Il Def è pronto, oggi verrà presentato in Parlamento ma al momento in Europa ancora non è stato inviato: la Commissione Europea ha fatto sapere di non aver ricevuto ancora la nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza licenziato ieri dal CdM dopo il vertice-fiume sulla Manovra. Ieri sera il governo ha annunciato di avere inviato le tabelle al Parlamento e alla Commissione europea, ma al momento Bruxelles ancora non ha ricevuto nulla. Dopo i primi dati emersi sul deficit e le riforme, il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia si dice «parzialmente soddisfatto, vediamo una riduzione del rapporto deficit-Pil e si inizia a parlare di crescita». In particolare, Boccia conclude «Vedremo quale sarà l’impatto sulla crescita, su cui il governo si gioca la sua credibilità. La politica si misura sui risultati». 



SCONTRO DI MAIO-SALVINI SU CIFRE REDDITO CITTADINANZA

I due vicepremier si “dividono” la scena per spiegare la Manovra Economica che nei prossimi giorni – già da oggi verrà presentata – in discussione in Parlamento: «Nella manovra ci saranno 16 miliardi per i due interventi principali, reddito di cittadinanza e abolizione della legge Fornero. Ma in questa cifra ci saranno anche l’aumento delle pensioni di invalidità, il quoziente familiari, un premio alle famiglie numerose con contributo alla natalità», ha spiegato il leader della Lega a Radio Anch’io. Il “collega” M5s ha invece rilanciato sulla platea che dovrà usufruire del Reddito, «La misura messa in piedi prevede che tutta la platea abbia il reddito di cittadinanza e che si superi la legge Fornero con quota 100 vera. Si sta giocando coi numeri ma i soldi per tutte le misure ci sono». Su chi prova a spiegare che dopo la Manovra ci saranno dei “rimpasti” e “addii” nel Governo, è lo stesso Di Maio a negate tutto «Non c’è nessuna ipotesi di cambio di questa squadra, squadra che vince non si cambia» di fatto confermando anche Tria per il quale alcuni credono sia pronto a subentrargli Paolo Savona. 



SALVINI DIFENDE LA FLAT TAX

La flat tax avrà a disposizione, per la prima tranche dell’anno prossimo, “solo” 2 miliardi di euro e su questo già la Lega è in parte in subbuglio: Salvini difende da un lato il suo stesso provvedimento e dall’altro prova a spiegare perché avverrà con cifre così minime rispetto alla misura del M5s, costata circa 8-10 miliardi di euro. «Non possiamo fare in cinque mesi quello che gli altri non hanno fatto in 10. E’ incredibile che dopo i disastri che ha fatto il Pd ci rimproveri: siamo qua da quattro mesi e la gente ha capito che, senza miracoli, facciamo quel per cui ci hanno votato. Io nel mio su immigrazione, sicurezza e beni della mafia», sottolinea sempre nell’intervista radiofonica di questa mattina. Sul timore-terrore dello spread in salita, Salvini sentenzia invece «No, non faremo marcia indietro sulla manovra se lo spread continua a salire. Se tagli le tasse aiuti la crescita, noi puntiamo a un’Italia che non cresce dello zero virgola, ma del 2, del 2,5%».



OGGI IL DEF IN PARLAMENTO

Il Def verrà presentato oggi in parlamento, con la riduzione del Deficit al 2.0% nel 2020. Nelle scorse ore il Movimento 5 Stelle e la Lega, le due forze al governo, hanno specificato che le misura previste nella legge di bilancio inizieranno l’anno prossimo, 2019, e prevederanno un finanziamento di 20 miliardi di euro: 10 per il reddito di cittadinanza, 7 per la riforma della legge Fornero, 2 per la flat tax, e infine 1 per le assunzioni straordinarie. Per quanto riguarda invece il tanto agognato rapporto fra il deficit e il prodotto interno lordo, resta al 2.4% per il 2019, ma scenderà al 2.1 nel 2020 e all’1.8 nel 2021, fra tre anni. Matteo Salvini, intervenuto a Radio Anch’io, ha fatto sapere però che non è da escludere che i numeri siano leggermente diversi rispetti a quelli elencati sopra, visto che ha parlato di 16 miliardi di euro per i due interventi principali che sono il reddito di cittadinanza e l’abolizione della legge Fornero, 8 a testa. Sono attese novità in merito nelle prossime ore. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

