Lombardia, Maroni lascia: l’esponente della Lega, attuale governatore della Regione, non sarà il candidato del centrodestra alle prossime Regionali. Un’importante svolta nel Centrodestra, con la conferma dell’ex Ministro dell’Interno, con Attilio Fontana destinato ad essere suo erede; per Maroni, invece, la possibilità di essere il candidato premier del Centrodestra dopo il voto. Massimo Garavaglia, esponente della Lega e assessore all’economia, crescita e semplificazione della Regione Lombardia, ha analizzato così la vicenda a Radio Radicale: “E’ un’uscita personale che rispetto. Sarebbe stato sicuramente confermato presidente con dieci punti di scarto”. Continua Garavaglia, tracciando un bilancia: “Sono stati cinque anni difficili, sia per le condizioni di partenza che per la crisi: la crisi vale per tutti, anche in Lombardia, ma grazie alla Regione il paese non è affondato. Uno dei risultati più importanti che abbiamo portato a casa è che si sia raggiunto il 3 per cento di investimento: siamo partiti dall’1,6 per cento”. (Agg. Massimo Balsamo)
“PRIMA PERO’ L’AUTONOMIA”
La notizia della rinuncia a ricandidarsi per le prossime elezioni regionali in Lombardia da parte del governatore uscente Roberto Maroni hanno acceso immediatamente il toto-candidato in seno al centro-destra, ovvero colui che sarà il competitor del volto proposto dal centro-sinistra, Giorgio Gori. Ad ogni modo, l’ex Ministro dell’Interno ha usato toni pacati, evitando di drammatizzare la propria decisione e parlando di “motivi personali” alla base della sua scelta: infatti, nel corso della conferenza-stampa in cui ha reso nota la sua risoluzione, ha comunque confermato che il suo gesto non implica il gettare la spugna, garantendo che “l’autonomia sarà comunque fatta entro le elezioni” e aggiungendo che intende concludere il suo mandato aprendo “una prospettiva straordinaria per la Lombardia”. Maroni non ha esitato a parlare di “sfida conclusiva dal mio mandato che si concluderà il 4 marzo” e ha colto l’occasione per ricordare il referendum consultivo dello scorso 22 ottobre, definito “storico” per poter arrivare alla definizione dei tavoli territoriali e alla firma dell’accordo con lo Stato che il diretto interessato auspica arrivi prima della prossima tornata elettorale: “Possibilmente entro la fine di gennaio” precisato il governatore lombardo. (agg. R. G. Flore)
GIORGIO GORI, “IL MIO AVVERSARIO E’ SCESO DAL RING”
Roberto Maroni ha confermato la sua rinuncia a candidarsi in Lombardia. Il governatore non ha precisato quali siano i «motivi personali» che lo hanno spinto a prendere questa decisione, ma ha spiegato che la decisione è stata presa «qualche tempo fa e subito condivisa con Salvini», con il quale ha deciso di darla solo ora. In conferenza stampa Maroni ha anche scherzato: «La mia decisione non c’entra con motivi di salute, a parte il raffreddore sto bene». Tra i primi commenti giunti dopo la conferma della notizia della non ricandidatura c’è quello di Giorgio Gori, candidato alle Regionali del centrosinistra. «Ieri sera gli ho telefonato. Mi ha confermato la notizia e mi ha esposto le sue motivazioni che ovviamente per correttezza non riferirò», ha scritto in un post su Facebook. «Il mio avversario è sceso dal ring. Saluto dunque Roberto Maroni, e gli auguro un buon futuro. Noi continuiamo la nostra marcia, qualunque sia il nome del nuovo competitor». E sarà molto probabilmente Attilio Fontana il candidato con cui dovrà confrontarsi. (agg. di Silvana Palazzo)
MARONI, FUTURO MINISTRO O PREMIER?
Roberto Maroni non sarà il candidato del centrodestra alle prossime Regionali in Lombardia: ora è ufficiale, dalla bocca dello steso Governatore uscente poco fa in conferenza stampa. «Lascio per motivi personali, Attilio Fontana sarebbe assolutamente adatto», spiega Maroni, che resta «a disposizione del partito e della politica». Al momento non è chiaro però cosa farà realmente il Presidente lombardo negli ultimi 4 anni: non vi sono né motivi familiari o di saluti, ma solo di opportunità politica, e allora via alle ipotesi e teorie. Ministro nel prossimo governo di centrodestra? Forse, c’è chi dice anche che potrebbe essere lui la buona intesa tra Berlusconi e Salvini per il candidato premier; insomma, al momento quello che è certo è che da giorni Maroni aveva meditato l’addio convocando per questa mattina la conferenza stampa per dare l’annuncio ufficiale, con i giorni scorsi che hanno visto il Governatore avvisare tutti collaboratori e lo stesso mancato sfidante Giorgio Gori (pare già domenica scorsa). Al momento dunque resta fuori dai giochi Mariastella Gelmini per cui la Lega avrebbe messo il “veto” proponendo Fontana, prossimo candidato ormai per la coalizione del centrodestra.
