Come ben spiega Valentina Conte su Repubblica questa mattina, il reale “caos” sulle pensioni d’oro riguarda la decisione del Governo gialloverde di “cambiare rotta” e puntare tutto sul contributo di solidarietà dei cosiddetti “pensionati d’oro”. Il motivo della scelta effettuata da Salvini e Di Maio riguarderebbe il rischio di incostituzionalità della norma applicata alla Manovra: «Si interviene sulle pensioni d’oro in modo da rimodulare i trattamenti pensionistici più elevati e renderli più equi in considerazione dei contributi versati», si leggeva nel comunicato del Governo Conte dopo l’approvazione della Manovra. Alla fine però, spiega Rep, si dovrebbe avere una riduzione dell’importo nelle pensioni d’oro che verrà messa in pratica senza un vero ricalcolo contributivo, permanente e retroattivo e con «un contributo limitato ai prossimi tre anni». Mentre oggi Conte è in spedizione a Bruxelles per il Vertice del Consiglio Ue, arriva un nuovo appello del Presidente Tajani al Governo (e in particolar modo all’alleato di Centrodestra Matteo Salvini): «L’Italia è ancora in tempo per fare marcia indietro. Lo faccia rapidamente, nell’interesse degli italiani». 



4 MILIARDI DI COPERTURE PER SALVINI-DI MAIO

Andando ad approfondire gli elementi più scottanti della Manovra Economica, gli analisi finanziari ed economisti ipotizzando una cifra di coperture che si aggira sui 4 miliardi di euro “garantite” da banche e assicurazioni: nel documento programmatico di bilancio approvato nel CdM lo scorso 15 ottobre, si è calcolato che la stretta fiscale sulle banche «porterà nelle casse dello Stato circa 3,3 miliardi di euro, quella sulle assicurazioni circa 900 milioni di euro». Di contro, le compagnie di assicurazioni subiranno un aumento che si aggira attorno al 75% (dal precedente 59%) «dell’aliquota sull’acconto dei premi incassati. Tale aliquota salirà al 90% nel 2020 e al 100% l’anno successivo», spiega oggi il Messaggero. Ora chiaramente dei dovrà attendere il via libera di Bruxelles anche su questi particolari passaggi fiscali, mentre un altro fronte – già pesantemente criticato nel Def – sarà la gestione delle pensioni. In particolare, ci sarebbero alcune novità decise nella Manovra che riguardano gli “assegni d’oro”: non ci sarà un taglio vero e proprio un “contributo di solidarietà”, cui segue un bloggo all’adeguamento all’inflazione, aggiunti a sconti e detrazioni per chi riscatta la laurea. 



M5S: “STAMPA IN CRISI DI NERVI”

L’accordo, che qualcuno preferisce invece chiamare “compromesso”, tra Lega e Movimento 5 Stelle a proposito del DL Fiscale, oggetto di molte tensioni nella giornata di ieri prima che arrivasse il chiarimento senza far saltare il banco anche in vista della definizione della Manovra per il prossimo anno, è finalmente sul banco e si hanno più chiari quali saranno gli interventi del Governo per il 2019: confermato l’inserimento del Reddito di Cittadinanza e della “Pace fiscale”, sulla quale Salvini e Di Maio hanno trovato una loro quadra, nei primi mesi del nuovo anno ci sarà anche il tanto annunciato taglio delle pensioni d’oro e il varo della cosiddetta Quota 100, a partire questa da febbraio. Critiche le opposizioni, con Pd e Forza Italia dallo stesso lato della barricata a contestare un Def che, a loro giudizio, mette seriamente a rischio i conti del Paese: “Vedo delle testate giornalistiche sull’orlo di una crisi di nervi, perché hanno interpretato la manovra economica come una partita di pallone” ha detto a tal proposito il vicepremier pentastellato, rispondendo quindi non solo ai partiti di opposizione ma pure agli organi di stampa che, a proposito del braccio di ferro tra lui e il leader del Carroccio, avevano parlato di “vincitori e vinti”. Anzi, Di Maio ribadisce che, secondo lui, non sono stati fatti “né scudi né condoni” e dunque smentisce che i grillini possano aver accettato il diktat della Lega in merito alla tanto discussa “Pace fiscale”. (agg. R. G. Flore)



MARTINA, “VERGOGNOSI”

