Lo spread continua a preoccupare e si riaffaccia oltre quota 280 punti base nonostante la presentazione ora ufficiale del Def non solo alle Camere ma anche alla Commissione Ue con la lettera firmata dal Ministro Tria. Proprio il titolare del Mef prova a rassicurare tutti spiegando che «una volta che il programma di politica economica del Governo sarà approvato dal Parlamento,si dissolverà l’incertezza che ha gravato sul mercato dei titoli di Stato negli ultimi mesi». Nella premessa del Documento, il Ministro Tria ha aggiunto «recenti livello dei rendimenti sui titoli di stati non riflettono i dati fondamentali del Paese ma sono allineati con le previsioni di crescita e pil». Interessante quanto invece potrebbe cambiare nello scenario bancario italiano: il Governo con il Def intende trattare con la Ue «una nuova normativa sulle garanzie statali Gacs alle banche estendendole non solo alle cessioni di crediti in sofferenza ma anche alle inadempienze probabili», si legge nella nota di aggiornamento al Def. Non solo, si valuterà la possibilità di introdurre una nuova normativa relativa alle GACS «verificando anche la fattibilità tecnica dell’estensione alle cartolarizzazioni dei crediti classificati come inadempienze probabili. L’interlocuzione con la Commissione Europea inizierà nell’ultimo trimestre 2018, al fine di concordare le caratteristiche del meccanismo, per evitare la qualificazione come misura di aiuto di stato».



I CONTI SULLA MANOVRA

È duello forte tra Lega e M5s sui fondi da destinare alla Manovra Economica: il Def, in teoria, parla chiaro (finalmente) e illustra le cifre che vengono stanziate per ogni misura del Governo gialloverde, al netto di come il testo potrà e dovrà cambiare nelle discussioni alle Camere nei prossimi giorni (primo voto forse già giovedì prossimo, a Montecitorio). «L’Italia deve crescere più rapidamente del resto d’Europa e recuperare il terreno perso negli ultimi vent’anni», ha spiegato in più di una occasione il Ministro Tria, con attenzione al Pil e soprattutto al debito pubblico. «Con gli interventi previsti in Manovra – si legge nel documento ufficiale presentato alle Camere – il governo spingerà la crescita di 0,6 punti percentuali nel 2019, di 0,5 nel 2020 e di 0,3 nel 2021″. In particolare nel 2019 la rimodulazione delle imposte indirette darà una spinta di 0,2 punti, le misure espansive per crescita e innovazione di 0,7 punti e le politica invariate di 0,1 punti ma le coperture previste freneranno il Pil di 0,4 punti». Nel documento di economia e finanza si legge inoltre come il Governo Lega-M5s intenda procedere con «l’abolizione del patto di stabilità interno, che limitava le capacità di intervento degli enti locali»: resta il “rebus” sulle singole misure e le reali spese dedicate, con Salvini e Di Maio intenti a discutere fino all’ultimo minuto possibile per ottenere di più per le proprie battaglie storiche.



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DEF ALLE CAMERE

Manovra, il Def è arrivato alle Camere ma continuano le polemiche sulle cifre e sulla prospettiva economica. La Stampa rivela che mercoledì Mario Draghi, presidente della Bce, sarebbe andato al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per ammonire sui rischi cui andrebbe incontro l’Italia “ nel caso in cui i mercati iniziassero ad accanirsi contro i titoli pubblici provocando un ulteriore aumento degli spread e dei tassi di interesse fino a livelli insostenibili”. E, come evidenzia l’Ansa, il Governo scommette sulla crescita ma c’è il rischio di aumento dell’Iva a partire dal 2020: la coperta delle risorse è corta e riesce solo parzialmente “a sterilizzare l’aumento dell’Iva: non salirà nel 2019 mentre tornerà ad innalzarsi parzialmente nel biennio successivo”. Ricordiamo le cifre: 9 miliardi per reddito e pensioni di cittadinanza, 7 miliardi per la quota cento, 1 miliardo per i centri per impiego, 2 miliardi per la flat tax, 1 miliardo per le forze dell’ordine e 1 miliardo per i truffati delle banche. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