10 MILA ASSUNZIONI NELLE FORZE DELL’ORDINE

Un piano di assunzioni straordinarie per circa 10mila uomini e donne nelle Forze dell’Ordine”: secondo il Ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, c’è anche questa importante misura tra le svolte più importanti preannunciate con la messa a punto del DEF da parte del Governo gialloverde. Una misura da tempo richiesta anche per le carenze d’organico lamentate dai vari corpi delle Forze dell’Ordine, alle quali si aggiunge la preannunciata intenzione di Salvini di incrementare la sicurezza proprio tramite un incremento negli organici di polizia e carabinieri. I particolari della misura saranno svelati nelle prossime settimane ma un’iniezione da 10mila posti sarebbe senz’altro significativa, considerando anche la forte richiesta. (agg. di Fabio Belli)

SALVINI: “SI’ A QUOTA 100 SENZA TETTI”

La discussione sul DEF è sempre all’ordine del giorno, ma Matteo Salvini punta dritto anche alla risoluzione della questione pensioni e dell’introduzione della cosiddetta “Quota 100”. Ha spiegato nel merito il vicepremier: “Partiremo dall’inizio dell’anno con la piena riforma della legge Fornero. Senza penalizzazioni, senza paletti, senza limiti, senza tetto al reddito. Vuol dire che potenzialmente possono andare in pensione 400mila persone e si liberano altrettanti posti di lavoro. Vuol dire che 400mila truffati da quella legge sono finalmente liberi di tornare alla vita.” Una misura per la quale il Ministro dell’Interno si è detto a più riprese convinto di poter contare sulle giuste coperture. (agg. di Fabio Belli)

DEFICIT ALL’1,8% NEL 2021

Il rapporto deficit/Pil sarà fissato al 2,4% nel 2018 e nel 2019, poi scenderà al 2,1% nel 2020 e all’1,8% nel 2021: lo ha annunciato poco fa il premier Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo il vertice-fiume con i vicepremier e il titolare dell’Economia. Un colpo al cerchio e uno alla botte? Probabile, visto che da un lato c’è il tanto agognato e richiesto calo del deficit nei prossimi anni; dall’altro però, la spuntano Salvini e Di Maio nell’imporre il 2,4% anche per il prossimo anno al ministro Tria che invece voleva ridurre il debito già a partire dai prossimi mesi. Una complessa e “delicata” azione di mediazione ed equilibrismo che potrebbe, una volta per tutte, segnare il Def e dare l’avvio alla Manovra (con i risultati che saranno osservati a partire dal prossimo anno). «Nel profilo di deficit previsto, del 2,4%, 2,1% e 1,8% nel terzo anno, nel primo anno ci sono 0,2 punti percentuali di investimenti addizionali, nel secondo 0,3 di investimenti, nel terzo anno 0,4 di investimenti addizionali», spiega il titolare del Mef che aggiunge «puntiamo ad avere gli investimenti pubblici come strumento principale per lavorare sulla crescita». Alla fine saranno 16 i miliardi di euro disponibili in Legge di Stabilità per le riforme cardine della manovra per la coesione sociale (reddito di cittadinanza, Fornero e forse anche Flat Tax).

MOSCOVICI, “FAREMO RISPETTARE LE REGOLE”

Alle ore 17 viene confermato il nuovo vertice, forse quello definitivo, a Palazzo Chigi: presenti saranno il premier Conte, i due vice Salvini e Di Maio, i Ministri Tria e Milanesi, i sottosegretari Giorgetti, Castelli e Garavaglia. «Nessuna marcia indietro sul 2019 con il pil che prevediamo oltre l’1,5%. Sono misure strutturali, i mercati capiranno», ha aggiunto poco fa il Presidente del Consiglio dopo i continui “contrasti” tra Roma e Bruxelles che non accennano a terminare: «la Commissione europea ha un ruolo istituzionale, iscritto nei trattati, che applica e che fa in modo assolutamente tecnico. Ci guardiamo bene dal fare ingerenze nella politica interna, non lo facciamo e non lo faremo, siamo semplicemente i guardiani dei trattati. Bisogna capirlo, dobbiamo essere rispettati come tali, né più né meno. Per il resto, senza essere medico, ho sempre saputo che è la febbre ad avere effetti, non certo il termometro», attacca duramente Moscovici che poi a domanda precisa sull’Italia, commenta «Faremo rispettare le regole». 

