Il Governo potrebbe traballare sul Decreto Sicurezza, con due parlamentari cosiddetti “dissidenti” del Movimento 5 Stelle, Paola Nugnes e Matteo Mantero, già pronti a votare contro, ed altri potrebbero aggiungersi. A gettare acqua sul fuoco sulla vicenda ci ha pensato per ora il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, che la momento della conclusione dei lavori della commissione Affari costituzionali del Senato, ha affermato come all’interno del Movimento 5 Stelle: “Non ci sono dissidenti, ma solo parlamentari”. Un modo per dire che l’eventuale dissenso, oltre a non mettere a repentaglio l’approvazione del Decreto Sicurezza, non porterà scissioni o problemi di sorta all’interno del Movimento. “Non so neanche se ci sarà la fiducia, si sta lavorando per dei miglioramenti”, ha spiegato Fraccato in riferimento al Decreto, per spiegare come la situazione al momento sia sotto il controllo del Governo gialloverde. (agg. di Fabio Belli)



Assemblea congiunta convocata da Di Maio

E’ in programma alle 21.30 l’assemblea congiunta convocata da Luigi Di Maio: sul tavolo i dossier più spinosi per il Movimento 5 Stelle, dalla Tap alla manovra finanziaria fino al tanto chiacchierato decreto sicurezza. E il dl Salvini continua a fare discutere in casa grillini, con i dissidenti che non hanno intenzione di dare il proprio via libera. Come riportato da Il Messaggero, Paola Nugnes tira dritto: “Voglio votare contro questo provvedimento, partito male, ma nel caso di un’eventuale fiducia mi riservo di valutare il da farsi. Io sono portatrice della visione originaria, iniziale, del movimento e non condivido questa sua trasformazione alla quale sto assistendo”. Volontà confermata nuovamente anche da Mantero: “Il decreto sicurezza? Non lo voterò, se votare contro o non votarlo lo deciderò la notte prima, al momento sono più per non votarlo. Anche se ci fosse la fiducia”, le sue parole riportate da Repubblica. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



“IL PROBLEMA E’ SALVINI”

Al coro dei “dissidenti” partecipa anche la senatrice Elena Fattori che ai microfoni di CorriereTv spiega bene quanto già accennato da Nugnes e Mantero: «il problema vero è Salvini, noi non ci saremmo mai sognati di fare un Decreto Sicurezza come questo». La denuncia a poche ore dal vertice interno chiamato da Di Maio per provare a “calmare” gli animi è di quelle forti, specie perché non vede un possibile punto di accordo: «è difficile trovare un punto di raccordo tra noi e la Lega», spiega ancora la Fattori che come i suoi compagni “dissidenti” è a rischio epurazione, «provo tristezza, non paura..». Intanto è stata rinviata l’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari M5s per discutere tanto di Tap quanto appunto del Dl Salvini: sui social, nel frattempo, è ancora in corso la “faida” tra il leader del Carroccio e l’ex Premier Renzi, con la replica di Salvini «Renzi protesta ma non ha fatto altro che massacrare gli italiani e ora da’ lezioni». (agg. di Niccolò Magnani)



NUGNES-MANTERO: “VOTIAMO CONTRO IL DL SALVINI”

Lo strappo è quasi consumato nel M5s: sul Decreto Sicurezza, questa sera Di Maio terrà un vertice del Movimento per provare a ricongiungere la “testuggine romana” come richiesto ieri in un “appello-social” del vicepremier non particolarmente ascoltato, visti gli ultimi sviluppi. «Intendo votare contro il provvedimento del Dl Salvini, partito male, ma nel caso di un’eventuale fiducia mi riservo di valutare il da farsi»; così la senatrice Paola Nugnes all’Adnkronos, non prima di sottolineare in Commissione Affari Costituzionali «sono portatrice della visione originaria, iniziale, del movimento e non condivido questa sua trasformazione alla quale sto assistendo». Il “collega” dissidente, Mattia Mantero, rincara subito dopo la dose «o non lo voterò, se votare contro o non votarlo lo deciderò la notte prima, al momento sono più per non votarlo. Anche se ci fosse la fiducia». Il Movimento 5Stelle continua a ritenere assurdo e non permesso un voto contrario e per questo nel vertice di stasera Di Maio potrebbe anche arrivare allo strappo definitivo con i “ribelli” qualora non si riuscisse a raggiungere un accordo che accontenti tutti. (agg. di Niccolò Magnani)

M5S: “PROVVEDIMENTI CONTRO I RIBELLI”

Il Capogruppo M5s al Senato, Stefano Patuanelli, è stato chiarissimo stamattina nel merito del “caotico” Dl Salvini: «Il miglioramento al testo che stiamo proponendo con gli emendamenti concordati con la Lega sono sufficienti per farlo votare a tutti i membri del nostro gruppo parlamentare e laddove si arrivasse a porre la questione di fiducia difficilmente un componente del M5s potrà non votarla. Per chi non vota la fiducia si aprirà un provvedimento disciplinare». Un provvedimento durissimo contro chi nelle scorse ore si è detto contrario all’approvazione del Decreto Sicurezza, ovvero i senatori grillini Nugnes, Mantero, De Falco e Fattori. A chi contesta che così verrà meno la libertà di voto e di scelta dei parlamentari, Patuanelli replica «Chi non vota la fiducia si pone all’opposizione del governo e questo esecutivo guidato da Giuseppe Conte è comunque espressione del M5s, chi non voterà la fiducia, se sarà posta, se ne assumerà le conseguenze». A margine del viaggio istituzionale in India, il Premier Conte valuta come positive le osservazioni critiche dei “dissidenti” ma ricorda «occorre una sintesi e chi si riconosce nella maggioranza deve assumere un atteggiamento di consapevolezza e responsabilità». In conclusione, sempre Conte ricorda «è necessario attenersi al contratto di governo se un provvedimento si radica in quello che è previsto nel contratto, a un certo punto bisogna tirare le fila». (agg. di Niccolò Magnani)

VOTO DI FIDUCIA SUL DL SALVINI?

