È tutt’altro che un mare calmo il Movimento 5 Stelle in queste ore: dopo le Parlamentarie tenutesi settimane fa e con i risultati che ancora non sono stati pubblicati in versione ultimata – Di Maio ha assicurato che entro lunedì 29 “ci saranno i candidati per uninominali” – esplode la polemica contro i vertici del M5s. A scatenare il “caos” sono tutti quei candidati esclusi dal “filtro di qualità”: la lista dei candidati di Camera e Senato reperibile sul Blog delle Stelle è cambiata infatti dopo la prima pubblicazione e potrebbe ancora essere modificata nelle prossime ore. Motivo? Semplice, operazione di “verifica” sull’attendibilità del candidato. In altre parole, accusano gli esclusi, “è una epurazione!”: è stato costituito addirittura un comitato, #annulatetutto, in cui gli esclusi chiedono a gran voce a Di Maio e Grillo di rifare da capo le Parlamentarie, perché così “non funzionano”. «I sottoscritti, ‘non candidati’ e ‘candidati’ alle Parlamentarie in possesso dei requisiti formali per l’autocandidatura – scrivono nella lettera pubblica – chiedono nel rispetto della trasparenza, della onorabilità delle persone e della democrazia, di conoscere la metodologia applicata per deliberare le numerose esclusioni realizzatesi con la pubblicazione dei profili votabili online. Non possiamo accettare l’etichetta attribuita già il 16 gennaio attraverso i media cartacei e digitali – scrivono – di “infiltrati, arrivisti, indegni, scalatori e poltronisti”. Ne va della loro “onorabilità personale da difendere, tutelare e far rispettare».



IL RACCONTO DEL CANDIDATO ESCLUSO: “ECCO LA ROULETTE ROUSSEAU”

In crisi viene messo il “criterio” di segnalazione che vige in Rousseau e nei vertici del M5s: «Respingiamo fermamente le ipotesi circolanti riguardo le possibili segnalazioni addebitate a molti candidati. Se tutti segnalano tutti, chi decide? Con quale metodo, con quali criteri, avvalendosi di quali strumenti, applicando quali principi di legge e democrazia? Chi si è attribuito il potere di decidere e giudicare sulle presunte segnalazioni, sulla vita e sul valore delle persone, ed in che modo lo esercita?», concludono i tanti esclusi dalle candidature “preventivamente”. È apparsa oggi su Repubblica una particolare testimonianza fatta da un candidato alle Parlamentarie M5s che ha voluto pubblicamente raccontare la sua “partita alla Roulette Rousseau”, terminata decisamente male per il candidato in questione, tal Tiziano Toniutti, visto che è stato “escluso” dalla corsa in Parlamento. «Ci ho provato, ma è andata male. Ho partecipato alle Parlamentarie del Movimento 5 Stelle, la selezione “punta e clicca” dei candidati alle prossime elezioni politiche, tutta rigorosamente online sul sito di Rousseau», inizia così il lungo “diario” in cui vengono raccontate tutte le incredibili peripezie che il soggetto ha dovuto affrontare per potersi iscrivere ed essere candidato alle Parlamentare del Movimento 5 Stelle.



Sul banco di accusa Rousseau e il metodo di (non) trasparenza: «A meno che le Parlamentarie non siano solo un giochino, ci deve essere un agente indipendente che dica a chi vota e a chi partecipa come sono andate le cose. Ossia che dichiari la regolarità o meno del voto, che verifichi l’integrità del database, che dica che i numeri sono effettivamente quelli riportati a fine spoglio e che non ci siano state intrusioni esterne nel sistema. Però questo ente non c’è, o meglio non c’è più». Per Tonutti l’operazione è andata male ed è stato avvisato di non essere stato ammesso: ma il motivo? Mistero, «Senza certificazioni indipendenti, nel grande videopoker delle Parlamentarie non saprò mai se la mia aspirazione è sfumata per effettiva volontà degli elettori, per un attacco hacker, perché un sistemista magari è impazzito, perché qualcuno ha gestito male la piattaforma, o perché magari Casaleggio nella sua stanza si diverte a spostare i contenuti del database. Non sarà così, ma d’altro canto io non ho le certezze che dovrei avere, ed è un grande rammarico».