E’ arrivato il commento del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio sulla bocciatura del Def da parte dell’Unione Europea. Intervenuto al Villaggio Coldiretti, il vice premier ha sottolineato che il governo “non ha nessun piano B sulla manovra” in caso di emergenza, con lo spread a quota 400. “Questo deve essere chiaro a Bruxelles” ha aggiunto il capo politico del Movimento 5 Stelle”, sottolineando che dopo la lettera di Moscovici e Dombrovskis della Commissione Europea ci “sarà una fase di interlocuzione”. L’avviso però è chiaro: “Indietro non si torna”. E l’opposizione non sta a guardare, ecco il commento della dem Anna Rita Leonardi: “Hanno fatto una manovra senza coperture e pericolosa per il debito italiano, per farsela bocciare dall’Europa, gridare al “complotto dei poteri forti” e sperare di fare il botto alle elezioni europee”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



MURO DEL GOVERNO SUL DEFICIT

L’Unione Europea ha dato l’ultimatum all’Italia: bocciato il def, sarà necessario cambiare politica economica per il 2019 entro il prossimo 15 ottobre 2018, giorno in cui la Legge di Bilancio dovrà essere notificata a Bruxelles. Il Governo M5s-Lega, per voce del ministro Tria, aveva già marchiato come “infondate” le preoccupazioni sul deficit, ma nonostante ciò la Commissione Europea ha inviato una lettera a Palazzo Chigi per spiegare la situazione. Se non verranno apportate modifiche alla manovra da notificare tra poco più di una settimana, la Commissione boccerà la manovra e aprirà una procedura su debito e deficit. Ricordiamo che a settembre l’Ue aveva concesso al governo uno sconto sul risanamento, comunicando di essere disponibile per un deficit pari all’1,6 per cento del Pil, ovvero 9 miliardi in meno di correzione del deficit strutturale da spendere nella finanziaria. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



“SERIA PREOCCUPAZIONE”

Il primo stop dell’Unione Europea alla manovra di bilancio 2019, è arrivato nelle scorse ore. L’Ue ha spedito una lettera in cui viene sottolineata la preoccupazione in merito all’innalzamento del rapporto fra il deficit e il prodotto interno lordo al 2.4%, come del resto fatto già capire nelle uscite pubbliche degli scorsi giorni. Ma cosa recita nel dettaglio questa lettera? Ecco alcuni punti chiave di quanto scrivono il commissario agli affari Pierre Moscovici, e il vice presidente della commissione Valdis Dombrovskis: «Prendiamo atto – si legge – dell’intenzione del governo contenuta nell’aggiornamento al Def di rivedere gli obiettivi fiscali per il 2019-2021 (toccare un tetto del deficit rispettivamente del 2,4%, 2,1% e 1,8% del pil) e di deviare dall’annunciato percorso di convergenza verso l’obiettivo di medio termine di un equilibrio di bilancio in termini strutturali». L’Unione Europea ha quindi chiesto all’Italia «Di assicurare che il tasso nominale di crescita della spesa pubblica al netto degli interessi non superi lo 0,1% nel 2019, che corrisponde a un aggiustamento strutturale annuo dello 0,6% del pil per il 2019». Entro il prossimo 15 ottobre verrà fatto pervenire all’UE il testo definitivo della manovra. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



LA REPLICA DI PALAZZO CHIGI

La lettera che esprime preoccupazione riguardo il deficit e il DEF in via di approvazione in Italia, da parte dell’Unione Europea, non viene vista come una bocciatura. E’ almeno ciò che emerge dalla nota di Palazzo Chigi, che esprime una posizione di fiducia nei confronti delle valutazioni da parte di Bruxelles: “In merito alla lettera di risposta inviata al ministro Tria, fonti di Palazzo Chigi fanno presente che non c’è stata alcuna bocciatura da parte dell’ Ue, anche perché non è stata ancora avviata – né poteva essere – alcuna interlocuzione formale. La valutazione della Commissione Ue, si ricorda, avverrà in base al documento “draft budgetary plan” che sarà inviato dal Governo italiano entro il 15 ottobre. Il Governo rimane fortemente convinto della bontà delle misure che andranno a costituire la manovra economica. Altrettanto forte è la volontà ad avviare un dialogo costruttivo con l’Ue,” si legge nella nota che dunque tende a smorzare le tensioni su un argomento che terrà comunque banco ancora per diverse settimane. (agg. di Fabio Belli)