Spunta un’indiscrezione interessante sul Decreto sicurezza e l’allarme nel Governo: secondo quanto filtra dall’esecutivo M5s-Lega, non è esclusa l’ipotesi di ricorrere al voto di fiducia per “neutralizzare” i possibili franchi tiratori. Come vi abbiamo raccontato, alcuni dissidente del Movimento 5 Stelle non hanno intenzione di dare il proprio ok al dl firmato da Matteo Salvini e la situazione dei numeri al Senato è decisamente delicata. Un ortodosso, come sottolineato da Tg Com 24, ha commentato: “Se il filo si spezza uscirebbero allo scoperto tanti altri parlamentari che sulla sicurezza non si sono ancora palesati”. Un clima di alta tensione tra i grilli, dunque, con il Quotidiano che evidenzia che Di Maio avrebbe “minacciato” i dissidenti di espulsione. Il capo politico chiede unità al suo Movimento, ma nelle ultime settimane la fronda anti-Salvini si è allargata rapidamente… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

NUMERI A RISCHIO

Movimento 5 Stelle spaccato sul decreto sicurezza: numeri a rischio per la maggioranza Lega-Movimento 5 Stelle, in particolare al Senato. Come riporta Il Messaggero, le diplomazie grilline sono al lavoro per “evitare corti circuiti che potrebbero portare conseguenze” non solo nei rapporti con il Carroccio ma anche interni al M5s. “Sarebbe un tradimento”, secondo i vertici, il non voto degli ortodossi in Parlamento al dl Salvini, con il ministro dell’Interno che non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro: “Nessun annacquamento del Decreto sicurezza-immigrazione. L’avevamo promesso e andremo avanti. Le tragedie degli ultimi giorni confermano, tra le altre cose, le drammatiche conseguenze delle protezioni umanitarie concesse troppo facilmente. Dovevano essere un’eccezione, erano diventate la regola. Migliaia di immigrati non scappavano dalla guerra, ma l’Italia buonista ha voluto accoglierli lo stesso. Col risultato che alcuni di questi extracomunitari la guerra ce l’hanno portata in casa e nelle nostre città. Ora basta”, le sue parole riportate da Affari Italiani. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

DECRETO SICUREZZA, DISSIDENTI M5S VERSO NON VOTO

Decreto sicurezza, dissidenti M5s verso il non voto: maggioranza di governo a rischio. Il dl Salvini presentato dal ministro dell’Interno potrebbe riscontrare dei problemi in Parlamento, in particolare al Senato: Movimento 5 Stelle hanno sei voti in più rispetto alla maggioranza assoluta e la posizione dei ‘dissidenti’,m che ritengono restrittivo il provvedimento firmato dal vice premier leghista sui temi dei diritti civili, potrebbe mettere in crisi l’esecutivo di Giuseppe Conte. Come sottolinea Repubblica, sono quattro i grillini che hanno firmato degli emendamenti per la modifica del testo: parliamo di Paola Nugnes, Gregorio De Falco, Elena Fattori e Matteo Mantero. Ma la “fronda” potrebbe allargarsi: secondo alcune indiscrezioni, sarebbero dieci gli esponenti pentastellati schierati contro il decreto sicurezza. Il dl arriverà in Aula lunedì, con le forze di maggioranza che puntano ad avviare l’iter alla Camera nella stessa settimana.

MAGGIORANZA M5S-LEGA A RISCHIO?

Elena Fattori, pentastellata nella bufera per un intervento sull’Huffington Post, ha commentato:”Faccio un appello a Luigi di Maio ad aiutarci ad essere quello che siamo sempre stati. Vogliamo aiutare il governo ad andare nella direzione giusta: i nostri emendamenti sono di garanzia”. “Noi non siamo ‘spingibottoni'”, il commento di Paola Nugnes, che sottolinea: “Vogliamo un confronto e una decisione che sia assembleare. Bisogna rispondere agli elettori a cui abbiamo chiesto il voto”. E segnaliamo anche l’analisi del capogruppo al Senato Stefano Patuanelli “Ognuno si assuma la responsabilità del governo”. E il Partito Democratico serra le fila per contrastare il decreto: “Un provvedimento che innanzitutto è finalizzato a spaventare, sulla pelle di tante persone immigrate che stanno qui, chi sta pensando di scappare da situazioni drammatiche, per convincerlo a non venire. Il risultato è una normativa che getta vergogna su un Paese che rinuncia a governare l’immigrazione, come richiederebbe il rispetto della nostra Costituzione e dei più elementari principi di umanità”, scrive su Facebook il dem Franco Mirabelli.