Jean Claude Juncker ha giudicato severamente il comportamento del Governo Italiano riguardo al DEF, ed anche il Fondo Monetario Internazionale ha criticato la manovra, esprimendo forti perplessità sulla legge di bilancio. E il vicepremier Di Maio sul suo profilo ufficiale Facebook ha risposto con ironia ai tanti attacchi che la Legge di Bilancio impostata dal Governo gialloverde sta ricevendo a livello internazionale: “Ormai mancano all’appello solo la Nasa e qualche altro ente di qualche altro pianeta e poi abbiamo completato il parterre di istituzioni che promuovevano quelli che hanno fatto la legge Fornero, il Jobs act, i soldi alle banche, la macelleria sociale degli ultimi anni e bocciano noi. Per me tutto questo è motivo di orgoglio perché stiamo sbagliando qualcosa quando quelli che promuovevano Renzi, Letta e Gentiloni cominciano a promuovere anche noi. Sono molto tranquillo,” ha spiegato Di Maio evidenziando l’intenzione del Governo di andare avanti nei suoi intenti finanziari. (agg. di Fabio Belli)



MELONI: “TI OFFRIAMO UN BICCHIERE”

Jean Claude Juncker torna sulla manovra italiana, a pochi giorni dall’invio a Bruxelles da parte del governo del suo piano di bilancio. In un’intervista al quotidiano francese Le Monde, il presidente della Commissione Ue ha nuovamente bacchettato il nostro paese per non aver rispettato le regole concordate. Le dichiarazioni di Juncker non hanno mandato su tutte le furie solo il governo M5s-Lega, ma anche l’opposizione. Nel corso del suo tour in Trentino Alto Adige per le elezioni provinciali e regionali del 21 ottobre, Giorgia Meloni ha mandato un video messaggio a Juncker: «Caro presidente, ti offriamo una grappa se ci aiuti a difendere il prodotto italiano e se l’Unione europea, anziché continuare a colpire i prodotti italiani, ci aiuta a difendere l’unico elemento che può davvero rafforzarci nel mercato internazionale mondiale e nel tempo della globalizzazione: la difesa dei nostri prodotti di qualità». Dalla Distilleria Marzadro di Nogaredo ha aggiunto: «Vieni Jean Claude, ti portiamo a vedere questo posto stupendo e poi beviamo un bicchiere insieme». (agg. di Silvana Palazzo)



SALVINI: “BEL TACER NON FU MAI SCRITTO…”

Nuovo capitolo nello scontro tra Jean-Claude Juncker e Matteo Salvini dopo le dichiarazioni rilasciate a Le Monde, in cui il presidente della Commissione europea ha accusato l’Italia di non rispettare la parola data rispetto alla Manovra in deficit targata Lega-M5s. Come riportato dall’Ansa, il vicepremier riferendosi alle frasi di Juncker e al suo Paese di provenienza, il Lussemburgo, ha replicato:”Juncker? Un bel tacer non fu mai scritto. Pensi al suo paradiso fiscale Lussemburgo e la smetta di insultare gli Italiani e il loro legittimo governo”. E dire che nella stessa intervista finita nel mirino di Salvini, Juncker aveva chiarito:”Il nostro mandato non è rovesciare un Governo o creare problemi con dei comportamenti inappropriati o delle dichiarazioni eccessive”. Frasi che dal punto di vista di Salvini sono passate evidentemente inosservate. (agg. di Dario D’Angelo) 



M5S REPLICA A JUNCKER

Non solo la bocciatura, seppure espresse in modo diplomatico e sotto forma di rilievi preoccupati, della Manovra appena votata in Parlamento, ma anche il nuovo intervento di Jean-Claude Juncker col Presidente della Commissione Europea che ha ricordato come sul rispetto del deficit l’Italia si sarebbe rimangiata la parola data: le nuove critiche arrivate dall’estero al Def, scatenao la reazione da parte del Movimento 5 Stelle che, attraverso i deputati che compongono la Commissione Bilancio a Montecitorio, rispondono con un comunicato al politico lussemburghese: “Sorprendono ancora una volta le dichiarazioni di Juncker che da un lato dice di amare il nostro Paese e dall’altro gli chiede ancora austerità” si legge in una nota che prosegue ricordando che gli impegni di finanza pubblica a cui si riferisce sono stati presi dal Governo Gentiloni e che, invece, lo scorso 4 marzo il popolo italiano ha premiato altre forze politiche, sottolineando come Juncker non conosca la democrazia. “Il M5s non è antieuropeista” precisa però subito dopo il comunicato, “ma interpreta in senso pieno lo spirito” dei Trattati”, ricordando che l’Europa che loro vogliono costruire è quella dell’occupazione per tutti, del progresso sociale e anche del miglioramento delle condizioni ambientali. (agg. R. G. Flore)

