Il meccanismo va messo a punto, ma la filosofia è chiara: “l’esigenza prioritaria è far uscire milioni di italiani da una povertà che non può più essere tollerata, nemmeno dai ricchi” dice Giuseppe d’Ippolito, deputato M5s. D’Ippolito, avvocato, esperto di ambiente e di diritto dei consumatori, spiega alcuni dettagli del reddito di cittadinanza per quanto riguarda estensione, centri per l’impiego, ricaduta occupazionale. E poi: “la preoccupazione per la tracciabilità dovrebbe essere estesa anche alla vigilanza bancaria”.



Onorevole d’Ippolito, il reddito di cittadinanza (Rdc) vale 10 miliardi e la manovra è in difficoltà anche a causa di questa voce di spesa. E se toglieste un paio di miliardi al Rdc per dedicarli ad investimenti infrastrutturali?

Alla manovra del governo, stimata in 36,7 miliardi, si sta ancora lavorando a tamburo battente, anche perché va conclusa in tempi molto brevi. Per quanto concerne le pensioni e il reddito di cittadinanza, il ministro Tria ha già spiegato che il loro peso è di 16 miliardi in ciascuno di tre anni. Nel complesso determinerebbero, secondo Tria, una variazione di 0,3 punti percentuali nel 2019 e di 0,2 nel 2020-21. Il ministro ha già evidenziato che la manovra di bilancio prevede misure espansive e interventi di copertura finanziaria, con un aumento del debito pubblico di 22 mld nel 2019, 27 nel 2020, 25 nel 2021. Ricordo che un maggiore debito pubblico significa una maggiore ricchezza privata. Gli investimenti per le infrastrutture sono in definizione.



Che effetto vi aspettate dal Rdc sulla crescita dei consumi e del Pil e sul contrasto alla povertà?

Certamente buoni. In un recente articolo pubblicato su scienzainrete.it, il professor Giovanni Dosi, direttore dell’Istituto di economia della Scuola Superiore sant’Anna in Pisa, ha scritto a chiare lettere che se il governo fa investimenti, il moltiplicatore è sicuramente superiore all’unità. Se trasferiscono soldi ai poveri, li spendono tutti; il che non succede se il governo li trasferisce ai ricchi. Per il reddito di cittadinanza, Dosi ha ipotizzato un moltiplicatore sicuramente superiore a uno. Io mi occupo di ambiente e di diritti, dunque non ho la presunzione di sapere tutto. Mi interessano, però, i ragionamenti, se articolati senza dogmi come nell’accennato intervento dell’accademico. 



Ci dica.

Sul piano politico vanno date due risposte: introdurre il reddito di cittadinanza per le tante, troppe persone in difficoltà, aumentate anche a causa dei tagli brutali degli ultimi anni e del progressivo contenimento della spesa; rispettare gli impegni presi in campagna elettorale, argomento oggi piuttosto dimenticato.

A quanto ammonta la potenziale platea, alla luce del fatto che l’Istat ha calcolato, nel 2017, 5 milioni di poveri, di cui 1,6 sono stranieri? Quanti, secondo le vostre stime, potranno ricevere l’assegno pieno?

Il dato richiesto non si può ricavare nell’immediato, al netto delle polemiche e delle teorie di questi giorni. Primo perché si fa confusione, a volte anche dolosamente, tra la prevista integrazione al reddito e la corresponsione integrale della misura ai non abbienti; secondo perché il reddito di cittadinanza non è assegnato per stare a casa. Il suo obiettivo è consentire un aumento dell’occupazione, anche attraverso quello, significativo, dei consumi. Le stime parlano, nel complesso, di una platea di 6,5 milioni di italiani, che non è poco.

Saranno i centri per l’impiego a individuare i beneficiari? 

In ordine al reddito di cittadinanza, entro marzo 2019 i centri per l’impiego dovranno essere pronti ad accogliere le domande e l’Inps ad erogare il contributo ai cittadini beneficiari.

Come verranno investiti i 2 miliardi destinati al loro potenziamento?

E’ argomento ancora prematuro per parlarne proprio adesso. Ripeto, la manovra si sta predisponendo.

E in merito alla pensione di cittadinanza?

Da gennaio-febbraio 2019 ci sarà l’integrazione fino a 780 euro per tutti i pensionati con un assegno pensionistico al di sotto dei 780 euro. 

Quali sono gli obblighi a cui è tenuto il beneficiario? Qualcuno ha osservato che non si può costringere la gente a consumare. E’ un’idea illiberale.

Quanto agli obblighi, dare formale disponibilità all’impiego. Quanto al resto, Credo che l’esigenza prioritaria debba essere quella di far uscire milioni di italiani da una povertà che non può più essere tollerata, nemmeno dai ricchi. Su ciò, papa Francesco è stato chiaro, naturalmente fuori del dibattito sul reddito di cittadinanza. Non voglio essere retorico o demagogico, ma vivo tra la gente comune. Soprattutto nelle regioni meridionali, al di là delle accuse che stiamo ricevendo il reddito di cittadinanza servirà a ridurre i ricatti di mafia e politica, che non di rado sono la stessa cosa. Di questo, però, non si parla.

Di Maio ha ricordato che con il Rdc si potranno fare “spese morali”. Vuol dire che il beneficio è spendibile per beni di prima necessità, pagamento di bollette, eccetera? Oppure pensate di elaborare una lista dettagliata?

Non mi sono posto affatto questo problema, che ritengo trascurabile. Se vuole, il reddito di cittadinanza è per certi versi una pratica cristiana: prima è bene “dare da mangiare agli affamati”, che non sono affatto gli abitanti del palazzo, i banchieri di Francoforte o i manager della pubblica amministrazione.

Come pensate di orientarvi sulla tracciabilità?

Sono dettagli che non mi competono. Non sono ministro e credo che nel cuique suum. Tuttavia la preoccupazione per la tracciabilità dovrebbe essere estesa anche alla vigilanza bancaria. Ma non intendo uscire fuori tema. 

Il Rdc andrà anche alle aziende che assumono. Come funzionerà il meccanismo e quali vantaggi vi aspettate dal punto di vista del rilancio dell’occupazione?

Come noto, le aziende che assumeranno una persona formata grazie al reddito di cittadinanza potranno trattenere la quota di reddito che sarebbe spettata al disoccupato. Ci aspettiamo, come già detto, notevoli vantaggi in termini di occupazione. Del resto finora i dati dell’occupazione e del Pil sono stati alterati, rispettivamente, dall’arbitrario inserimento nelle statistiche ufficiali di svariate categorie di precari, per cui bisognerebbe maledire il Jobs Act, e dall’aggiunta dei proventi da attività illecite. I numeri si possono plasmare a piacimento, in relazione a obiettivi di potere, oggi non più tanto nascosti. Per noi contano le persone, che sono i protagonisti della vita, dell’economia e del futuro del Paese.

(Marco Biscella)