Un Al Bano profondamente deluso dall’Italia e dalla politica è quello che per ora rifiuta la “proposta” di Silvio Berlusconi per la candidatura nei collegi esteri, ma non si tira indietro nel provare a dare la “sua versione” della crisi italica: «Ormai vendiamo tutto. Dalla Perugina alla Fiat, qui non resta più nulla. Siamo italiani o diciamo di esserlo?». Una difesa della storia italiana e della sua cultura degna di un “futuro politico”: Al Bano ci gioca un po’ e affonda il colpo, «La storia ci difende, e ci difenderà anche in futuro, ma non possiamo continuare a pensare soltanto a Leonardo, Michelangelo e Raffaello. Siamo legati al ricordo, al nostro museo all’aperto. Di quello che accade oggi non si parla, non abbiamo nemmeno la nazionale ai Mondiali…». Inutile poi non sottolineare come secondo il buon Carrisi l’unico vero esempio di politico che l’Italia dovrebbe seguire si trova in Russia, dal Cremlino, e difficilmente si sposterà da lì anche nei prossimi anni: «Poco prima di Natale sono stato l’unico cantante straniero ad esibirmi ai 100 anni del Kgb alla presenza di Putin. Lo sostengo da tempi non sospetti. È un grande. Ha un senso religioso della vita. Ha il pugno di ferro e non ci vedo nulla di male. Ormai lo usano molti, a partire da Trump ma anche da noi. Capisco che nei casi di mors tua vita mea ci voglia anche quello». 



ONOREVOLE AL BANO CARRISI?

Una intervista a tutto campo, questa volta politico, sul Corriere della Sera per Al Bano Carrisi che dalle Alpi alle Piramidi resta uno dei personaggi più amati del Bel Paese. Voci, non proprio isolate, lo danno come “obiettivo” di candidatura per Silvio Berlusconi alla ricerca degli assi nella manica da calare ai collegi esteri. Al Bano è amato anche fuori dall’Italia e la scommessa del Cavaliere è quella di provare a vincere la partita dei parlamentari anche con “carte jolly”, come lui, o come anche Toto Cotugno. Il Messaggero rilancia lo “scoop” canoro-politico con i due campioni di incassi all’estero che sarebbe nel mirino di Forza Italia per una candidatura acchiappa-voti nei collegi esteri per il prossimo 4 marzo 2018: ebbene, il Corriere ha chiesto al diretto interessato cosa ne pensa e la risposta è netta. «Silvio me lo aveva chiesto anni fa, ma per le prossime elezioni non ho ricevuto chiamate». Finisce tutto così? Ovviamente no, siamo solo all’inizio dell’ennesimo capitolo “spettacolo in politica” del nostro Paese: «Fosse vero lo ringrazierei di aver pensato a me, di aver visto una potenzialità nella mia persona e nella mia storia. Ma mai entrerò in politica. Non è il mio campo. Farei danni. La musica è il mio pane. Il mio messaggio è chiuso nella forza e nella poesia delle sette note. Grazie a quello e alla mia voce sono quello che sono nel mondo».



“SCELGO GLI UOMINI, NON LE IDEOLOGIE”

Insomma un niet detto chiaro e tondo, come piace all’unico politico che Al Bano realmente dice di stimare, Vladimir Putin “lo Zar di Russia”: «Lo sostengo da tempi non sospetti. È un grande». Viene poi chiesto ad Al Bano Carrisi se il richiamo della politica, o il senso della nazione, non sia da qualche parte magari nascosta e pronta a venir fuori in futuro: «Mi basterebbe vedere che i politici smettessero di litigare 24 ore su 24. Manca proprio l’idea del politico». E lui, l’idolo di Cellino San Marco, siamo proprio certi che non lo vedremo in Parlamento a svernare dopo il ritiro dalle scene fissato per il prossimo 31 gennaio 2018? «Sono anni, dal 1985 ad essere precisi, che me lo chiedono. Ci hanno provato da tutto l’arco costituzionale e sottolineo tutto con piacere». Ma Al Bano Carrisi da che parte sta della “barricata”? Parlando direttamente con il collega Andrea Laffranchi sul CorSera, il cantante pugliese non si sbilancia troppo, «Vado a ondate. Non perché sia un indeciso. Da quando le ideologie sono state sepolte ho scelto gli uomini, pensando a chi fosse il più giusto per aiutare questo Paese ad essere quello che merita di essere». Insomma, per l’onorevole Carrisi meglio ripassare. Però non è detto ancora per molto…

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