Un “do ut des” tra Di Maio e Salvini sulla Pace Fiscale e le Pensioni d’oro ha messo la pietra finale alla Manovra licenziata dal CdM in nottata: la Lega ha ‘frenato’ il tentato blitz dei grillini sul tetto delle pensioni “ricche”, di contro il leader M5s ha messo qualche vincolo in più sulla “rivoluzione fiscale” approvato dal Governo nel Dl Fiscale. Per Maurizio Martina, e per larga parte delle opposizioni, tali accordi sono “vergognosi e iniqui”: «si mette a rischio il futuro del Paese con questa Manovra, e si rischia di portare l’Italia fuori dall’Euro», avverte il segretario Pd in una durissima dichiarazione contro i viceprmier, cui dedica un appello «auspico che Salvini e Di Maio riflettano, anziché reagire in maniera arrogante». Sul tema dei costi, il Pd non arretra: «Voglio dire chiaramente che, a conti fatti, nonostante gli annunci le tasse non diminuiranno ma aumenteranno, di 4 miliardi sicuramente», attacca ancora Martina. 

DL FISCALE E LEGGE DI BILANCIO: CDM APPROVA

Dopo una lunghissima giornata conclusa a tarda notte con l’invio della lettera all’Unione Europea, la Manovra Economica 2019 e il Decreto Fiscale sono stati approvati nel Consiglio dei Ministri presieduto dal Premier Conte. Al netto delle prime parole del Premier Conte, che oggi in Parlamento ha ricordato come il «dialogo con l’Europa deve avvenire senza pregiudizi», le reazioni della politica alla prima Legge di Bilancio gialloverde sono diverse e variegate. «Abbiamo elaborato un progetto di politica economia che serve al Paese e ai cittadini: la cosa più bella è che siamo riusciti a mantenere i conti in ordine mantenendo le promesse fatte», spiegava ieri Conte in conferenza stampa. I punti principali del contratto di Governo ci sono tutti: Reddito-Pensione di Cittadinanza che partirà entro marzo 2019, la “rivoluzione fiscale” con la Pace-condono in parallelo sul Dl Fiscale come voluto da Salvini e dalla Lega, e poi ancora Flat tax, investimenti pubblici, Scuola, Sanità e Università. «L’idea che con questa Manovra si voglia far saltare in aria l’Europa è del tutto infondata. Confermo il dialogo continuo con la commissione Ue. Ci sono delle procedure: fra le regole Ue, c’è anche il modo in cui si affronta i momenti in cui un Paese che non segue le raccomandazioni. Si apre un dialogo, c’è una tempistica, ci sono delle lettere che vanno in una direzione, ci saranno delle osservazioni e immagino ci sarà una lettera di risposta e dei tempi in cui penseranno cosa fare», ha spiegato il Ministro dell’Economia Giovanni Tria. QUI IL FOCUS CON TUTTI I PUNTI PRINCIPALI DELLA MANOVRA DI BILANCIO

MANOVRA, LE REAZIONI DI PD E FORZA ITALIA: “PAGHERÀ IL PAESE”

Le prime reazioni dell’opposizione al Governo gialloverde non potevano essere che contrarie: «Dovevano abolire la povertà e invece l’Italia tornerà in recessione. Doveva essere il Governo del Cambiamento e invece è il Governo del Condono. Hanno vinto le elezioni promettendo mari e monti ma adesso è chiaro che pagano con assegni a vuoto», scrive Matteo Renzi sui social, seguito a ruota da Martina e Zingaretti che bocciano in ogni parte la “finta manovra del popolo”. «Hai evaso le tasse? Bravo! Sei stato più furbo di tanti altri italiani. Ora ti premiano. Puoi brindare. Fino a 100mila euro in 5 anni vincono i furbetti del condono. Mi dispiace per quelli che si sono fidati dei grillini. Da oggi con i Cinquefurbi si festeggi», lamenta Emanuele Fiano (presidenza Pd alla Camera). Da Forza Italia, il più combattivo è come sempre Renato Brunetta: «Pace fiscale? La definizione è di Berlusconi. Voleva dire: cancellazione totale, dietro oblazione, per un triennio, di tutto il contenzioso col fisco di famiglie e imprese, in ragione – ha spiegato l’esponente azzurro – di una grande rivoluzione fiscale che doveva essere la Flat Tax, totalmente coperta da un pari taglio delle tax expenditures (deduzioni e detrazioni fiscali) e non finanziata in deficit».