Movimento 5 Stelle nel caos per il via libera al gasdotto Tap, il ministro per il Sud Barbara Lezzi si scaglia contro Il Fatto Quotidiano. E’ lo stesso quotidiano a ricostruire la vicenda, con una collaboratrice che ha stilato un articolo su tutte le volte in cui “il M5s ha contestato il gasdotto e assicurato che avrebbe fatto di tutto per fermarlo”. L’esponente grillina nel corso di una diretta Facebook ha deciso di rivolgersi direttamente alla cronista: “Le dico che quando si fa un’inchiesta, la si fa in maniera completa: il percorso di Tap è partito molti anni fa”. Sulla vicenda sono intervenuti anche il sindacato dei giornalisti e l’Assostampa, che hanno sottolineato in una nota congiunta: “Il ministro per il Sud Barbara Lezzi non ha trovato di meglio, nel giustificarsi con i propri elettori per il mancato blocco alla realizzazione del gasdotto Tap, che prendersela con i giornalisti. Nel video postato ieri sera sul suo profilo Facebook, Lezzi ha attaccato duramente la giornalista Tiziana Colluto, contestandole il lavoro, rigoroso e professionale fatto sinora nel raccontare tutta la vicenda del gasdotto”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



“RISARCIMENTO DA OLTRE 20 MILIARDI”

Tap, Luigi Di Maio: “Risarcimento più alto di 20 miliardi”, il ministro del Lavoro torna sul caos gasdotto da Marcianise, dove ha tagliato il nastro del primo treno merci ad Alta Velocità. Negli ultimi giorni il Movimento 5 Stelle è finito nella bufera per il via libera del Governo alla realizzazione della grande opera, con i grillini da sempre schierata contro ai lavori in Salento. “Ci metto la faccia” il commento del premier Giuseppe Conte, con le proteste vibranti dei residenti che hanno scatenato bagarre a Melendugno e dintorni. Ma il capo politico pentastellato è chiaro: “La cosa migliore è dire la verità ai cittadini”. “Quando abbiamo potuto studiare bene le carte del gasdotto e ci siamo concentrati sulla proiezione dei rischi – sottolinea Di Maio – quando abbiamo capito che avremmo dovuto sborsare più di venti miliardi di euro e rinunciare al reddito di cittadinanza, abbiamo deciso di dover dire la verità ai cittadini”. “Ringrazio il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha deciso di metterci la faccia”, ha aggiunto il ministro del Lavoro.



DI MAIO SUL GASDOTTO TAP

Nonostante le dichiarazioni delle ultime ore, Luigi Di Maio deve fare i conti con le numerose critiche di elettori pentastellati e attivisti No Tap. In molti infatti hanno rimarcato alcune dichiarazioni fatte nel 2017: “Con il governo del Movimento 5 Stelle questa opera la blocchiamo in due settimane”. La realtà è però un’altra, con il vice premier che sottolinea: “Se noi fossimo andati al governo nel 2013, la Tap non si sarebbe fatta”. Non è comunque in bilico la tenuta del governo con la Lega: “Dobbiamo tenere duro, dobbiamo essere più compatti. Stanno provando a fermarci in tutti i modi, ma il 2019 sarà davvero l’anno del cambiamento”. “Discuteremo della rinegoziazione, è nel contratto di governo”, ha concluso Di Maio. E altri esponenti del M5s hanno preso posizione nelle ultime ore: “L’accordo che blinda il Tap fu firmato dal governo Monti e diventò legge con il governo Letta. Bloccare l’opera potrebbe costare ai cittadini italiani fino a 35 miliardi di euro”, il tweet del deputato Carlo Sibilia.

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