Le elezioni politiche del 4 marzo 2018 si avvicinano e Luigi Di Maio, candidato premier del Movimento Cinque Stelle, è in giro per l’Italia, tra comizi e appuntamenti televisivi, per presentare i programmi pentastellati. Una nuova iniziativa è quella che si rifa al sito internet leggidaabolire.it, istituito dal M5S e che conterrà le 400 leggi da abolire nei primi giorni di governo, partendo da spesometro, split payment, redditometro e studi di settore.“Con questo progetto di 400 leggi da abolire invertiamo l’onere della prova: il cittadino è onesto fino a prova contraria”, le parole a Milano del candidato premier grillino che, ai microfoni de Il Fatto Quotidiano, ha poi spiegato: “Questo per noi è un paese ostaggio delle leggi: se ne fanno troppe. leggidaabolire.it, vogliamo partire dall’abolizione dalla norma che istituisce lo spesometro e gli studi di settore, leggi che hanno reso la vita un inferno a chi pagava sempre le tasse”. (Agg, Massimo Balsamo)
L’EURO E L’ATTACCO DI RENZI
Il dietrofront di Luigi Di Maio rilasciato a Porta a Porta (con il dato Auditel di oggi che parla tra l’altro di un mezzo flop di ascolti per il candidato premier grillino) ha provocato non poche polemiche sia interne al Movimento 5 Stelle che ovviamente dai principali avversari politici. «Di Maio nei giorni pari è per uscire, in quelli dispari per restare. Dipende da come lo prendi. Vediamo quanto durerà la proposta. La motivazione mi colpisce molto: l’asse franco-tedesco è più forte che mai. Nel 2012, c’era la Germania a guidare. Oggi con Macron più forte e la Germania più debole, l’asse è più forte. Il Pd con tutte le accuse è una squadra che può portare risultati e prospettive del futuro», lo attacca senza remore su Democratica il segretario Pd Matteo Renzi. Ma Di Maio, di specifico, sul referendum possibile dell’Euro che fino all’altro ieri era uno dei punti centrali del programma M5s, cosa ha detto davvero ieri a Porta a Porta?
«Io sono molto ottimista sulla situazione sia dell’Unione Europea sia dell’Unione monetaria, perché rispetto al 2013, quando siamo entrati in parlamento, la situazione politica è cambiata a livello europeo: abbiamo la Germania che non riesce a fare un governo da novantacinque giorni, la Francia che ha i partiti tradizionali ridotti ai minimi termini da Macron, la Spagna che ha un governo di minoranza, il Portogallo che ha un governo di minoranza». Ebbene, per il “delfino” di Beppe Grillo è sicuramente cambiato in questo momento il quadro europeo, «vedo non più quel monolite che era l’asse franco-tedesco, ma c’è un momento in cui l’Italia può contare di più a quei tavoli, e quindi io non credo che sia più il momento per l’Italia di uscire dall’euro: infatti io parlo del referendum come extrema ratio»
DI MAIO A PORTA A PORTA
Le elezioni politiche del 4 marzo 2018 si avvicinano e i partiti politici sono pronti per entrare in campagna elettorale. Grande protagonista al voto sarà il Movimento Cinque Stelle, primo partito in Italia secondo gli ultimi sondaggi, che avrà come candidato premier Luigi Di Maio. Il politico campano, vicepresidente della Camera dei deputati, nel settembre 2017 ha vinto le elezioni primarie del M5S con l’82 per cento dei consensi e sarà lui a sfidare Matteo Renzi, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. L’esponente grillino, oggi martedì 9 gennaio 2018, sarà ospite di Porta a Porta su Rai Uno: dal programma ai temi più scottanti, una lunga intervista ai microfoni di Bruno Vespa. L’Ansa ha riportato le prime dichiarazioni di Di Maio dalla registrazione, a partire dall’eventuale situazione di non maggioranza del Movimento Cinque Stelle il giorno dopo il voto: “Il mio appello, la sera delle elezioni, sarà rivolto ai gruppi, per avere una maggioranza che sostenga una squadra di governo che noi annunceremo prima del voto. Io non voglio cambi di casacca, farò un appello ai gruppi. Chi risponderà quella sera sarà un interlocutore nei giorni successivi, faremo incontri trasparenti e formeremo una maggioranza sui temi del paese che si proporrà al Colle”.
“NON E’ IL MOMENTO DI USCIRE DALL’EURO”
Luigi Di Maio ha inoltre affrontato il tema scottante dell’eventuale incarico che dovrà assegnare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Io non pretendo da Mattarella un incarico di governo formato sul nulla. Io credo che Mattarella debba dare l’incarico di governo a chi ha una maggioranza. Io in termini di voti e di seggi non vedo alternative al M5S, il centrodestra si sgretolerà e il centrosinistra è fuori dei giochi”. Un altro tema caldo è quello relativo all’euro, con l’ipotesi ancora in piedi di un possibile referendum: “E’ una estrema ratio, che spero di non dover usare. L’Italia dovrà farsi “ascoltare dall’Europa. Noi vogliamo contare soprattutto nella difesa delle nostre imprese”. Una parziale retromarcia, sul tema della moneta, da parte del candidato premier del Movimento Cinque Stelle: “Non credo che per l’Italia sia più il momento di uscire dall’euro”. Infine, una battuta sulla figura di Davide Casaleggio: “Davide Casaleggio lavora ai software, lui mette una parte di quelle energia al servizio del Movimento. Non ha incarichi decisionali, non prende decisioni politiche del M5S ma grazie a lui gli iscritti potranno scegliere su Rousseau i candidati che vorranno in Parlamento”. Appuntamento in seconda serata su Rai Uno: Luigi Di Maio a 360°.