Virginia Raggi ha scelto il giudizio immediato sul caso nomine in Campidoglio. La sindaca di Roma lo ha annunciato sui social, mentre i suoi difensori depositavano nella cancelleria del tribunale la richiesta. Potrebbero essere due le ragioni che hanno spinto la prima cittadina e i suoi legali a percorrere questa strada, secondo Il Sole 24 ore. Da un lato la certezza, da sempre manifestata, dell’innocenza della sindaca che vuole fare chiarezza al più presto, dall’altro la possibilità così di evitare l’udienza preliminare, che era fissata per il prossimo 9 gennaio, e il possibile rinvio a giudizio con conseguenti pagine sui giornali. Uno slittamento del processo, che dovrebbe cominciare dopo le elezioni politiche, non favorirebbe gli avversari politici. Ora Virginia Raggi chiede il giudizio immediato dopo un inchiesta-lampo: è durata, infatti, poco più di otto mesi. I fatti: il 12 dicembre 2016 Raggi era stata chiamata a chiarire alla responsabile anticorruzione del Campidoglio, Maria Rosaria Turchi, sulla nomina di Marra Senior. La sindaca scriveva in una memoria inviata anche all’Anac che il ruolo di Raffaele Marra rispetto alla nomina del fratello era stato «di mera pedissequa esecuzione delle determinazioni da me assunte, senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie, di valutazione e decisionali, peraltro affidate in via esclusiva dalla normativa vigente. Il Dott. Raffaele Marra si è limitato a compiti di mero carattere compilativo». Le intercettazioni invece raccontavano che l’ex braccio destro della Raggi aveva avuto un ruolo centrale nella decisione. (agg. di Silvana Palazzo)



VIRGINIA RAGGI E IL PROCEDIMENTO SULLE NOMINE

Mossa a sorpresa di Virginia Raggi: ha chiesto il giudizio immediato. La prima cittadina capitolina ha voluto giocare d’anticipo rispetto al caos giudiziario che potrebbe travolgerla: è infatti accusata di falso in atto pubblico: secondo la procura di Roma avrebbe mentito all’Anticorruzione del Comune di Roma riguardo al caso di Renato Marra, fratello del suo ex braccio destro Raffaele. Marra senior fu promosso da dirigente della Polizia Municipale a capo del Dipartimento turismo del Comune con un incremento di stipendio pari a 20mila euro. Ad annunciare la linea processuale, a pochi giorni dall’udienza davanti al gip, è Virginia Raggi sul profilo Facebook. «Ho chiesto al Tribunale di Roma il giudizio immediato nel procedimento aperto nei miei confronti dalla procura capitolina. Desidero che sia accertata quanto prima la verità giuridica dei fatti», ha scritto la sindaca. Il timore del Movimento 5 Stelle si è avverato: la sindaca di Roma a processo in piena campagna elettorale per le politiche. Come riportato da La Stampa, stamattina i legali della Raggi, gli avvocati Alessandro Mancori e Emiliano Fasulo, hanno depositato in cancelleria la richiesta di giudizio immediato che eviterà alla sindaca l’udienza preliminare. 



VIRGINIA RAGGI CHIEDE GIUDIZIO IMMEDIATO

«Sono certa della mia innocenza e non voglio sottrarmi ad alcun giudizio. Ho piena fiducia nella giustizia e credo fermamente che la trasparenza sia uno dei valori più importanti della nostra amministrazione». Così la sindaca Virginia Raggi su Facebook in merito alla vicenda delle nomine in Campidoglio. La mossa dei suoi difensori, che hanno chiesto giudizio immediato, eviterà alla prima cittadina di Roma di passare per l’udienza preliminare, fissata al 9 gennaio. Il giudizio immediato è un rito alternativo con il quale si salta l’udienza preliminare e si va direttamente in dibattimento. «Non parteciperemo all’udienza preliminare, perché avendo depositato la richiesta di giudizio immediato il Gup può decidere lo stralcio della nostra posizione e il rinvio a un altro Gip», ha detto il legale di Raggi, Alessandro Mancori, come riportato da Il Messaggero. Un sindaco M5s a processo proprio durante le elezioni avrebbe senza dubbio favorito gli avversari politici: potrebbe dunque aver pesato sulla scelta anche il possibile slittamento del processo, che a questo punto dovrebbe cominciare dopo il 4 marzo, data in cui sono previste le elezioni politiche.