“Stop alla Tav sarebbe un colpo mortale”: chiaro e forte il giudizio delle imprese dopo le parole del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli. Movimento 5 Stelle contro tutti, dunque, con Lega e opposizione che si sono schierati a favore della grande opera. E la giunta torinese grillina deve fare i conti anche con la Regione, guidata dal dem Sergio Chiamparino: come sottolineato dai colleghi dell’Ansa, il Consiglio regionale del Piemonte ha ribadito il suo sì alla Tav, con l’approvazione a maggioranza di due ordini del giorno a favore della linea ferroviaria Torino-Lione presentati da Pd e Forza Italia con primi firmatari. La Giunta Regionale dovrà così “attivarsi con ogni mezzo possibile, nell’ambito delle proprie competenze, affinché il Governo intervenga tempestivamente per impedire che i lavori dell’Alta Velocità Torino-Lione vengano bloccati”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LEGA: “PER NOI SI FA”
Se Danilo Toninelli ha chiarito di essere intenzionato a raggiungere l’accordo con la Francia per lo stop alla Tav, la Lega si smarca dal Movimento 5 Stelle. “Noi vogliamo rispettare il contratto perché capiamo che il M5s ha un sensibilità diversa dalla nostra. Ma per quanto ci riguarda, riteniamo che sia anche questa una infrastruttura strategica fondamentale e che vada realizzata“, la precisazione del leghista Riccardo Molinari riportato da Il Fatto Quotidiano. E i pentastellati finiscono nel mirino dell’opposizione, con la forzista Mariastella Gelmini che ha commentato: “Bloccare la #TAV significa perdere cantieri e posti di lavoro. Anche per questo, abbiamo deciso di stare dalla parte degli imprenditori che dicono sì alla Torino-Lione. Stiamo con chi difende lo sviluppo e le infrastrutture, perché il nostro Paese ne ha bisogno”. Queste, invece, le parole della dem Alessia Morani: “Il No alla #Tav farà molto più male al #M5s del Si alla #Tap”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“MINISTRO STRAPARLA”
Dopo il Governatore del Piemonte, è il Commissario straordinario di Governo per la Tav Torino-Lione ad intervenire sulla querelle del consiglio comunale torinese e soprattutto sulle parole del Ministro Toninelli: «Il ministro Toninelli straparla quando dice che Macron ha escluso la Tav dalle priorità. Per la Francia l’opera è in corso e non c’è nulla da valutare. L’unica discussione riguarda il finanziamento delle tratte d’accesso, all’esame del Parlamento nella legge Mobilitès», spiega Paolo Foietta in una nota pubblica contro le ultime invettive del titolare Mit. «In Francia l’unica discussione è su quello, come finanziare le tratte d’accesso da Lione alla tratta transnazionale da Bussoleno a St Jean de Maurienne», conclude il Commissario che aggiunge dunque un dettaglio in più rispetto a quanto già il Presidente Chiamparino aveva affermato sul fronte pro-Tav. A margine dei problemi degli ultimi due giorni generati dalle “tempeste” interne al M5s, il leader Confindustria Vincenzo Boccia prova un appello distensivo al premier Conte: «Spero che anche per la Tav, come per il Tap in Puglia, il presidente Conte si assuma la responsabilità di farla». (agg. di Niccolò Magnani)
IRA CHIAMPARINO: “CHIEDERÒ REFERENDUM”
Non ci sta il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino, dopo la decisione di Torino di bloccare la Tav, il treno ad alta velocità che dovrebbe collegare la Francia all’Italia. «Chiederò ai piemontesi – le parole del governatore regionale, riportate da La Stampa – di dire se sono favorevoli a una decrescita infelice al quale saremo destinati se si bloccherà la Tav». Il governatore dei piemontesi parla di “governo maleducato che da sei mesi non ritiene di ricevermi per darmi la possibilità di spiegare la posizione del Piemonte”, aggiungendo che è necessario costruire il tunnel “a maggior ragione noi che siamo legati a un tunnel fatto da Cavour nel 1871 e che fra una decina di anni sarà saturo”. Chiamparino ha poi tirato in ballo la Lega, sottolineando come gli stessi farebbero solo i loro interessi: «Basta dire che si faranno la pedemontana veneta e quella lombarda – sottolinea – che anche il Terzo valico verrà portato a termine e quando si parla della Tav si parla di rapporto costi benefici». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
