Il 10 novembre prossimo, forse, si consumerà la faida definitiva nel M5s romano con relative conseguenze da non sottovalutare anche per il Movimento a livello nazionale: sarà il giorno infatti della sentenza a Virginia Raggi nel processo che la vede imputata e accusata di falso in merito alla nomina di Renato Marra (fratello dell’ex capo del personale in Campidoglio, Raffaele Marra oggi in carcere per un altro filone di indagine). Nel frattempo, è atteso per il 23 ottobre prossimo l’esame di interrogazione per la sindaca di Roma, per il 25 invece le parole di Marra e via via tutti i protagonisti in vista della sentenza finale ad inizio novembre. Ad accendere ancora di più i toni verso un processo che potrebbe rivelarsi “letale” per il M5s romano e per il suo primo cittadino, ci pensa la nemica storica di Virginia, quella Roberta Lombardi che da tempo vive un dualismo molto “crudo” interno al Movimento nel Lazio. «In caso di condanna la Raggi si deve dimettere»: apriti cielo, dopo queste parole in una intervista a Repubblica il M5s si scalda e promette non pochi scontri alla Casaleggio Associati nei prossimi giorni.



M5S “DIVISO” SULLA SINDACA: “AVANTI ANCHE SENZA SIMBOLO”

Ricordiamo che il grande caos venne già fuori un anno fa, alla notizia delle indagini contro la sindaca romana che per regolamento etico interno del M5s avrebbe dovuto dimettersi: così non avvenne perché Grillo, Di Maio e Di Battista si opposero e di fatto fecero “modificare” quel regolamento proprio per evitare caos all’interno del strategico ruolo politico del primo cittadino M5s della Capitale. «Non sarò certo io a dire che a Roma va tutto benissimo” e “ho l’onestà intellettuale e gli occhi per vedere che la mia città è ancora molto in difficoltà», non ci sta la Lombardi che affila tutte le armi in suo possesso per far capire più che alla Raggi ai vertici del M5s che così non si può andare avanti. «Ho letto gli atti ma confido nella capacità della magistratura di ricostruire la vicenda. Sul futuro, in caso di condanna mi pare che la sindaca sia stata chiara», aggiunge ancora la Consigliera M5s in Lazio, concludendo poi «Ha detto che si dimetterà. Anzi, si deve dimettere perché ha firmato il codice etico M5S come tutti noi. Non ci sono piani B – sottolinea la Lombardi – Siamo 5 Stelle e se deroghiamo alle nostre stesse regole diventiamo come gli altri». Nel frattempo però il M5s sembra ancora diviso, tra chi sta con e chi contro l’avvocatessa grillina: «noi con la Raggi anche senza simbolo M5s», sarebbe una delle ipotesi che molti consiglieri e addetti grillini in Campidoglio sarebbero pronti a sostenere davanti ad una condanna in primo grado per Virginia Raggi. Il retroscena fatto oggi dal Corriere della Sera prova a fare un po’ i numeri in tasca al Movimento: «si fanno i conti su chi è disposto a sostenere Raggi anche senza la copertura politica del M5S. Per farlo serve blindare la maggioranza dei 48 scranni in Aula: il gruppo M5S conta 28 consiglieri, di cui solo 2-3 dell’ala «intransigente» legata alla Lombardi».

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