono il terzo segretario cacciato dal partito, prima di me è toccato a Franco Rocchetta, il padre di tutte le leghe e poi a Fabrizio Comencini. La Lega Lombarda fin dal 1990 ha sempre esercitato il suo dominio su Venezia».



In particolare, Tosi si sente un “epurato di lusso” come altri big leghisti che dunque dovrebbero seguire il suo “percorso” e uscire al più presto dal partito in mano a Salvini: «Nella lista degli epurati bisogna aggiungere Giancarlo Gentilini a Treviso e Roberto Maroni a Milano e credo che anche Umberto Bossi sia ridotto al silenzio. Ciò conferma che la questione Flavio Tosi non è personale ma si colloca nella dinamica di scalata al potere di Salvini, che sta epurando ogni avversario interno». (agg. di Niccolò Magnani)

RICORSO ANTI-SALVINI: “SEGRETARIO ILLEGITTIMO”

C’è un colpo di scena dietro l’angolo ad attendere Matteo Salvini in questa campagna elettorale per le Politiche 2018? Difficile, ma allo stesso tempo possibile. Come anticipato dall’Huffington Post, infatti, è stato presentato al Tribunale civile di Milano un ricorso d’urgenza che sostiene l’illegittimità dell’elezione a segretario federale della Lega Nord di Salvini. A presentare il ricorso è stato uno dei candidati nel listino di Gianni Fava, suo sfidante all’epoca delle primarie. Nel ricorso si chiede la sospensione in via “cautelare” della “nomina di Matteo Salvini quale segretario federale della Lega Nord” e l’inibizione dell’eurodeputato milanese “anche in relazione alle elezioni politiche fissate per il 4 marzo”. Un attacco in piena regola quello della minoranza leghista – mai riconosciuta da Salvini nonostante il 17,3% ottenuto – che vede concreto il rischio di essere esclusa all’atto della composizione delle liste e che a più riprese ha espresso il proprio dissenso rispetto alla svolta nazionale impressa dal segretario a discapito della causa nordista.



In questo senso a rientrare in gioco potrebbe essere addirittura Umberto Bossi. Nel ricorso, infatti, si chiede che nel periodo di sospensione Salvini venga sostituito dallo sfidante Gianni Fava o in alternativa che sia disposta “l’immediata assunzione dei poteri e delle competenze del consiglio federale da parte del presidente federale Umberto Bossi ai sensi dell’articolo 14 dello statuto della Lega”. Alla base del ricorso alcune presunte irregolarità legate al deposito e alla stesura del listino collegato a Salvini. (agg. di Dario D’Angelo)

SALVINI, “LEGA UNICO ARGINE AL RAZZISMO”

È un Matteo Salvini che punta tutto sulle Elezioni: è il momento decisivo, quello in cui il leader della Lega o fa il “salto di qualità” finale oppure rischierebbe di rimanere per molto tempo nella politica “di secondo piano”. Lo sa e per questo spinge anche per battere tutta la concorrenza interna: dopo aver strigliato l’alleato Berlusconi sul tetto deficit/Pil al 3%, ai microfoni di Morning Show su Radio Padova aggiunge «Per ora mi piacerebbe essere messo alla prova del governo come presidente del Consiglio. Berlusconi mi vuole come ministro dell’Interno? Lo ringrazio per la stima, perché comunque comandare le forze dell’ordine e ripulire le nostre città non è un lavoro da poco. Però ho l’ambizione che la Lega prenda un voto in più di Berlusconi. Servono dieci anni per rimettere in sesto il mondo della scuola, rivoluzionare il mondo delle tasse, espellere le migliaia di clandestini che sono in giro».

Tutta la prima parte dell’intervista però è stata incentrata sul tema ancora ricorrente del razzismo, non solo per la vicenda “razza bianca” di Attilio Fontana in Lombardia che tiene comunque ancora banco. «I vescovi ce l’hanno con la Lega e l’accusa di essere razzista? Rispondo con assoluta pacatezza, chiedendo un confronto al portavoce dei Vescovi italiani a cui spiegherò che la Lega, come ormai agli italiani è evidente, è l’unico argine al razzismo. Lo chiamerò io, un candidato premier ha piacere a fare questo gesto». E infine aggiunte, pungolato dai conduttori radiofonici, « Io sto ai documenti. Io voglio l’applicazione della legge. Quella della razza può essere una parola fuori luogo, Fontana ha detto 18 volte che è stato un lapsus. Io razzista? No, assolutamente. Razzismo significa sentirsi superiori a qualcuno. Io non mi sento tale. Lei si sente superiore a qualcuno?». (agg. di Niccolò Magnani)

SILVIO-MATTEO: ALTRI GUAI IN VISTA?

Prime scaramucce tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi in una campagna elettorale per le Politiche del prossimo 4 marzo che promette scintille. Soltanto ieri il Cavaliere aveva rassicurato l’Europa, durante un incontro con i vertici del Ppe, sul fatto che l’Italia avrebbe rispettato il tetto del 3% nel rapporto tra deficit e Pil. Berlusconi, come riporta Il Corriere della Sera, aveva detto:”Abbiamo presentato il nostro programma al Ppe, la cosa importante è la nostra volontà di rispettare la regola del 3% del deficit“. Per poi concedere:”Tajani ha detto che è una regola che in caso di certe necessità di programma economico può essere superata, ed io concordo con lui e dico che il deficit annuale di ogni stato deve essere adattato alle esigenze di sviluppo del singolo stato. Ma per quanto ci riguarda la politica che intendiamo seguire con la rivoluzione fiscale della Flat tax è rispettare la regola del 3%“. Queste affermazioni, però, sono state parzialmente smentite dall’alleato Matteo Salvini. Il segnale che all’interno del centrodestra, evidentemente sicuro di ottenere la maggioranza dei seggi come coalizione, si gioca un’altra partita: quella per la golden share, che consentirà di indicare il nome del candidato premier.

SALVINI, “IL 3% NON ESISTE”

Ma cos’ha detto Matteo Salvini di preciso rispetto al tetto del 3% sul rapporto deficit/Pil? Durante una conferenza stampa a Montecitorio, nella quale ha presentato le candidature di Claudio Borghi e Alberto Bagnai, il leader della Lega ha detto:”Il numerino 3, se danneggia il risparmio, le famiglie e il lavoro, per noi non esiste. Se ci sono vincoli di bilancio o regolamenti europei che danneggiano le imprese e le famiglie italiane per noi non esistono“. A chi gli faceva notare eventuali divergenze con l’alleato Silvio Berlusconi, Salvini ha risposto:”Scripta manent, verba volant; al punto 3 del programma del centrodestra, accettato e firmato da tutti, c’è scritto meno vincoli dall’Europa, no a politiche di austerità, revisione dei trattati europei e prevalenza della Costituzione italiana sul diritto comunitario“. La Lega, ha ribadito Salvini, “è disposta a tutto per difendere l’interesse nazionale. (…) I vincoli europei sono una gabbia, noi vogliamo aprirla e se ci riusciremo con l’accordo di tutti saremo felicissimi. Se fossimo invece sotto ricatto, per noi verrà prima l’interesse nazionale. Per difendere gli italiani siamo disposti a disattendere anche le regole dell’euro“.