Non stupiscono i continui riferimenti di Berlusconi a possibili candidati premier “ideali” per Forza Italia (cioè per lui stesso): le elezioni del 4 marzo si avvicinano e ancora dall’Europa non arrivano novità sulla possibile sentenza della Corte Ue sull’incandidabilità dell’ex Cavaliere. Anzi, le notizie non sono proprio positive per Berlusconi: «È difficile fornire una data per la sentenza», ha spiegato oggi a Strasburgo il presidente della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, Guido Raimondi (che comunque ha confermato che non sarà lui a presiedere la corte e il processo finale) all’Ansa. Intanto, fonti vicine alla Corte fanno capire che i ricorsi giudicati in Grande Camera – esattamente come il caso di Berlusconi – vengono emessi con sentenza circa 9-11 mesi dopo l’udienza. Tenendo conto che l’udienza di Berlusconi si è tenuta lo scorso 22 novembre, non vi sono grandi speranze che tale decisione possa arrivare se non prima almeno poco tempo dopo le elezioni politiche italiane. E allora da qui la continua e pressante ricerca di Berlusconi per un “delfino” adatto che possa sostituirlo nell’eventualità di una vittoria, specie per non lasciare il “pallino” in mano a Salvini e Meloni. (agg. di Niccolò Magnani)



BERLUSCONI “LANCIA” TAJANI

Antonio Tajani presidente del Consiglio? La suggestiva ipotesi è stata lanciata da Silvio Berlusconi, che deve ancora annunciare ufficialmente il candidato premier del centrodestra. «Se fosse possibile avevo come premier sarebbe una bellissima scelta. Tajani è tra i fondatori di Forza Italia, ha dimostrato in questi anni lealtà assoluta e totale alle nostre idee», ha dichiarato il leader di Forza Italia. In tal caso però dovrebbe rinunciare al suo ruolo di presidente del Parlamento europeo. In tal caso «sarebbe sì una perdita per l’Italia a livello internazionale». Quello di Tajani è uno dei pochissimi nomi che Silvio Berlusconi fa in vista delle Elezioni 2018. Ce ne sono altri due in serbo, che però non ha esplicitato con la solita motivazione: «Finirebbero nel tritacarne mediatico». Ma a Giorgia Meloni l’ipotesi di Tajani premier non piace affatto: «Non è il candidato di Fdi, che come si sa è Giorgia Meloni – ha dichiarato ad Agorà -. Gli italiani scelgano qual è la proposta che li convince di più. A capo dell’Italia preferisco avere un movimento e una persona più capace di puntare i piedi in Europa di quanto abbia visto fare in questi anni».



TAJANI PREMIER? INTANTO IL CENTRODESTRA PUNTA SU PARISI PER IL LAZIO

Nel centrodestra tiene banco anche la candidatura alle elezioni regionali nel Lazio. In questo caso la trattativa, seppur sfiancante e logorante, ha portato alla nomina di Stefano Parisi come candidato “unitario”. In queste ore è in atto un pressing asfissiante su Sergio Pirozzi affinché si ritiri o converga sul candidato ufficiale della coalizione. Il sindaco di Amatrice era stato convinto a scendere in campo proprio dagli esponenti regionali di Noi con Salvini, appoggiato dal Movimento Nazionale per la Sovranità di Francesco Storace e Gianni Alemanno, ma oggi è arrivato il dietrofront del Carroccio che lo ha scaricato. Parisi, che nel 2016 è stato candidato a sindaco di Milano per il centrodestra, è romano di nascita. Per tutti gli osservatori, secondo Il Fatto Quotidiano, con questa mossa il centrodestra ha voluto sbrogliare un’impasse che sembrava irrisolvibile, provocata da gelosie e dispetti personali tra correnti ex missine e forziste.

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