WINPOLL, REGIONALI LAZIO: ZINGARETTI AVANTI
Abbiamo detto della Lombardia, ma il 4 marzo prossimo si vota anche per le regionali del Lazio e i sondaggi questa volta vedono davanti a tutti il candidato del centrosinistra che, tra i pochi in Italia, vede la congiuntura ancora forte tra Pd, Liberi e Uguali e il mare magnum della sinistra italiana. Ebbene, nei sondaggi prodotti da Winpoll l’attuale Governatore dem è dato in vantaggio per una rielezione, con il 37,6% su scala regionale: dietro inseguono, per ora staccati, Roberta Lombardi con il 29,3% e il tentato progetto-Raggi di dare scacco matto a Renzi, e solo al terzo posto il possibile (non ancora confermato) candidato alla Regione del centrodestra, Maurizio Gasparri (21,5%). Gli altri candidati, tutti insieme, fanno non più dell’11,7% dimostrando come sostanzialmente la lotta in Lazio sia tra le stesse forze a livello nazionale, con i vantaggi però del tutto rovesciati rispetto alle Politiche del 4 marzo.
SWG, LARGHE INTESE: ELETTORI “SPAVENTATI” DALL’INSTABILITÀ
Meglio le Larghe Intese, anche se non chiarissime ad oggi, piuttosto che nuova instabilità, politica, economica e quindi anche sociale. Nei sondaggi prodotti da Swg sulla possibilità assai concreta di nuovi accordi trasversali dopo le Elezioni 2018, in programma il prossimo 4 marzo, è stato chiesto agli intervistati quanto si trovano in accordo sulle seguenti due affermazioni: «se non ci sarà una maggioranza di governo ci saranno danni alla nostra economia» e poi, «se non ci sarà una maggioranza di governo, il nostro Paese sarà sottoposto agli attacchi speculativi della finanza internazionale». Ebbene, il 60% nel primo caso e il 59% nel secondo dimostrano come gli elettori abbiano ben timore di nuove instabilità e sono pronti ad accettare nuove Larghe Intese (le più probabili sono al momento parte di centrodestra e Pd, insomma un nuovo Patto del Nazareno, ndr). Andando sui sondaggi espliciti sulle intese a largo raggio, gli intervistati di Swg si esprimono per il 41% totale con una generale accettazione della situazione di intese larghe, mentre il 28% la ritiene una scelta “amara ma necessaria”, il 23% la considera un inciucio, il 19% una disgrazia, il 13% una giusta soluzione per dare stabilità al Paese.