Per la prima volta dal dopo le elezioni la maggioranza perde qualcosina, circa il 2,5% (dal 62,5 al 60%): è un dato che raccolgono unanimi quasi tutti gli istituti di sondaggi, compresa Tecnè, il cui presidente Carlo Buttaroni ci spiega perché: “Innanzitutto chi raggiunge percentuali così alte come Lega e M5S non può crescere all’infinito. In secondo luogo sta colpendo la manovra economica, adesso che si cominciano a conoscere i vari paletti dei diversi provvedimenti. E’ inevitabile che qualcuno sia rimasto scontento rispetto alle sue aspettative”. La domanda che resta aperta, dice ancora, è se questo è il segnale dell’inizio di una discesa o solo un piccolo problema tecnico.
Buttaroni, la maggioranza per la prima volta subisce un lieve colpo: a cosa crede sia dovuto?
Essenzialmente alla manovra economica. Analizzando i vari provvedimenti, tenendo conto che siamo ancora lontani dal testo definitivo, quello che emerge dai primi paletti rispetto alle linee di principio che erano state accolte da consensi molto alti, è la delusione di alcuni.
Quali i “paletti” che hanno portato delusione?
Soprattutto il reddito di cittadinanza. Era fisiologico che in una fase in cui non erano ancora stati stabiliti i perimetri dei beneficiari ciascuno avesse le proprie aspettative. Nel momento in cui vengono stabiliti i perimetri si è discusso sul merito del provvedimento.
Non è piaciuto come è stato stabilito il reddito di cittadinanza?
Alcune cose no, ad esempio l’accettazione di un lavoro entro 50 chilometri dalla residenza ha inevitabilmente scontentato qualcuno.
Altre cose che non piacciono?
La pensione. Aver stabilito quota 100 con 38 anni di contributi e 62 di età delude tutti quelli che, e in Italia sono molti, avevano maturato quota 100 pur non essendo a quota 62, ma più giovani.
E’ anche impossibile accontentare tutti, no?
Sì. C’è poi da mettere in conto il clima negativo che si è determinato: l’aumento dello spread, il calo delle Borse, gli avvertimenti internazionali, le polemiche e una certa cattiva comunicazione da parte del governo nel narrare i provvedimenti. Tutto questo ha inciso negativamente.
Siamo davanti dunque a una piccola inversione di tendenza: si può dire che sta cambiando il favore degli italiani oppure, visto che comunque permane una percentuale altissima, il 60%, con la Lega che perde l’1,1% e il M5S solo lo 0,7, è una frenata di poco conto?
Visto che comunque i due partiti marciano su percentuali molto alte è difficile dirlo. E’ vero che è la prima volta che si registra un calo della maggioranza e una crescita delle opposizioni. Al momento non sappiamo se sia l’inizio di un cambio del vento. Il vero giro di boa sarà da qui a dicembre perché si gioca la partita delle politiche economiche per il prossimo anno, dipende da quali aspettative la maggioranza riuscirà a dare.
Il Pd passa dal 16,9 al 17% e Forza Italia dal 10,9 all’11%: sono dati che più che crescita ci dicono di due partiti in perenne stallo o no?
In realtà è normale, questa è la fase del governo, i partiti di maggioranza fanno e disfano la tela come è sempre stato. Bisogna vedere quanto sapranno tessere o quanto corrano il rischio di disfare la tela. Non sempre l’immagine che danno è coerente.
Il capo del governo Conte di che favore gode?
Sempre alto, il 48%, si pone ancora sopra l’ultima fase di Renzi ma anche di Gentiloni.
E Mattarella?
E’ sempre il politico al primo posto, con il 59-60%.