LE PAROLE DI SILVIO BERLUSCONI

Sulla manovra è giunto anche il commento di Silvio Berlusconi. Come riportato dai colleghi di Adnkronos, nel corso di un vertice a Palazzo Grazioli il Cavaliere ha parlato di “manovra rischiosa ma popolare e che può piacere alla gente”. Ai microfoni dei cronisti, invece, ha affermato: “Abbiamo tenuto una riunione sulla manovra, che non si conosce ancora esattamente quale sia. Speriamo venga presto presentata nella sua forma definitiva”. Aggiungendo: “Ci siamo soffermati soprattutto sul reddito di cittadinanza che spingerà addirittura molti che lavorano a lasciare il lavoro. Perché faticare quando poi lo stato ti paga ugualmente”. Un Berlusconi a due facce, dunque, almeno secondo quanto riportato dai colleghi. In privato, nel summit con i suoi colonnelli, il leader di Forza Italia avrebbe elogiato l’efficacia comunicativa del governo M5s-Lega, cercando di riuscire a trovare una replica mediatica da contro-proporre. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

TRIA SCRIVE A COMMISSIONE UE

Secondo quanto riportato dall’Ansa, il Ministro dell’Economia Giovanni Tria ha scritto lui una lettera alla Commissione Ue per provare a convincere che i contenuti della Manovra non sono così “terribili” come da Bruxelles e Strasburgo vogliono far pensare. «Come sostenuto in diverse occasioni, la manovra di bilancio che questo Governo si appresta a varare è coraggiosa e responsabile, puntando alla crescita e al benessere dei cittadini, assicurando in seguito un profilo di riduzione del deficit, che passerà dal 2.4% del 2019 al 2.1% del 2020 per chiudere all’1.8% del 2021», esordisce così il titolare del Mef che poi prosegue indicando le conseguenze sul Pil per le riforme immesse nella Legge di Stabilità gialloverde, «porterà un aumento della crescita all’1,5 per cento nel 2019 per arrivare all’1,6 e l’1,4 negli anni successivi». Secondo Tria, ora si apre una fase di confronto con la Commissione Europea, che «potrà valutare le fondate ragioni della strategia di crescita del Governo delineata dalla manovra». 

SALVINI-DI MAIO: “BOCCIATURA UE A MANOVRA? SUBITO VOTO”

Nelle fasi concitate del Def e della Manovra ieri sera a Palazzo Chigi, forse non tutti hanno notato un “dettaglio” che potrebbe rivelare molto di quanto potrà accadere nei prossimi delicati mesi politici: «deficit al 2,4% insostenibile? Da lì non ci muoviamo, in Europa quel deficit dovranno ingoiarlo. Siamo stati già molto ragionevoli e di più non concediamo. Ci bocciano la manovra? Vedremo, siamo pronti allo scontro…», spiega Di Maio con l’entourage del M5s che al Messaggero conferma la pazza-idea, «elezioni anticipate a Primavera se Bruxelles dovesse bocciare la legge di bilancio», forse già assieme alle Elezioni Europee previste per marzo. Insomma, uno scenario che dire apocalittico è dir poco, eppure di scontro possibile con la Ue non è così improbabile – visti i precedenti dissidi con Juncker e Moscovici. «Stiamo mostrando coraggio, soprattutto per il 2019», spiegavano i vicepremier assieme a Conte ieri sera, prima di imbattersi in una “guerra di cifre” che non mette di buon occhio la bozza del Def ancora non trasmesso in Europa. Tra l’altro, sempre secondo il Messaggero, Di Maio e Salvini sono tornati a “duellare”, ognuno determinato a difendere le proprie riforme di bandiera davanti alla scarsità di risorse.

COMMISSIONE UE SMENTISCE LETTERA BOCCIATURA GIÀ PRONTA

Qualche voce ieri e diverse oggi, molto più insistenti, davano la Commissione Europea assai vicina al pubblicare una lettera di bocciatura secca della Manovra italiana: arriva però una netta smentita in merito a quanto visto e trapelato in alcuni organi di stampa europei. «Smentiamo che sia già pronta una lettera di bocciatura della manovra italiana», fanno sapere dalla Commissione Ue anche se resta il “fastidio” per non aver ricevuto ancora le tabelle e le bozze del Def nonostante ieri sia Salvini che Di Maio abbiano annunciato di aver inviato il tutto a Bruxelles. Pare che alla fine Tria abbia convinto a modificare ulteriormente il testo della Manovra per inserire vincoli e “rassicurazioni” aggiuntive per mercati e Commissione Ue: il che non è affatto piaciuto alla “base” leghista (ma Giorgetti appoggia il Mef, ndr) e soprattutto ai Cinque Stelle.