GLI INTERVENTI DI TONINELLI E CONTE
Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro dei trasporti, Danilo Toninelli, hanno aggiornato la questione Tav, che sta creando non pochi imbarazzi all’interno del Movimento 5 Stelle, nonché malumori fra i suoi elettori. Il Premier, in occasione di un incontro con i giornalisti a margine del Tech Summit di New Delhi, ha spiegato: «Sulla Tav stiamo ultimando l’analisi dei costi/ben edifici – le parole riportate dall’agenzia Ansa – è in dirittura di arrivo. Nel contratto, l’esecutivo si impegna a rivedere quest’opera. Stiamo cercando di curare tutti i dettagli, tra un po’ ci sarà una sintesi. E’ lo stesso metodo usato per la Tap». Conte ha comunque precisato che non significa che la Tav si farà “obbligatoriamente” così come la Tap. Il titolare del Mef ha invece parlato in occasione della presentazione del nuovo libro di Bruno Vespa, affermando: «Ci metteremo d’accordo con la Francia per non fare la Tav. Mi risulta che Macron abbia escluso la Tav dalle priorità infrastrutturali proprio dopo aver valutato costi e benefici. E non ha stanziato risorse per finanziare il percorso dalla galleria a Lione». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TENSIONE NEL M5S
Chiara Appendino “accerchiata”, mentre Luigi Di Maio “respira”: l’analisi de La Stampa evidenzia il clima burrascoso in casa Movimento 5 Stelle il giorno dopo la mozione no Tav approvata ieri in Consiglio Comunale. E ieri la prima cittadina non era presente in Sala Rossa, impegnata a Dubai al forum globale dell’industria e della finanza islamica. E Alberto Pierino, leader dei No Tav, ha commentato sarcasticamente: “Forse non vuole metterci la faccia”. Discorso diverso, invece, per il vice premier, che dopo la battaglia persa sulla Tap, prova a strappare la fiducia del suo elettorale con il colpo gobbo sul treno ad alta velocità. E pochi minuti fa è giunta anche la reazione di Matteo Renzi: “Dire NO alla Tav non significa dire NO solo alla Torino-Lione, ma dire no alla Venezia-Milano-Parigi. I grilloleghisti vogliono isolare l’Italia: questa non è politica, questo è sadomasochismo”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
BERLUSCONI: “COSI’ INVESTITORI FUGGONO”
Arrivano altre reazioni dal mondo politico dopo quanto accaduto nel pomeriggio a Torino, con il Comune a guida a M5s che ha chiesto lo stop ai lavori per la Tav. Come riporta Il Giornale, il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi non ha dubbi: “Questo ‘no’ non solo mi preoccupa ma credo che debba preoccupare tutti quanti. La Ferrovia ad alta velocità Torino-Lione è importante come dimostrano da imprenditori, sindacati, e cittadini che sono scesi in piazza per sostenere la prosecuzione dei lavori”. Se il Movimento 5 Stelle è per il no alla Tav, la Lega ha un sentimento opposto: “Noi siamo amici delle infrastrutture, punto”, il commento del sottosegretario del Carroccio Giancarlo Giorgetti. Infine, la precisazione di Luigi Di Maio ai microfoni del Tg2: “Per quanto mi riguarda la Tav, e quindi la rinegoziazione del progetto, è dentro il contratto di governo: lo abbiamo firmato e lo abbiamo fatto votare ai nostri iscritti”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
RICCA (LEGA): “MOSSA PER PRENDERE VOTI”
