I lettori ci perdonino perché è brutto dirlo, ma un anno fa prevedevamo che la Ue e gli Stati Uniti che tanto, giustamente, contano nelle questioni interne italiane, avrebbero affidato il paese a Paolo Gentiloni e sfiduciato Matteo Renzi.
Si trattava di una previsione oggettiva, non dettate da simpatie o antipatie, da tifo per l’una o l’altra parte. Così è stato. Ora non lo diciamo per imbrodarci ma solo per dare rilievo a un secondo punto.
Oggi, sull’abbrivio di quella previsione azzeccata, certo per fortuna ma anche per freddezza, vorremmo prevedere dell’altro.
La Ue ora sostiene Silvio Berlusconi, considerato uomo di stato in grado di garantire la stabilità tanto necessaria all’Italia, ma anche uomo che riesce a voltare pagina rispetto ai candidati proposti nel passato. I due aspetti sono legati, e considerati l’uno condizione dell’altro. Giusto o sbagliato, attualmente non c’è fiducia per Renzi e il suo Pd o Luigi Di Maio e il suo M5s.
Se Berlusconi nei prossimi giorni invece proporrà di nuovo “Olgettine” in lista, incompetenti, e gente in odore di corruzione e peggio, allora il consenso esterno verrebbe meno e tutti i giochi sarebbero riaperti.
Quindi in realtà non bisognerà aspettare il 4 marzo per sapere i risultati elettorali, ma già lunedì prossimo, alla pubblicazione delle liste, si potrebbe sapere qualcosa in più del futuro dell’Italia. Berlusconi saprà essere uomo del futuro e non del passato? Saprà rinnovare le sue liste o meno? Da qui il suo futuro e quello del paese.