JUNCKER, “ITALIA NON RISPETTA PAROLA DATA”

Non soltanto la bocciatura da parte del Fondo Monetario Internazionale e il monito del governatore della BCE, Mario Draghi: a mettere nel mirino la Manovra in discussione e di conseguenza il governo gialloverde è anche Jean-Claude Juncker. Il presidente della Commissione Ue in un’intervista pubblicata oggi sul quotidiano Le Monde ha dichiarato:”L’Italia non rispetta la parola data”. Come riportato da La Repubblica, il politico lussemburghese ha rivolto un nuovo appello alle autorità italiane affinché “rispettino le regole per non mettere in pericolo la solidarietà europea”. Juncker, oggetto in queste settimane da Di Maio e Salvini, con il primo che lo ha definito “inadatto” a guidare la Commissione e il secondo che gli ha dato dell’ubriaco, ha chiarito:”Il nostro mandato non è rovesciare un Governo o creare problemi con dei comportamenti inappropriati o delle dichiarazioni eccessive”. (agg. di Dario D’Angelo)

FMI BOCCIA MANOVRA

Il Fondo Monetario Internazionale boccia la Manovra del governo Lega-M5s. Questo il senso delle parole di Poul Thomsen, capo del Dipartimento europeo del Fmi, in conferenza stampa a margine dei meeting di Fmi/Banca mondiale in corso a Bali, secondo cui la manovra in discussione “va in direzione opposta rispetto ai suggerimenti del Fmi. Credo seriamente che per diverso tempo non sia stato seguito il consolidamento di bilancio che ha portato l’Italia a crescere sotto il suo potenziale”. Come riportato da La Repubblica, Thomsen ha sottolineato che “non è il momento di allentare le politiche” di bilancio e che un gruppo di Paesi, tra cui l’Italia, ha “margini limitati”. Ma dallo stesso meeting in Indonesia anche il governatore della Bce, Mario Draghi, pur senza mai citare direttamente l’Italia, ha lanciato un messaggio forte e chiaro al governo:”La crescita ampia e attualmente in corso richiede la ricostituzione dei buffer fiscali. Questo è di fondamentale importanza nei Paesi in cui il debito pubblico è elevato e per i quali la piena adesione al Patto di stabilità e crescita è fondamentale per avere bilanci sani”. (agg. di Dario D’Angelo)

SAVONA, “COMINCIAMO A COSTRUIRE NEW DEAL”

Il Ministro degli Affari Europei Paolo Savona (per alcuni, il vero deus ex machina della Manovra Economica) ha lanciato ieri una provocatoria ma interessante proposta in merito ai prossimi mesi dell’economia italiana: «Cominciamo a costruire un New Deal. Siamo coscienti che dobbiamo fare quelle riforme che Roosevelt avviò. Come l’onorevole Di Maio ha insistito molto sul ripetere ciò che fece Roosevelt, il mio convincimento è che l’esperimento è un poderoso sforzo di Italia unitaria e coincidenza di interessi fra la zona avanzata e quella arretrata, non certo culturalmente». Sempre Savona ritiene che «C’è uno spazio di 50 miliardi e possiamo assorbirlo con una politica economica. Iniziamo a costruire un New Deal. Siamo coscienti delle riforme. Il programma è prudenziale», ammette lo stesso Ministro “antagonista” di Mattarella. Dall’Ue arrivano nuovi inviti a rendere “più cauta” la legge di stabilità: questa volta a parlare è il Ministro delle Finanze di Berlino, Olaf Scholz che ha consigliato a Roma «di agire con prudenza, anche se non serve agitare timori contro la gestione della Manovra italiana». 

CONTE: “MANOVRA RITOCCABILE MA NO MODIFICHE FORTI”

Lo spread apre in calo, il Ministro Tria vola al vertice Fmi di Mnuchin per convincere i partner europei della bontà del Def e il Premier Conte torna sulle possibile modifiche alla Manovra, smentendo di fatto questa possibilità: giornata subito attivissima sul fronte politico, con il Presidente del Consiglio che di prima mattina da Addis Abbeba spiega ai cronisti «La manovra è stata elaborata, meditata e studiata, nel percorso in Parlamento potremmo valutare qualche intervento ma è stata costruita in termini integrali e pensare di modificare qualcosa di significativo lo escluderei». Il Ministro dell’Economia ha invece aggiunto di proseguire sul sentiero della riduzione del rapporto deficit/Pil ma dal 2020, «ho illustrato lo spirito e i contenuti della manovra di bilancio per il 2019, mirata al rafforzamento della crescita economica italiana». 