La mozione No Tav approvata oggi in Consiglio Comunale a Torino ha scatenato numerose polemiche. E anche la Lega prende le distanze, con il consigliere Fabrizio Ricca che è netto nel giudizio: “Un conto è fare analisi sui costi e benefici di un’opera (che a mio avviso avrà ricadute positive sul territorio), un altro è dire un ‘NO’ mosso da pregiudizi ideologici per tenere in piedi la propria maggioranza comunale e racimolare voti dei No Tav. Appendino, devi iniziare a prenderti le tue responsabilità”. Il leghista poi sottolinea ai microfoni de La Stampa: “Il loro ordine del giorno è già di per sé un fallimento. Perché non è nient’altro che l’ultima mossa politica per prendere voti. O meglio, per non perderne altri” “La Valle oggi è delusa e serviva un segnale forte per provare a recuperare consenso. Detto ciò, stiamo parlando di carta straccia, che non può avere alcun tipo di risvolto pratico”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
DI MAIO: “BENE APPENDINO”
Da oggi Torino è una città “No Tav”: è passata la mozione presentata dal Movimento 5 Stelle che chiede al Governo di fermare i lavori dell’Alta Velocità Torino-Lione, dopo una giornata ricca di turbolenze e caos generale in Consiglio Comunale con addirittura l’espulsione in toto del gruppo Partito Democratico. Mentre la sindaca Appendino era assente (in molti analisti sottolineano come sia contraria alla maggioranza No-Tav interna al suo partito, ndr), arrivano parole di apprezzamento al voto consigliare da parte del Vicepremier Di Maio: «Bene la votazione del Consiglio comunale di Torino sul Tav! Presto io e Danilo Toninelli incontreremo Chiara Appendino per continuare a dare attuazione al contratto di governo». Moltissime intanto le proteste anche fuori dal Palazzo del Municipio, con Forza Italia, Pd, Cisl e Uil che sfilano assieme contro il gruppo grillino che ha “forzato la mano” in aula facendo passare la mozione contro la Tav. (agg. di Niccolò Magnani)
CAOS IN CONSIGLIO COMUNALE
Torino, mozione no Tav: salta Consiglio Comunale, espulso il Pd. Ore di altissima tensione a Palazzo Civico, con la polizia che staziona sotto il Comune per separare i due fronti, ovvero Sì Tav e No Tav, con questi ultimi arrivati in massa per sostenere l’ordine del giorno presentato dalla maggioranza del Movimento 5 Stelle. Ma non solo: tra la folla presenti anche numerose associazioni, accorse a sostegno del “super treno”. Come sottolinea La Stampa, non sono mancate urla e liti tra le fazioni, con la seduta del Consiglio Comunale che è subito saltata: i consiglieri di Partito Democratico, Moderati e Cantiere civico sono stati espulsi dall’aula e scortati dai vigili, compreso Piero Fassino. L’ex primo cittadino ha commentato: “Dire no al Tav è farsi tagliare fuori. L’assenza della sindaca Chiara Appendino è un fatto grave, vuol dire avere una grande coda di paglia”.
TORINO, PROTESTA DEI CONSIGLIERI PRO TAV
Il presidente della Sala Rossa Fabio Versaci ha optato per l’immediata sospensione della seduta a causa della vibrante protesta dei consiglieri pro Tav, che hanno alzato cartelli e striscioni contro il sindaco Chiara Appendino. Ed emergono le prime testimonianze, a partire dal militante No Tav Simone Perino: “Se il governo decide di Sì al Tav continuiamo sulla nostra strada, sono 29 anni che ci battiamo. Movimento 5 Stelle? Non sono neanche deluso, sono seduti in posti più importanti di loro. Non è facile bisognerebbe parlare meno e studiare di più come Conte che perlomeno non sproloquia”. Tra le associazioni assiepate dinanzi al Comune di Torino anche una rappresentanza degli industriali, ecco il commento del presidente Dell’Unione Industriale Dario Gallina: “Non hanno voluto sentire le nostre argomentazioni. Sul tavolo della sala riunioni il libro dei No Tav? Questa è una scelta strategica, che vincola la citta’ per decenni. E la sindaca svicola dalle sue responsabilità. Una marcia dei quarantamila? Sarà dei centomila se continua così”, le sue parole a Repubblica.