SALVINI, “OGGI CHIUDIAMO IL DEF”

Il ministro degli Interni Matteo Salvini lo ha affermato poco fa in vista del vertice di questa sera, prima del CdM a Palazzo Chigi: «con oggi chiudiamo finalmente il Def con tutte le cifre». Mentre lo spread continua a far preoccupare, nonostante le “correzioni” che Tria avrebbe apportato alla Manovra, arrivano nuove dichiarazioni del Commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici: sono in duplice direzione, quantomeno non sono “univoche” contro il Governo italiano come nel recente passato. «Il fatto che la traiettoria pluriannuale sul deficit sia stata rivista è un buon segnale», spiega il membro Ue avversato da Di Maio e Salvini, aggiungendo però una stilettata «In Europa “abbiamo delle regole abbastanza precise, che non sono stupide e che dicono che il deficit nominale deve essere contenuto sotto il 3% e che il deficit strutturale deve migliorare»; con il 2,4% l’Italia mette tutto a rischio, spiega Moscovici, «è possibile che il deficit strutturale non sia nella traiettoria fissata dal patto di stabilità e crescita». 

MANOVRA, DI MAIO: “DEFICIT AL 2,4%, POI CALA..”

È previsto per oggi un nuovo vertice del Governo Lega-M5s sulla Manovra dopo che nell’infuocato blitz di ieri sera a Palazzo Chigi Tria, Conte, Salvini, Di Maio, Savona e Moavero avevano cercato di “correggere” il tiro dopo le pressioni dell’Europa e soprattutto dopo la salita dello spread (che già oggi torna a correre puntando di nuovo verso quota 300 punti base). «Deficit sarà tenuto al 2,4% per il 2019, poi si vedrà. Per il 2020 e 2021 stiamo vedendo di abbassare il rapporto con taglio sprechi e più investimenti, la crescita ci consentirà di ridurre il debito», lo ha spiegato Luigi Di Maio arrivando alla Camera, non prima di aggiungere «Noi non taglieremo nulla alle spese sociali, questo deve essere chiaro. E soprattutto, il 2,4% nasce proprio dall’esigenza di tenere i conti in ordine su questi obiettivi». Il refrain è lo stesso di Salvini che già in mattinata aveva annunciato, «l 2,4% del rapporto deficit/Pil solo per un anno? Lo abbiamo sempre detto. Quest’anno volevamo una manovra coraggiosa per mantenere almeno una parte degli impegni sacrosanti presi con gli italiani. È una manovra coraggiosa, le minacce che arrivano dall’Europa non mi sfiorano. L’anno prossimo debito e deficit scenderanno».

TRIA, “OBIETTIVO CRESCITA E CALO DEBITO/PIL”

La vera novità sul Def, come fatto trasparire già ieri sera, è che il deficit rimanga al 2,4% ma solo per il 2018 mentre dal 2020-2021 si possa scendere al 2% per venire incontro alle pressioni Ue. Al netto di tutti gli attacchi contro Juncker – ancora molto duri, “cercate le sue foto barcollante” ha detto Salvini poco fa – il tentativo di Tria e Moavero è quello di “bilanciare” le richieste di Lega e M5s con i vincoli stabiliti da Bruxelles. «La strategia di politica economica del governo ha l’obiettivo di eliminare entro due anni il divario di crescita rispetto all’Europa e di assicurare al contempo una riduzione costante del rapporto debito-Pil», ha spiegato poco fa Giovanni Tria nella riunione di Confindustria (qui tutti i dettagli), aggiungendo «Serve oggi una strategia di politica economica diretta a conseguire una crescita più sostenuta e ridurre il gap di crescita che l’Italia ha avuto con il resto di Europa nell’ultimo decennio. Abbiamo bisogno di una crescita vigorosa, ed allo stesso tempo di una maggiore resilienza».