PARLAMENTO APPROVA LA NOTA AL DEF

Il Senato approva la Nota di aggiornamento al Def che autorizza il Governo al tanto discusso scostamento del deficit programmato: il primo step in Parlamento della Manovra ha ottenuto 161 Sì e 109 Contrari, mentre poco dopo alla Camera la maggioranza assoluta ha visto il testo passare tranquillamente con 331 Sì e 191 No. Stando a quanto contenuto e spiegato nei giorni scorsi dal Ministro Tria, il deficit sarà al 2,4% nel 2018, 2,1% nel 2020 e 1,8% nel 2021. Come riporta l’Ansa, tutte le risoluzioni delle opposizioni ai punti chiavi di Reddito di Cittadinanza, Flat Tax e Quota 100 sono state respinte. Lunedì il testo della Manovra approderà in Consiglio dei Ministri assieme al decreto fiscale: una volta licenziati, verranno schedulati i vari passaggi in Parlamento per le votazioni vere e proprie sulla Manovra Economica del 2019. 

MARTINA, “COSÌ L’ITALIA COLLASSA”

Il Governo tira dritto, l’opposizione non ci sta: nuovo dibattito sulla manovra e il Def, il Partito Democratico parte all’attacco. Intervenuto ad Agorà, il segretario nazionale Maurizio Martina ha commentato: “Io sono preoccupatissimo, loro ci vogliono portare fuori dall’euro: dobbiamo renderci conto dei rischi”. Continua l’ex ministro: “Questo governo affronta con superficialità disarmante il fatto che le politiche e gli annunci abbiano prodotto un di più di pagamento di interesse sui tassi dei bot solo a settembre di 400 milioni di euro”, sottolineando che “senza i conti in ordine e i conti saltano, accadono delle cose: io temo il rischio che questi abbiano scelto di forzare la mano in questo modo per propaganda. Gli effetti devastanti di questa storia vengono pagati da famiglie e imprese”. L’Italia rischia di collassare secondo Martina, che evidenzia che dal suo punto di vista “questa manovra non ha un contenuto a sostegno del lavoro”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

ALLARME SPREAD

Manovra Economica, un ennesimo giorno di fuoco che si prospetta: dallo spread alla Borsa, dalle invettive di Fitch alle nuove parole di allarme pronunciate dal Fondo Monetario Internazionale (qui tutti i dettagli). Per non parlare poi delle tensioni interne alla maggioranza, con il vertice “ufficiale” slittato a lunedì prossimo, giorno in cui tra l’altro il Governo dovrà presentare la Manovra “per intero” all’Unione Europea. Ieri sera nella riunione della cabina di regia, il premier Conte ha ribadito che «Chi ha bocciato le stime di crescita dovrà riformularle. Siamo soddisfatti e orgogliosi. Abbiamo convenuto con le imprese che una diversa manovra avrebbe portato, in una prospettiva di crescita debole, a una fase di recessione: il nostro Paese non se lo merita». Gli fa eco Salvini che conferma quel “non si tocca la Manovra” pronunciato davanti ai cronisti dal Presidente del Consiglio: «Gli imprenditori, quindi chi fa impresa non qualche burocrate, ci ha detto che superando la legge Fornero si creeranno decine di migliaia di posti di lavoro. Questa – ha sottolineato Salvini – è la promozione che mi interessa, che coloro che fanno impresa garantiscano nei prossimi mesi migliaia di assunzioni».

GARAVAGLIA: “SE BORSA VA MALE, CAMBIARE MANOVRA”

Le voci in Transatlantico si fanno più concrete e riportano di diversi parlamentari, sia dentro che fuori la maggioranza, convinti che la prova della Manovra se non porterà alla crisi di Governo quantomeno provocherà conseguenze importanti per i prossimi mesi. Sulla pace fiscale, ad esempio, i grillini sono tutt’altro che convinti di portare avanti le cifre imposte da Salvini come “tetto massimo”, ma è poi anche il braccio di ferro sulla quota 100, i numeri effettivi della Flat Tax finanche alle grosse difficoltà che sta attraversando in Parlamento il Decreto Genova a far ritenere ad alcuni che il Governo gialloverde non stia così bene come dicono invece i sondaggi. «Se la Borsa continuasse ad andare male, la legge di Bilancio cambierà e si andrà di più verso il lato sviluppo», ha spiegato Garavaglia (Lega) che fa eco a Bagnai e Savona, gli uomini assai più vicini a Salvini che non a Di Maio. E se fosse proprio il reddito di cittadinanza a “pagare” in termini di tagli nella Manovra – in favore di misure più orientati allo sviluppo – lì si che la crisi di Governo sarebbe non sono probabile ma quasi certa.