ARRIVA LA PRIMA BOCCIATURA DELL’UE

E’ arrivato il primo parere dell’UE sul Documento di economia e finanza e non è un parere positivo. Che è arrivato con una lettera che risponde alla missiva con la quale nella giornata di giovedì il Ministro dell’Economia Giovanni Tria aveva illustrato all’esecutivo comunitario i punti centrali del Def.  “Il Def a prima vista sembra costituire una deviazione significativa dal percorso di bilancio indicato dal Consiglio Ue il che è motivo di seria preoccupazione“, si legge nella lettera scritta dal vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis e dal titolare agli Affari economici Pierre Moscovici. Nella lettera si chiedono chiare rassicurazioni rispetto a intenti definiti poco rassicuranti rispetto alle regole comunitarie: “Chiediamo alle autorità italiane di assicurare che la manovra sia in linea con le regole fiscali comuni” della zona euro, si legge nella missiva. (agg. di Fabio Belli)

BORSE E RAPPORTI CON L’UE: I RISCHI

Fonti parlamentare confermano i temi dell’incontro di mercoledì tra Sergio Mattarella e Mario Draghi: al centro del discorso i possibili corsi che corre l’Italia con il Def su spread, Borse e rapporti con l’Unione Europea. Il capo della Bce ha evidenziato le sue preoccupazioni sulla tenuta dei conti pubblici. Repubblica e La Stampa evidenziano lo stato di fibrillazione di Spread e mercati, ma dal Governo filtra serenità. Barbara Saltamartini della Lega intervenuta a Omnibus ha chiarito gli intenti della manovra: “Inizieremo come commisisoni l’esame, credo che l’ipotesi di manovra che si sta concretizzando sia coraggiosa e che tiene fede a quanto avevano detto Lega e M5s di voler fare durante la campagna elettorale. La vera novità è che si passa dalle parole ai fatti, restando nella cornice del contratto di governo”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

DI MAIO: “NEI NUMERI NON C’E’ CUORE”

Le preoccupazioni sul Def espresse da Mario Draghi a Sergio Mattarella non sembrano intaccare la sicurezza di Luigi Di Maio sulla bontà della Manovra impostata dal governo. Come riportato dall’Huffington Post, il vicepremier ha commentato così l’incontro tra il presidente della Banca Centrale Europea e il capo dello Stato:”Se hanno queste preoccupazioni hanno tutto il diritto di portarle avanti e di esprimerle. Rispetto tutti ma in tutti questi numeri non c’è il cuore, le persone, non c’è la sofferenza dei giovani”. Il capo politico del MoVimento 5 Stelle ha poi ribadito:”Siamo attenti ai mercati ma tra lo spread e i cittadini io scelgo i cittadini”. Un concetto che secondo la valutazione di Mario Draghi potrebbe non conciliarsi con la dura realtà dei mercati, soprattutto nel caso in cui le agenzie di rating dovessero decidere di declassare l’Italia definendo troppo spregiudicata la Manovra in relazione al deficit e alle sue conseguenze sul debito. (agg. di Dario D’Angelo)

GARAVINI (PD), “ITALIA RISCHIA DECLASSAMENTO”

