Il canone Rai infiamma la sinistra. Oggi va in scena un nuovo scontro tra Carlo Calenda e Matteo Renzi. «Triste e squallido ma tutto sommato innocuo», scrive su Twitter il ministro dello Sviluppo Economico in merito al caso delle «truppe renziane» schierate contro di lui. «Lo fanno ogni volta che devio dalla linea ufficiale o esprimo pensiero autonomo», ha aggiunto Calenda. Non accenna a placarsi lo scontro tra il ministro e il Pd sull’ipotesi di eliminare il canone Rai. Non le manda a dire Calenda che in vista delle elezioni politiche ha disegnato uno scenario nel quale «la campagna elettorale sarà per molte forze politiche un enorme Truman show di promesse insostenibili». Per il ministro il Pd deve uscire dal «brutto spettacolo fatto solo di annunci a effetto». A Repubblica dice che il partito «deve uscirne immediatamente, altrimenti non solo non guadagnerà nuovi voti, ma perderà anche l’elettorato di centrosinistra».



CANONE RAI, CARLO CALENDA VS RENZI: NUOVO AFFONDO

Nonostante il duro attacco a Matteo Renzi sul caso del canone Rai, Carlo Calenda ha assicurato «gratitudine e lealtà» al segretario del Pd, ribadendo di non avere intenzione di candidarsi «anche per avere la libertà di dire quello che penso». La lealtà del ministro dello Sviluppo Economico al leader dem però non corrisponde ad una «cieca fedeltà e approvazione di ogni proposta, peraltro quasi mai condivisa». Calenda ha dato disponibilità a Renzi per collaborare sul programma del Pd, ma è disposto a farlo a patto di lavorare ad un progetto per il Paese. C’è un altro aspetto che non piace al ministro: «La voglia di dire che tutto andava benissimo e che erano stati raggiunti risultati mirabolanti, quando per rimediare ai danni della crisi ci vuole e ci vorrà ancora molto lavoro». Le parole di Calenda hanno suscitato l’ira dei renziani, che non ha sorpreso il ministro stesso. «Un film già visto», la replica su Twitter.



https://twitter.com/Phastidio/status/949596225329909760

Leggi anche

Sondaggi politici 2024/ Astensione 44% ‘doppia’ FdI: Pd 22%, Lega +2% su AVS. Crolla fiducia nel campo largo