MATTEO SALVINI, “FONTANA? UNA IPOTESI”
Roberto Maroni non si ricandida alla guida della Regione Lombardia per “motivi personali”. Il segretario della Lega Matteo Salvini si è detto dispiaciuto, «perché se uno lavora bene cinque anni, l’auspicio che possa lavorare bene per altri cinque c’è». Ma in ballo ci sono, appunto, scelte personali e private, quindi ritiene che in questi casi la politica debba fare «un passo indietro». Oggi, lunedì 8 gennaio 2018, ci sarà il nome del candidato alle Regionali in Lombardia. Si parla di Attilio Fontana, ex sindaco di Varese. «Sarebbe assolutamente adatto a fare il presidente della Lombardia al posto di Roberto Maroni», il commento del leader del Carroccio. Ma ha anche precisato che «il suo nome è un’ipotesi». Salvini, come riportato dall’Ansa, è tornato sulla decisione di Maroni e fissato gli obiettivi in vista delle elezioni regionali lombarde: «Le scelte personali sono scelte personali. Le rispetto, ci mancherebbe altro ma il nostro dovere è garantire a 10 milioni di lombardi quello che abbiamo garantito in termini di tassazione più bassa». (agg. di Silvana Palazzo)
MARONI NON SI RICANDIDA? SPUNTA ATTILIO FONTANA
Un vero e proprio colpo di scena, quello avvenuto ad Arcore, che con un comunicato ufficiale ha preannunciato che Roberto Maroni potrebbe non ricandidarsi alle Regionali in Lombardia. Secondo quanto riferisce in esclusiva AffariItalia.it, ci sarebbe già un nome di tutto rispetto in grado di sostituirlo e non sarebbe quello di Mariastella Gelmini come finora avanzato bensì quello di Attilio Fontana. Si tratta dell’ex sindaco di Varese, leghista e in passato anche presidente di Anci Lombardia. La rinuncia andrebbe a contemplare una accesissima sfida tra due bergamaschi ed un varesino, ovvero Violi del M5S, Gori del PD e Fontana (Attilio e non Gregorio, quest’ultimo questore della Camera, come erroneamente diffuso), appunto leghista. Le indiscrezioni che arrivano da Arcore parlerebbero di un posto come vicepresidente per un nome di Forza Italia non ancora individuato. Leggendo il comunicato ufficiale però, l’ultima parola sarebbe proprio di Roberto Maroni che potrebbe aver adottato solo una tattica. Non a casa, dai sondaggi finora circolati, Maroni sarebbe risultato essere in largo vantaggio ed in pareggio le regionali tra destra e sinistra in caso di rinuncia del primo. Intanto nel tardo pomeriggio odierno è giunta la conferma tramite un comunicato a firma dell’onorevole Paolo Grimoldi, segretario della Lega Lombardia, che dichiara che nella giornata di domani, nel caso in cui Maroni dovesse rinunciare a ricandidarsi, sarà riunito il Consiglio Nazionale per la ratifica del candidato, in accordo con gli alleati del centrodestra, affinché possa ritenersi “idoneo a garantire il buon proseguimento del lavoro svolto in questi anni dalla Giunta Maroni, per continuare a far crescere la nostra Lombardia”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
MARONI NON SI RICANDIDA ALLE REGIONALI?
Il comunicato uscito dal vertice di Arcore tra Berlusconi, Salvini e Meloni è di quello roboanti all’interno del centrodestra e soprattutto per la Regione Lombardia: «Sulle regionali la coalizione conferma che si presenterà con candidati comuni e condivisi. Per quanto riguarda la Lombardia, se davvero il presidente Maroni per motivi personali non confermasse la disponibilità alla sua candidatura, verrebbe messo in campo un profilo già comunemente individuato». Tradotto, il terremoto prevede: Maroni indeciso se candidarsi o tentare la via di un ministero a Roma e nuovo nome che potrebbe già essere avanzato nelle prossime ore, forse quello di Mariastella Gelmini. Insomma, giornata di fuoco a tre mesi dalle Elezioni Politiche e anche Regionali, dopo la decisione dell’Election Day firmato dal prefetto di Milano al termine della scorsa settimana. Il vertice di Arcore doveva iniziare a porre sul piatto i primi punti per l’accordo di coalizione in vista delle Politiche del 4 marzo, ma è stato a questo punto anche l’occasione di presentare tutti i nodi interni da sciogliere prima di cominciare definitivamente la campagna elettorale.
PRONTA MARIASTELLA GELMINI
Nei giorni scorsi pareva solo un rumors, ora però arriva la conferma ufficiale dei vertici del centrodestra con quel comunicato: Roberto Maroni perciò, Governatore uscente alla Regione Lombardia e da tutti indicato come il naturale sfidante del candidato Giorgio Gori del Centrosinistra, ora potrebbe non essere più lui il nome giusto per riaffermare una Lombardia di centrodestra come accade ininterrottamente da cinque legislature (4 consecutive di Formigoni e una di Maroni per l’appunto, ndr). Il “mistero” rimane su quei «motivi personali» indicati dal comunicato e non spiegato nel dettaglio: l’ipotesi più probabile è quella “scontata” di una possibile promessa di un ministero importante a Roma nell’ipotesi di un Governo al centrodestra dopo le politiche, con l’accordo dunque già trovato su un nuovo nome, forse proprio quello di Mariastella Gelmini, coordinatrice lombarda di Forza Italia e volto molto noto e apprezzato in Regione. Seconda ipotesi, Maroni non avrebbe gradito qualcosa nell’ultima gestione dei rapporti tra coalizione e Regionali e per questo potrebbe avere voluto lui mettere in discussione la sua candidatura. Al momento sembra più la prima, con il tentativo di Maroni di rinunciare all’Election day per non dover decidere subito il da farsi: questo però non è avvenuto e dunque oggi si sarebbe consumato il piccolo “sisma” nel centrodestra lombardo, finora in vantaggio in tutti i sondaggi elettorali ma con Maroni come candidato ipotizzato da tutti.