Tra le righe, e neanche tanto, nel suo discorso di fine anno il presidente della Repubblica Mattarella aveva inviato un chiaro messaggio di allarme contro l’astensionismo, esortando gli italiani a esercitare il diritto di voto. Parlandone con Roberto Weber, presidente dell’istituto di sondaggi Ixè, che ha rilasciato poco prima di Natale un nuovo sondaggio elettorale applicando le proiezioni alla Camera dei deputati, il centrodestra al momento è vicinissimo alla soglia di maggioranza, 316 voti, con il 296 seggi: “La marcia vittoriosa del centrodestra indica che anche se la legge elettorale è una legge che produce incertezze, non ci dovrebbe essere problema per Berlusconi a formare il governo. L’unica incognita viene dal Movimento 5 Stelle”, primo partito per tutti i sondaggisti, con variazioni che vanno da uno scarto minimo dello 0,7% dell’istituto SWG a uno massimo del 6,7% per Ixè. La sinistra? Crollo totale del Pd, con un minimo del 22,8% di Ixè e un massimo del 26% (Piepoli) che anche con una (impossibile) alleanza di Liberi e Uguali (6,4% per Euromedia, 7,9% di Tecnè) non va da nessuna parte.



Weber, Mattarella nel suo discorso di fine anno ha esortato gli italiani ad andare a votare. Secondo lei l’astensionismo è una paura giustificata?

Io credo di no. Se guardiamo alla Sicilia, in realtà non c’è stato un aumento dell’astensionismo, ma la conferma di quello che al sud storicamente è normale, una conferma dell’astensionismo tipico. Per quanto riguarda il paese, per quanto l’astensionismo rimanga sempre la grande incognita di ogni elezione, non sono convinto che avremo un aumento, anzi ci sarebbe un ulteriore calo. Se la campagna assume toni di forte drammatizzazione non è escluso che gli italiani vadano a votare in numero maggiore del solito.



C’è però il fatto che tutti sappiamo che questa legge elettorale produce incertezza: andiamo a votare per chi ha creato questa incertezza?

Se l’affermazione del centrodestra aumenta con questi ritmi non avremo nessuna incertezza, avremo invece un governo. O il Pd riesce a riprendersi, ma è difficile, o gli unici che possono mettere in discussione questa vittoria sono i 5 Stelle. Se sottraggono una certa quota di collegi nel sud o in qualche grande città ci saranno sì problemi di incertezza. Questo anche se Liberi e Uguali riesce a mettere in campo uno come Errani che gode di grande stima, uno che dove lo metti prende il 15 o il 20% dei voti. Se situazioni del genere si verificano, paradossalmente la forza che può fermare lo stabilizzarsi della situazione è il Movimento 5 stelle. Se i grillini crescono fino al 30, 31% allora non avremo una vittoria di Berlusconi che permetterà di governare.



Il M5s ha fatto capire di essere aperto a possibili alleanze, crede che in questo modo si ovvierebbe all’ingovernabilità prodotta da quanto ha appena detto?

Credo sia davvero improbabile che Lega e 5 Stelle si mettano insieme. Non ce la vedo la Lega fare accordi con con Di Maio, Salvini e i suoi sono gente dai toni molto alti, ma anche molto pragmatici. Il tema dei migranti poi, a parte Liberi e Uguali è stato assunto da tutte le forze politiche allo stesso modo. 

L’unica incertezza per il centrodestra potrebbero essere i continui scontri fra Berlusconi e Salvini?

Ma alla fine si sono sempre messi d’accordo e lo faranno anche questa volta. Il centrodestra a differenza del centrosinistra è una comunità con un supremo regolatore di interessi e gli interessi in politica sono importanti. Il centrosinistra invece si è formato storicamente su temi ideali che non tollerano compromessi; prova ne sia che si sono sempre spaccati.

Il crollo del Pd è senza fine: nei vostri sondaggi date 138 seggi al partito di Renzi contro i 297 che ha oggi. Anche mettendo insieme i probabili 29 di Liberi e Uguali, la sinistra non si avvicina a nessuna ipotesi di governo, è così? 

Renzi si presta a una usura precoce, esteticamente fa fatica, crea antipatia. Ma al di là di questo la sinistra è in difficoltà in tutta Europa, non è una questione solo italiana. Credevano di poter controllare lo scenario, ma non è stato così. Non diamo tutte le colpe a Renzi.

I seggi persi dal Pd dove vanno, a centrodestra e al M5s?

Soprattutto a centrodestra e un po’ anche ai 5 Stelle. Se vediamo la storia delle elezioni di tipo maggioritario nel ’94, ’96 e 2001, ci accorgiamo che questa situazione del Pd di oggi non è molto dissimile da altre. Nel ’96 vincono con Prodi perché la Lega va da sola, prendono un gran numero di collegi del centronord nel momento in cui si ritrovano insieme. Oggi ci troviamo in una situazione come allora, solo con un fronte di centrosinistra molto più debole.