Intervistata dai Lunatici su Rai Radio2 (un programma di Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.) Rita Dalla Chiesa compie un improvviso e non prevedibile attestato di stima per l’uomo politico più discusso e divisivo dei nostro tempi, Matteo Salvini. La figlia del Generale ucciso dalla Mafia, come già compiuto diversi mesi da Claudio Amendola, spende parole di apprezzamento nonostante la distanza politica che di fatto esiste con Salvini: «la sua ascesa? Forse c’era bisogno in questo momento di un po’ di concretezza. Su alcune cose non sono d’accordo con lui, ma vedo fermezza, concretezza e tanta gente che lo segue e lo ama». Secondo Rita Dalla Chiesa, anche dopo mesi in cui la maggiorparte dei media ha ritenuto Salvini il “nemico n.1” su immigrazione, sicurezza, fino addirittura al rischio della democrazia, «forse psicologicamente è riuscito a toccare le corde giuste al momento giusto. Ad oggi è quello che la gente vuole, non c’è niente da fare. È la gente che ha ragione».
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RITA DALLA CHIESA, ENDORSEMENT PER LA LEGA
Proseguendo nel corso dell’intervista, la conduttrice e prima storica moglie di Fabrizio Frizzi ha sottolineato un altro punto della propopea anti-Salvini che va per la maggiore negli ultimi mesi, in particolare sul delicatissimo caso del razzismo. «Non bisogna dare del razzista o dello xenofobo a chi crede in Salvini in questo momento. Io sono contro la violenza e la xenofobia», spiega la Dalla Chiesa ricordando come in una occasione fu davvero vicina a svestire i panni della tv per indossare quelli della politica. «Mi volevano candidare sindaco, ma dissi di no a questa ipotesi: ognuno nella vita deve fare le cose che sa fare», ribadisce la bella Rita Dalla Chiesa, non prima ripetere che la politica non solo è una cosa seria ma «bisogna anche essere in grado di gestire quei cittadini che hanno bisogno di risposte. Ti devi sporcare le mani. E io non ho voluto farlo». Se non proprio un endorsment pro-Lega, di certo si tratta di uno giudizio assai critico con tutte le opposizioni che hanno governato fino a ieri e hanno portato questo Paese ai livelli attuali in cui un “uomo nuovo” alla Salvini viene visto come l’unica (forse l’ultima) soluzione.