Contatti con Mario Draghi ma non solo: come riportato dai colleghi de Il Sole 24 Ore, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella negli ultimi giorni ha intensificato i contatti anche con Ignazio Visco, numero uno di Banca d’Italia. Timore per la forte pressione in cui si trovano le banche dovuta alla manovra del governo M5s-Lega, con lo spread che è arrivato a sfondare quota 300. E il Quirinale vuole organizzare una sorta di ‘rete di sicurezza’, creando un argine di protezione del risparmio e del credito dei cittadini italiani. Su Twitter, l’esponente del Partito Democratico Laura Garavini ha commentato: “Italia rischia declassamento e risparmi degli italiani in fumo. Il nemico dell’Italia non è l’#UE.Ma è un Governo che se ne infischia del debito pubblico e delle conseguenze di una politica scellerata.Che rischia di trascinare con sè anche il resto dell’Europa #Draghi #Mattarella”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

CAPO BCE TEME “DANNI INCALCOLABILI”

E’ preoccupato il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, in vista dell’approvazione della manovra di bilancio 2019, e dell’innalzamento del rapporto fra il deficit e il prodotto interno lordo, al 2.4%. Il numero uno della BCE ha esternato le sue preoccupazioni al presidente della repubblica, Sergio Mattarella, durante un incontro tenutosi nella giornata di ieri. Secondo quanto scrive la Stampa, Draghi “ha voluto rappresentare di persona i rischi cui andrebbe incontro l’Italia, nel caso in cui i mercati iniziassero ad accanirsi contro i titoli pubblici”. Il presidente della banca europea è convinto che in Italia si stia sottovalutando il “contesto in cui si sta scrivendo la Manovra”. Inoltre, il governo starebbe sbagliando il bersaglio: “più che l’atteggiamento delle istituzioni Ue, l’Italia deve temere il declassamento da parte delle agenzie di rating che potrebbe provocare danni incalcolabili, moltiplicando la sfiducia sui mercati”. Insomma, il quadro ipotizzato da Draghi è tutt’altro che roseo, e non è da escludere possa convincere Mattarella a non firmare la legge di bilancio. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

VERTICE DRAGHI-MATTARELLA

Mario Draghi da Sergio Mattarella: “Non sottovalutate spread e Borse”, vertice ieri al Colle tra il presidente della Bce e il capo dello Stato. Al centro del discorso la manovra: dopo una serie di contatti telefonici, secondo quanto riportato da La Stampa i due hanno deciso di incontrarsi di persona vista l’impennata dello Spread e le mosse del Governo Lega-Movimento 5 Stelle. Draghi ha voluto evidenziare i rischi cui andrebbe incontro l’Italia nel caso in cui i mercati iniziassero ad accanirsi contro i titoli di stato: questo infatti provocherebbe un ulteriore aumento dello spread e dei tassi di interesse “fino a livelli insostenibili”. E l’analisi del numero uno della Banca Centrale Europea è chiara: il Governo sta sottovalutando il contesto in cui si sta scrivendo la manovra.

RISCHIO COMMISSARIAMENTO

La Stampa parla di “cartucce quasi esaurite”: gli strumenti a disposizione di Mario Draghi sono infatti terminati, con l’Italia che a partire dall’1 gennaio 2019 sarà senza rete e in caso di difficoltà l’unico salvagente a disposizione sarebbe il ricorso all’Omt, lo strumento di sostegno finanziario che costringerebbe l’Italia a un programma concordato con la Commissione europea e il Fondo salva-Stati. Grazie al Quantitative Easing della Bce l’Italia è riuscita a tenere il rischio Paese e il costo del debito a livelli bassi, ma il piano di Francoforte terminerà il 31 dicembre 2018. E i timori di Draghi sono stati presentati da Mattarella anche al vice premier Matteo Salvini nel corso dell’incontro di mercoledì pomeriggio: il ministro dell’Interno ha rassicurato il capo dello stato sull’intenzione di non voler uscire dall’euro, “attribuendo ad altri l’ìntenzione di alimentare la spesa facile”.